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Corydoras aeneus

 

Corydoras aeneus

(Gill, 1858)

 

Corydoras aeneus

 

Uno dei Corydoras più noti in acquariofilia, molto apprezzata la sua variante albina. Va allevato in piccoli gruppetti in acquari ricchi di vegetazione e con fondo sabbioso. Indicato per acquari di comunità. Molto robusto e facile da allevare, indicato anche per neofiti.

 

 

Fotogallery Corydoras aeneus

Nome scientifico:

Corydoras aeneus


Nome comune:

nessuno in particolare


Famiglia:

Callichthyidae


Luogo d’origine:

Sud America (Amazzonia – Brasile, Venezuela, Guyana)


Morfologia:

corpo tozzo e compresso lateralmente, profilo dorsale ricurvo, profilo ventrale appiattito, quasi l’intero corpo è ricoperto da placche ossee che proteggono il pesce chiudendolo in una sorta di corazza. La bocca, ampia e munita di barbigli, è rivolta verso il basso. La colorazione di corpo è marrone bronzea con una larga fascia più scura lungo i fianchi, le pinne quasi trasparenti con una leggera colorazione marrone.

Nota: gli allevatori, mediante attenta e prolungata selezione, hanno da tempo isolato e commercializzato la variante albina di Corydoras aeneus, interamente color rosa chiaro con iridi rosse. E' una variante molto diffusa in acquariofilia, occorre però tenere presente che, rispetto alla forma originaria, l'albina è più delicata e non ama acquari eccessivamente illuminati essendo fotosensibile.


Dimorfismo sessuale:

le femmine appaiono lievemente più tozze, inoltre presentano la pinna dorsale arrotondata a differenza dei maschi nei quali appare leggermente appuntita. Si tratta comunque di differenze non sempre apprezzabili con facilità.


Dimensioni:

fino a 6 cm


Ciclo vitale:

5 anni.


Dimensioni acquario:

almeno 50 litri netti per un piccolo gruppetto di 4 / 5 esemplari.


Valori consigliati per l’acquario d'allevamento:


- PH: 6,5 / 7,5
- GH: 5 / 15 °dGH
- Temperatura: 25 / 29 °C


Allestimento acquario d'allevamento:

occorre inserirli in acquari ricchi di vegetazione, con minimo movimento dell’acqua e di altezza non eccessiva. Indispensabile un fondo sabbioso o, per lo meno, composto da ghiaietto di granulometria inferiore a 3 mm e non tagliente. Trattandosi di un pesce che respira anche aria atmosferica portandosi in superficie è importante ospitarlo in acquari chiusi onde evitare eccessivi sbalzi termici tra acqua ed atmosfera soprastante.


Alimentazione:

specie onnivora; in acquario si nutrono di qualsiasi residuo di cibo rinvenibile sul fondale . E’ preferibile alimentarli dopo lo spegnimento delle luci dell’acquario con apposite compresse a base vegetali, senza eccedere nelle somministrazioni.

Molti acquariofili preferiscono non dare loro mangime specifico al fine di tenere attiva la loro incessante azione pulitrice del fondale. Attenzione perchè può essere pericoloso in quanto può portare a denutrizione, a meno che non si abbondi davvero con le somministrazioni di mangime, si può fare ma in tal caso si rischia di mettere a repentaglio l'equilibrio biologico dell'acquario, occorre il giusto punto di compromesso, attenzione e osservazione per capire in tempo quando si sta esagerando.

In Corydoras particolarmente affamati la ricerca del cibo diventa davvero frenetica con il risultato di provocare un rapido consumo e/o lesioni ai loro preziosi barbigli.
Se ne evince che per prevenire problemi all’integrità dei barbigli è meglio utilizzare un materiale di fondo fine (o perlomeno di granulometria non spigolosa).


Livello di nuoto:

fondo.


Comportamento:

pesce di fondo, pacifico con tutte le specie, va tenuto in gruppetti di almeno 4 / 5 esemplari. Passa le giornate e le nottate a frugare incessantemente nel substrato di fondo in cerca di residui alimentari che individua prontamente grazie ai sensibilissimi barbigli. E’ più attivo durante la notte e va quindi preferibilmente alimentato in tarda serata dopo lo spegnimento delle luci.

Spesso si notano portarsi rapidamente in superficie e dopo un istante ridiscendere sul fondale, non spaventatevi, è un comportamento normalissimo che serve loro per incamerare ossigeno respirando direttamente al di sopra della superficie. Tale ossigeno verrà poi metabolizzato grazie ad una particolarmente efficace vascolarizzazione dell’intestino.


Biocenosi:

pacifico con tutte le specie, ideale per acquari di comunità.



La Riproduzione



Difficoltà d'ottenimento della Riproduzione:

difficoltà media.


Modalità riproduttiva:

specie ovipara.


Maturità sessuale:

non si hanno dati certi in merito.


Formazione della coppia:

in questa specie non si ha il fenomeno di formazione di coppie fisse, le riproduzioni avvengono quasi casualmente all'interno del branco.


Alimentazione della coppia:

aumentare la somministrazione di cibo per stimolare il loro istinto riproduttivo.


Valori consigliati per l'acquario riproduttivo:

- PH: 6,0 / 7,0
- GH: 4 / 10 °dGH
- Temperatura: 25 / 29 °C
- Dimensioni minime acquario: 20 litri per una coppia.


Allestimento acquario riproduttivo:

fondo sabbioso, luce attenuata, poco movimento dell'acqua, per invogliare il loro istinto riproduttivo occorre tenerli per mesi in acquario con limitata colonna d'acqua (ad esempio 20 cm), poi nel giro di un paio di giorni aumentare l'acqua dell'acquario in modo da quasi raddoppiare la colonna d'acqua, in contemporanea aumentare la somministrazione di cibo. Si simula così ciò che realmente avviene nei fiumi amazzonici all'arrivo della stagione delle pioggie.
Posizionare delle protezioni a maglia fitta (ad esempio Organza o Tulle) sulle bocchette d'aspirazione del filtro.


Deposizione e fecondazione:

vengono deposte uova appiccicose su arredi/fondale o spesso sui vetri. Le uova, deposte in più riprese, arrivano a circa 200 unità. Appena deposte il maschio provvede a fecondarle. Non vengono fatte altre cure parentali da parte dei genitori, quindi è bene levare i riproduttori entro il giorno successivo alla deposizione.


Schiusa e primi giorni:

la schiusa delle uova avviene dopo 4 / 5 giorni. Per i primi due giorni i piccoli si nutrono del sacco vitellino, terminato il quale iniziano a nuotare autonomamente in cerca di cibo.


Gli avannotti:

per la loro sopravvivenza nei primissimi giorni è indispensabile la presenza di microfauna, infusori e secco finemente polverizzato a base vegetale. Ideali risultano anche le compresse di spirulina finemente sbriciolate. Passata una settimana iniziano ad accettare naupli di Artemia salina appena schiusi.

Ultimo aggiornamento (Venerdì 22 Gennaio 2010 18:59)

 

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