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Boraras brigittae

 

Boraras brigittae

(Vogt, 1978)

 

Boraras brigittae

 

Piccolissimo pesce asiatico dalla stupenda colorazione. Timido e gregario, va allevato in branchi numerosi, preferibilmente in acquari dedicati monospecifici.
Difficoltà d’allevamento: media.

 

Fotogallery Boraras brigittae


Nome scientifico:

Boraras brigittae


Nota al nome scientifico:

il Genere Boraras è stato creato a livello di classificazione solo nel 1993, prima la B. brigittae apparteneva al genere Barbus, Genere ora obsoleto e scomposto in vari altri Generi tra cui Puntius è numericamente il principale.


Nomi comuni:

Mosquito Rasbora
Rasbora brigittae
Chili Rasbora


Famiglia:

Cyprinidae


Luogo d’origine:

Asia (Indonesia, Sumatra, Borneo meridionale).


Morfologia:

corpo affusolato, stretto e sviluppato principalmente in lunghezza, peduncolo caudale anch’esso stretto e lungo, occhi grandi e pinne poco sviluppate (ad eccezione della caudale). Bocca in posizione centrale. Dorso e parte superiore del capo color marrone, ventre chiaro quasi trasparente con una zona color rosa/arancio che si estende sulla gola e sulle branchie. I fianchi sono di colorazione variabile sulle tonalità di rosso ed arancione, con un’ampia macchia molto scura (nero/bluastra) a mandorla che si estende dalla fine degli opercoli branchiali fino a poco oltre la metà del corpo, questa macchia è più piccola negli esemplari giovani e si estende con l’avanzare della crescita. Le pinne sono quasi trasparenti con eccezione delle attaccature dei due lobi della caudale (pinna questa decisamente ben sviluppata in relazione alla dimensione totale dell’animale) e dei primi raggi della dorsale che mostrano un’alternanza di arancio/rosso con marezzature nere.


Dimorfismo sessuale:

colorazione dei maschi più intensa, da adulte le femmine sono leggermente più grandi sia in lunghezza che in voluminosità del ventre.


Dimensioni:

fino a 3,2 cm le femmine, fino a 2,7 cm i maschi.


Ciclo vitale:

non si hanno dati certi in merito.


Dimensioni Acquario:

se tenuto in acquario monospecifico se ne possono allevare 9 / 10 esemplari in una vasca di soli 40 litri netti, se invece lo si vuole ospitare in vasca comunitaria il litraggio va logicamente aumentato.


Valori consigliati per l’acquario d'allevamento:

- PH: 5,0 / 7,0
- GH: 3 / 10 °dGH
- Temperatura: 23 / 28 °C


Allestimento acquario d'allevamento:

questa specie in natura vive in fiumiciattoli a scorrimento lento, la cui acqua è resa marrone dalla notevole quantità di acidi umici e di tannini rilasciati dal fogliame in marcescenza sul fondo e dai tronchi sommersi; in condizioni simili l’acqua assume caratteristiche particolari tipiche dei biotopi d’acqua nera, con PH bassissimo (anche 4) e durezze (KH e PH) pressoché nulle. Per queste motivazioni le Boraras brigittae non amano acquari con colonna d’acqua eccessiva (meglio non superare i 30 cm) e troppo illuminati, e preferiscono un filtraggio su torba che conferisca all’acqua quell’acidità e quell’ambratura che la faccia un pochino assomigliare all’habitat naturale di origine. Ideale risulterà l’adozione di un fondo sabbioso scuro, con qualche radice ed una ricca vegetazione, comprendente piante galleggianti che facciano da ulteriore filtro alla luce. Boraras brigittae non tollera di buon grado valori incostanti, meglio quindi inserirle in acquari già ben maturi e stabili, con un buon filtraggio biologico.


Alimentazione:

in natura segue dieta prevalentemente carnivora (insetti e loro uova, piccoli crostacei, microfauna in genere). In acquario accetta senza problemi i tradizionali cibi secchi, sia quelli in micro scaglie che quelli in micro granuli, tuttavia è importante non limitarsi al secco, bensì fare il possibile per offrirgli una dieta varia e completa con prevalenza di vivo/surgelato, anche il liofilizzato andrà benissimo (ad esempio Artemia, Dafnie e Chironomus si trovano agevolmente in forma liofilizzata). Alimentandoli invece solo con cibi secchi le vostre Boraras mostreranno colori meno accesi e ben difficilmente otterrete esemplari predisposti alla riproduzione.


Livello di nuoto:

tutti i livelli con preferenza per quello centrale.


Comportamento:

pesce di branco, molto timido, da inserire in gruppi numerosi (almeno 9 / 10 individui), comprendenti esemplari di entrambi i sessi. I maschi si confronteranno continuamente (in modo innocuo) per il controllo delle femmine, ciò contribuirà ad accendere maggiormente i toni rosso/arancio della loro livrea, con il maschio dominante che sarà il più intensamente colorato di tutti.


Biocenosi:

è un pesce pacifico, ma molto timido, l’ideale sarebbe quindi allevarli in branchi numerosi in vasca monospecifica, tuttavia con la dovuta accortezza è possibile abbinarli con altre specie di piccole dimensioni altrettanto pacifiche, come ad esempio altri piccoli Ciprinidi (ideale può risultare ad esempio Trigonostigma heteromorpha) e/o specie bentoniche (di fondo) tranquille e pacifiche (ad esempio dei Loricaridi del Genere Otocinclus). Consiglio di evitare l’abbinamento con altre specie del Genere Boraras (ad esempio B. urophthalmoides o B. merah) in quanto si avverrebbero con molta probabilità delle ibridazioni tra le differenti specie, con il risultato di generare prole debole, sterile e spesso deforme.


La Riproduzione


Difficoltà d’ottenimento della riproduzione in cattività:

abbastanza ridotta. Se sono presenti le condizioni giuste questo pesce si riproduce con spontaneità senza necessitare di nostri particolari interventi e/o accorgimenti, tuttavia per salvare una percentuale di piccoli maggiore è preferibile per lo scopo usare un acquario riproduttivo specifico.


Modalità riproduttiva:

specie ovipara.


Maturità sessuale:

non si hanno dati certi in merito.


Formazione della coppia:

in questa specie non si osserva la formazione di coppie stabili, le riproduzioni avvengono abbastanza casualmente, in modo caotico, durante momenti di aggregazione del branco.


Alimentazione della coppia:

aumentare le razioni e la percentuale di vivo/surgelato ne incentiva l’istinto riproduttivo.


Valori consigliati per l’acquario riproduttivo:

- PH: 5,0 / 6,5
- GH: 0 / 5 °dGH
- Temperatura: 26 / 28 °C
- Dimensione minima vasca: 15 litri netti per una coppia


Allestimento acquario riproduttivo:

è sufficiente una vaschetta di 15 litri netti per una coppia, in alternativa potete avere ancora più possibilità di successo inserendo due o tre coppie in un litraggio maggiore (ad esempio 40 litri). Poca luce, la vasca deve restare sempre in penombra. Importante la presenza di muschio (ad esempio Vesicularia dubyana) e di felci (ad esempio Microsorum pteropus), nonché di piante galleggianti. Anche delle Cryptocoryne sp. saranno assai gradite per il tipo di lamina fogliare, spesso la più idonea a fare da luogo di deposizione. Lasciate attivato un piccolo filtro (sulle cui bocchette d’aspirazione dovrete però predisporre delle protezioni per evitare che le uova ne vengano aspirate) caricato con torba. Disponete sul fondale della lana sintetica tenuta giù da una rete a maglia sufficientemente fitta da far passare le uova ma non i riproduttori. Riempite la vaschetta con acqua decisamente più tenera ed acida rispetto a quella presente nella vasca d’allevamento, potete aiutarvi aggiungendo altra torba direttamente in acqua (quella in granuli inizialmente tenderà a galleggiare) e/o delle foglie di Ketapang essiccate.


Deposizione e Fecondazione:

consiglio di inserire i riproduttori in condizioni di penombra, preferibilmente in tarda serata. Se trovano l’habitat idoneo gli accoppiamenti hanno inizio già il mattino seguente, con guizzanti inseguimenti alternati a fasi di nuoto lento affiancato, momento in cui vengono rilasciati i gameti (uova e spermatozoi). La deposizione avviene in più riprese, con un numero di uova esiguo rilasciate in ogni occasione, e si può protrarre per un’intera giornata o addirittura per due giornate. Alla fine le uova deposte per ciascuna femmina non sono comunque moltissime, in genere non più di 50 unità. Alcune verranno appiccicate alla pagina inferiore delle foglie, altre (la maggior parte) finiranno sul fondo. I riproduttori non praticano alcuna cura parentale nei loro confronti, anzi possono capitare casi di cannibalismo, per questo motivo è importante la rete di protezione posta sopra alla lana sintetica, permette di salvare un numero maggiore di uova. Dopo massimo due giorni dalle prime deposizioni è preferibile rimuovere i riproduttori così da poter eliminare la rete di protezione.


Schiusa e Primi Giorni:

la schiusa avviene dopo circa 48 / 54 ore. Per le prime 24 ore di vita i piccoli sono ancora delle larve, piuttosto statiche, ed alimentate dal sacco vitellino. Dopo la prima giornata termina il riassorbimento del sacco vitellino e i piccoli appaiono già come avannotti, guizzanti ed affamati. Da questo momento occorre quindi iniziare ad alimentarli in quanto la microfauna presente in vasca diverrà subito insufficiente.


Avannotti:

le ridotte dimensioni delle loro bocche non consente inizialmente la somministrazione di naupli di Artemia salina. Dovrete quindi ricorrere a prede vive di dimensioni inferiori, idonei ad esempio risultano in questa fase Infusori e Rotiferi. Dopo 10 / 12 giorni si può passare progressivamente ai naupli di Artemia salina e ai Cichlops.

 


 

Si ringrazia Davide Robustelli di Acquarishop per la collaborazione in occasione di alcune foto realizzate presso la sede della sua attività.


Ultimo aggiornamento (Mercoledì 03 Febbraio 2010 15:26)

 

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