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Boraras naevus

 

Boraras naevus
(Conway & Kottelat, 2011)

Boraras naevus - Maschio dominante - Photo by: Andrea Perotti

 

 

Piccolissimo ciprinide originario della Tailandia meridionale, con una lunghezza inferiore ai 2 cm ed una livrea molto appariscente soprattutto nei maschi, questa specie è stata a lungo erroneamente considerata una variante di Boraras micros, e solo nel 2011 è stata ufficialmente riconosciuta come specie a sè stante.
In acquario Boraras naevus va inserita in gruppi di almeno 10 esemplari, preferibilmente in vasche ricche di piante acquatiche e punti di riparo, con acqua non eccessivamente mossa, e con almeno quattro / cinque mesi di maturazione alle spalle, in quanto si tratta di una specie che mal tollera l'instabilità dei valori chimici dell'acqua e la presenza di sostanze inquinanti.
Specie onnivora con forte preferenza per le fonti proteiche (in natura è in pratica un micro predatore), è preferibile inserire nella dieta offerta anche minuscole prede vive. Difficoltà d'allevamento: media.


Fotogallery Boraras naevus


Nome scientifico:

Boraras naevus


Sinonimi:

nessuno segnalato


Nomi comuni:

prima della descrizione ufficiale (2011), questa specie veniva indicata e commercializzata con vari nomi di fantasia, tra cui

- Boraras 'Strawberry'
- Boraras sp. 'micro red'
- Boraras micros 'red'
- Boraras sp. 'South Thailandia'
- Rasbora 'Strawberry'


Famiglia:

Cyprinidae


Sottofamiglia:

Rasborinae


Luogo d’origine:

Asia (Tailandia meridionale, rinvenibile in paludi, aree umide e risaie, gli esemplari in commercio arrivano soprattutto dalla provincia di Surat Thani)


Morfologia:

il corpo, snello e minuto, presenta solo accennata una colorazione di base grigio chiara semi trasparente che lascia intravedere (soprattutto in esemplari giovanili) in controluce gli organi interni, negli esemplari adulti e sessualmente attivi i fianchi tendono a mostrare una più o meno marcata colorazione arancio, che può arrivare ad un bel rosso ciliegia nei maschi dominanti.
La livrea è inoltre impreziosita dalla presenza sui fianchi di tre macchiette circolari molto scure, praticamente nere, la prima delle quali, la più ampia, è posizionata a metà altezza, pochi millimetri prima dell'inizio dell'attaccatura della pinna dorsale, la seconda e la terza, decisamente più piccole e quasi impercettibili negli esemplari in forma giovanile, risultano posizionate rispettivamente al centro dell'attaccatura della pinna anale ed al centro dell'attaccatura della pinna caudale.
La zona perimetrale della prima e della terza macchietta possono presentare in individui adulti e correttamente alimentati, tonalità giallo/arancio, maggiormente visibile e leggermente iridescente al crepuscolo.
Nella parte centro/basale dei primi raggi di dorsale, anale e ventrali si nota in esemplari sessualmente attivi una bella pigmentazione intervallata arancio/nera, più tendente al rossastro nei maschi, tutte le altre pinne risultano decolorate e presso che trasparenti. Dorsale ed anali hanno attaccatura molto ridotta, la caudale è breve ma decisamente bipolata. La testa è piccola e cuneiforme, la bocca minuscola e disposta centralmente, lievemente rivolta verso l'alto.


Dimorfismo sessuale:

già in età giovanile i maschi sono in genere facilmente riconoscibili per via della maggiore ampiezza della macchia scura circolare presente sul fianco appena prima dell'attaccatura della pinna dorsale.
In adulti sessualmente attivi il dimorfismo risulta poi ancora più evidente per via della maggiore voluminosità del ventre osservabile nelle femmine, le quali in genere raggiungono anche una lunghezza leggermente superiore a quella dei maschi.
I maschi dominanti infine tendono a colorarsi sui fianchi di un bel rosso ciliegia, nota cromatica assolutamente non riscontrabile nelle femmine, e che nei maschi sessualmente attivi va a tinteggiare anche la gola ed i primi raggi della pinna anale, delle ventrali e della dorsale.

 

 

Boraras naevus - Dimorfismo sessuale - Photo by: Andrea Perotti

 

Dimensioni:

- lunghezza massima compresa tra 13 e 17 mm per i maschi
- lunghezza massima compresa tra 15 e 20 mm per le femmine


Ciclo vitale:

da 3 a 5 anni, in ragione anche della temperatura media stagionale dell'acqua


Dimensioni acquario:

in un acquario monospecifico di una quarantina di litri netti, sviluppato più in lunghezza che in altezza, se ne può ospitare un piccolo gruppo di 10/12 esemplari (non di meno!), abbinandovi al massimo una specie bentonica (di fondo) di ridotte dimensioni, ad esempio Otocinclus sp. o Corydoras pygmaeus. In caso di vero e proprio acquario di comunità multi specie il volume messo a disposizione deve necessariamente aumentare...


Valori consigliati per l’acquario:

- PH: 5.5 / 7.0
- GH: 3 / 13 °dGH
- Temperatura: 20 / 28 °C


Allestimento acquario:

l'ideale per far star bene questi piccoli ciprinidi è offir loro un allestimento con massiccia presenza di piante, soprattutto piante a stelo e/o galleggianti, così che abbiano sempre a disposizione punti di riparo, ma al tempo stesso consiglio di lasciare libera da piante ed arredi alti la zona anteriore dell'acquario, offrendo così loro anche uno spazio aperto a disposizione per il nuoto e per i giochi di corteggiamento.
Acqua non eccessivamente mossa, fondo non troppo chiaro. E' poi importante la disposizione del layout, in quanto tra i maschi adulti tende a comparire una certa territorialità intraspecifica in presenza di femmine, per cui è consigliabile creare divisioni territoriali mediante arredi e/o appunto la disposizione delle piante.

 

Boraras naevus in un mio acquario - Photo by: Andrea Perotti

 

L'acquario dev'essere anche ben maturo prima di potervi inserire questi pesci, in quanto mal tollerano la presenza di agenti inquinanti e l'instabilità delle condizioni chimiche dell'acqua, meglio quindi optare per vasche che abbiano almeno quattro / cinque mesi di funzionamento alle spalle, evitando di inserirli in vasche avviate da un mese o poco più, come invece purtroppo spesso accade.


Alimentazione:

specie onnivora, in natura è tuttavia prevalentemente un predatore che si nutre di microfauna, zooplancton, micro vermetti e minuscoli insetti che incautamente si poggiano sull'acqua, dunque nella dieta offerta in acquario la componente proteica dovrà necessariamente essere la predominante. Accetta praticamente tutti i classici cibi per pesci d'acquario, pur che abbiano una dimensione adatta alla sua piccolissima bocca. Il secco, sia in fiocchi sbriciolati sia in forma micro granulare, è sempre ben accetto, ma ovviamente se vogliamo offrir loro una dieta varia e completa non ci si potrà limitare solo a quello, occorre integrare con il vivo, o per lo meno surgelato e/o liofilizzato.
Per i miei esemplari somministro di base due differenti secchi in fiocchi di alta qualità, che integro inserendo a rotazione somministrazioni di artemia liofilizzata, tubifex (surgelati e vivi), dafnie esiccate, larve di zanzara (surgelate e vive) e spirulina (in fiocchi polverizzati).


Livello di nuoto:

tutti i livelli con preferenza per quello centrale


Comportamento:

pesce gregario da tenere in gruppi numerosi, consiglio almeno 10 esemplari. Assolutamente pacifico ed innocuo verso le altre specie. Molto vivace in acquario monospecifico ben allestito, ben più timido e quindi meno visibile se abbinato male, ad esempio con pesci iperattivi e/o che ne contendano il medesimo livello di nuoto (vedere anche 'Biocenosi').

 

Gruppo di Boraras naevus in un mio acquario - Photo by: Andrea Perotti

 

Biocenosi:

assolutamente innocuo e pacifico verso qualsiasi altra specie, questo pesce risulterebbe quindi adatto all’acquario di comunità. Tuttavia, viste le sue ridotte dimensioni, occorre evitare l’abbinamento a pesci troppo grandi e/o voraci, che potrebbero vederlo come una preda. Essendo inoltre un pesce piuttosto timido è preferibile non abbinarlo ad altre specie da branco che tendano a condividerne il livello centrale di nuoto, soprattutto se di indole iperattiva. Quindi diciamo che l'acquario comunitario è una possibilità, ma non la scelta migliore, la quale resta indubbiamente quella dell'acquario monospecifico.
Se abbinato ad altre specie del Genere Boraras potrebbero avvenire ibridazioni, sappiatelo.




La Riproduzione



Difficoltà d’ottenimento della riproduzione in cattività:

difficoltà media; in acquari fittamente piantumati può avvenire spontaneamente senza particolari accorgimenti da parte nostra, tuttavia gli adulti tendono a nutrirsi sia delle uova sia delle successive larve, ragion per cui se non si separano le uova appena deposte dai riproduttori difficilmente si salverà qualcosa.


Modalità riproduttiva:

specie ovipara


Maturità sessuale:

non ho dati certi in merito all'età in cui viene raggiunta, si tratta di un tempo variabile in funzione soprattutto della temperatura, la quale influisce notevolmente sul metabolismo e quindi sul tasso di crescita dell'animale.


Formazione della coppia:

non si formano coppie per come noi le intendiamo, le riproduzioni avvengono in natura come in cattività senza una regola fissa, in momenti di aggregazione del branco, le femmine rilasciano le uova dove capita, spesso in zone aperte o in mezzo alle piante, ed i maschi provvedono successivamente a fecondarle.


Alimentazione consigliata in ottica riproduttiva:

sicuramente includendo nella dieta piccole prede vive (ad esempio dafnie, micro worms e larve di zanzara) si va a stimolare l'istinto riproduttivo di questi pesci.


Valori consigliati per l’acquario riproduttivo e suo allestimento:

non ho dati certi in merito, so solo che la deposizione avviene più facilmente quando ci si trova nella parte alta del range consigliato per la temperatura, quindi diciamo tra 26 e 28 °C, e con acqua tenera, quindi valori ridotti di durezza (GH < 4 °dGH pare sia il top in tal senso).
In rete si trovano alcuni articoli scritti da persone che le hanno riprodotte con successo nei loro acquari, da quelle testimonianze potrete sicuramente trarre utili informazioni.
Tra i miei esemplari sono avvenute delle riproduzioni, ma spontaneamente e senza alcun accorgimento da parte mia, anzi devo ammettere che sono avvenute proprio in coincidenza di periodi in cui trascuravo notevolmente l'acquario, zero cambi parziali (solo rabbocchi), zero pulizia di vetri e fondale, zero potatura delle piante, zero contenimento delle galleggianti, zero rimozione di formazioni algali, zero fertilizzazione e zero monitoraggio dei parametri chimico-fisici.... Probabilmente ha ragione chi afferma che "la miglior cosa che possa accadere per un acquario naturale, è un proprietario poco presente". Non ho mai provveduto a separare la prole dagli adulti, ma alcuni esemplari ce l'hanno ugualmente fatta divenendo poi parte integrante del branco, ciò è stato possibile grazie soprattutto alla notevole massa vegetale presente.

 

 

AUTORE:  Andrea Perotti

Ultimo aggiornamento (Giovedì 03 Novembre 2016 00:21)

 

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