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Intervista ad Andrea Ongaro

 

Intervista ad Andrea Ongaro

 

Andrea Ongaro

 

AquaExperience ha intervistato uno dei più talentuosi aquascaper nostrani, Andrea Ongaro, due volte nella top100 allo IAPLC, il prestigioso Layout Contest nipponico considerato da molti il vero Campionato Mondiale di Aquascape.

 

Fotogallery Andrea Ongaro

1. Buongiorno Andrea, come e quando è nata in lei la passione per l'acquario.

La passione per l’acquariofila è nata circa 5 anni fa con un acquario che mi fu donato e funzionò da cavia. In seguito acquistai un acquario da 60 l che allestii dopo essermi debitamente documentato.

2. Ha fin dall'inizio concentrato i suoi sforzi sull'aquascaping oppure vi è stato un
avvicinamento graduale?

Fin dalle prime esperienze ho sempre cercato di dare importanza all’aspetto estetico dell’allestimento, nonostante non conoscessi i principi dell’aquascaping, quindi penso che si possa definire come una sorta di predisposizione.

3. Cosa significa per lei essere un aquascaper?

Aquascaper è un termine che mette sempre un po’ di soggezione, sembra quasi una figura mitologica, in realtà mi considero solo un semplice appassionato che fa continue ricerche, sul web, leggendo riviste, confrontandosi con il prossimo.



4. Attualmente quanti acquari gestisce?

A breve allestirò la nuova vasca. In genere mi concentro su un solo progetto, in modo da dedicargli il tempo necessario e ricavare il massimo dei benefici dallo stesso.

5. Quali i layouter che più l'hanno influenzata nel suo percorso formativo?

Non ci sono particolari layout che hanno influenzato più di altri. Sicuramente le vasche collezionate nel repertorio ADA sono state le prime fonti d’ispirazioni. L’analisi che faccio osservando i diversi progetti non è limitata alla disposizione di determinati arredi, bensì ai particolari, come associazioni specie vegetali, giochi di colori e percezioni espresse dal layout.

6. A livello internazionale, limitandosi agli ultimi 3 anni di attività, quali sono gli aquascaper da lei più stimati?

Francamente penso che gli aquascaper veramente di talento a livello internazionale si possano contare sulle dita di una mano. Stimo molto Dave Chow, fondamentalmente perché ha la rara capacità di stravolgere ogni nuovo progetto. Notando le sue vasche di anno in anno si possono osservare continue evoluzioni nell’utilizzo degli arredi e delle piante. Unitamente apprezzo molto tutti i membri di CAU (Creative aquascape Union), sono veramente bravi, indipendentemente dalla qualità dei materiali che riescono a recuperare, nettamente superiore a ciò che il mercato nazionale propone.

7. Chi in Italia le sembra avere le carte in regola per poter un giorno arrivare ai loro livelli?

E’ una domanda difficile, in particolare perché in Italia non siamo in molti ad avere particolare dedizione e conosco la maggior parte di essi, quindi direi che quasi tutti abbiamo le stesse possibilità di distinguerci. La vera domanda da porsi è chi sarà capace di protrarre questo talento nel tempo.

8. Quando pensa e progetta un layout si aiuta osservando vasche di altri aquascaper, cerca ispirazione in paesaggi naturali, insomma come riesce a visualizzare a priori l'obiettivo?

Osservo continuamente le vasche di aquascaper noti come pure di semplici appassionati. Dietro ad ogni semplice disposizione si può celare un dettaglio interessante. Senza dubbio parte dell’ispirazione e della tecnica deriva dall’osservazione in natura: ad esempio osservo le disposizioni del muschio sui rami, sulle rocce, particolari forme espresse da associazioni vegetali che si addensano lungo i torrenti, tutti particolari che riprendendo in vasca possono trasmettere sensazioni di naturalità.

9. Si affida a regole compositive e/o canoni stilistici già noti ed affermati?

Generalmente osservo la regola della sezione aurea o la proporzione 2:3, ma non con particolare rigidità. Fondamentalmente le uso per evitare di scegliere materiali non proporzionati alle dimensioni della vasca. Per quanto riguarda canoni stilistici, cerco di cambiare continuamente, non concentrandomi strettamente su una tipologia di allestimento, in modo da poter ampliare le mie conoscenze e sperimentare continuamente.

10. Può spiegare come è solito impostare allestimento ed avvio di un acquario di piante e come previene, affronta e risolve le problematiche "tipiche" che di sovente emergono durante la fase di start-up?

Impostare l’allestimento è un’operazione cui dedico molto tempo. Desidero che al momento dell’avvio tutto sia perfetto. Probabilmente uno dei miei tanti difetti o pregi, dipende dai punti di vista, è essere fissato nella cura dei dettagli, quindi preferisco procedere solitamente a piccoli passi, mettendo prima di tutto a mollo i nuovi legni in modo che si appesantiscano, pulisco a fondo la vasca, e le rocce da eventuali detriti terrosi. L’avvio della vasca è un’operazione molto importante. Nonostante abbia fin ora utilizzato i fondi ADA notoriamente molto fertili, non sono mai comparse alghe nei primi stadi di vita della vasca, grazie ai cambi d’acqua frequenti e di piccola entità. Nel primo mese successivo faccio cambi del 20% ogni due giorni e aggiungo batteri, in modo da non incombere in sovraccarichi di nutrienti e mantenere una flora batterica sempre consistente. Dopo circa tre settimane, periodo in cui la vasca si è stabilizzata, inizio con la piantumazione ed una blanda fertilizzazione con CO2 e potassio. Considerando che la maggior parte dei nutrienti viene già messo in circolo dal fondo non ritengo opportuno somministrarne ulteriori.

11. Ci spiega brevemente la sua conduzione tipo di un acquario di piante (erogazione CO2, fotoperiodo, filtraggio, cambi parziali, etc…)?

Una volta maturata la vasca e fatta la prima piantumazione, mantengo per almeno 10gg un fotoperiodo di 5 ore, circa 1 bolla ogni due secondi di CO2, non fertilizzo con micro e macroelementi ma solo con solfato di potassio. Successivamente, quando le piante iniziano ad adattarsi, aumento gradualmente il fotoperiodo portandolo a 9 ore, aumentando il CO2 a una bolla/secondo e inserendo una quotidiana fertilizzazione di colonna.
Il filtraggio è affidato ad un filtro esterno eheim ecco 2236 che apro circa una volta al mese per operare la necessaria pulizia. Per quanto riguarda gli interventi  ordinari, credo molto nel fare cambi settimanali e di discreta entità, dal 30 al 40% in modo da evitare carichi organici e di nutrienti, che porterebbero inevitabilmente alla proliferazione di alghe.


12. Sicuramente avrà avuto modo di provare in prima persona varie marche di fertilizzanti e fondi attivi, con quali di questi prodotti si è trovato meglio?

Per quanto riguarda la mia esperienza in merito a fondi fertili, fin ora ho sperimentato Seachem Flourite e ADA Soil Amazonia. Si tratta di prodotti completamente diversi, nella composizione e metodo di gestione, quindi difficili da confrontare. Ho comunque ottenuto ottimi risultati con entrambe, quindi ritengo siano senza dubbio prodotti di ottima qualità. In riferimento ai fertilizzanti liquidi, ho avuto modo di utilizzare la linea proposta da Seachem e Tropica. Tra le due preferisco senza dubbio il Tropica Plant Nutrition plus, poiché si tratta di un unico prodotto, meno complicato da somministrare rispetto alla filosofia della casa americana che prevede la combinazione di più prodotti.

13. Per decifrare eventuali carenze nutrizionali delle sue piante è solito affidarsi a frequenti misurazioni con test appositi oppure le basta un'attenta valutazione visiva per fare il punto della situazione?

Penso che un’attenta valutazione visiva sia più che sufficiente per individuare problemi in vasca. Penso che imparare a conoscere la propria vasca non sia solo utile per una migliore gestione, ma anche per aumentare la ricchezza interiore con nuove conoscenze.

14. Quali sono le sue piante preferite, quelle diciamo per lei irrinunciabili in un suo layout, e perché?

Ho molte specie cui sono legato, alcune che coltivo con piacere in ogni allestimento come Bolbitis heudelotii, Echinodorus tenellus, Proserpinaca palustris, Vesicularia montagnei e Vesicularia dubyana, altre che invece non ho mai avuto modo di usarle ma spero di averne occasione a breve, quali la Staurogyne, Ludwigia ilclinata var. "verticillata Cuba". Sta di fatto che nessuna specie è irrinunciabile: mi spiego, se un layout ad esempio non prevede l’uso di Bolbitis, di fatto non la uso, perché andrei solamente ad inquinare un progetto di partenza con tutt’altre prospettive.

15. Per due anni consecutivi (2007 e 2008) si è meritatamente piazzato nella TOP 100 all'IAPLC Layout Contest, un risultato notevole, tuttavia nell'edizione 2009 la vasca da lei presentata al contest non ha raccolto grandi consensi tra i membri della giuria. E' deluso del 266° posto in classifica di quest'anno oppure il risultato ottenuto ha rispecchiato quelle che erano le sue aspettative visto che la vasca non era una nuova realizzazione bensì un'evoluzione del layout portato in concorso l'anno precedente?

Non sono deluso del piazzamento, alla fine si tratta comunque di un hobby, un gioco. L’idea dei contest dev’essere vista a mio parere come un piacere di mettersi in gioco, niente di più. Oltretutto come ha giustamente citato, si trattava di una rivisitazione del precedente layout quindi non potevo certo sperare in risultati lampanti.

16. I metodi di valutazione adottati sono secondo lei corretti o andrebbe rivisto qualcosa? Vi sono aspetti troppo sottovalutati dalla giuria dell'IAPLC oppure altri al contrario tenuti eccessivamente in considerazione?

Penso non esistano criteri di valutazione ideali. Per quanto si possano definire delle regole, la valutazione sarà sempre soggettiva e per questo è difficile trovare una linea comune. Ci sono molti esempi che giustificano quanto appena scritto osservando il booklet, ma questa è solo una considerazione personale.

17. Il 2009 è stato un anno ricco di risultati incoraggianti per gli aquascaper italiani, tuttavia resta ancora un certo gap tra i nostri migliori layouter ed alcuni nomi noti asiatici, riusciremo a colmare tale gap? Cosa ci manca per arrivare ai loro livelli? Vedremo mai un italiano trionfare all'IAPLC Layout Contest?

Raggiungere livelli degli asiatici è impresa ardua, per diversi motivi, materiali, tecnica di allestimento, fotografica e, da non sottovalutare, la sensibilità della cultura orientale. E’ evidente che il gap è molto ampio ma ho notato negli ultimi anni gli italiani che si classificano entro i top 100 sono in lieve aumento, quindi questo lascia ben sperare.

18. Ha partecipato recentemente anche ad altri contest internazionali? Con che risultati?

Nel 2009 ho partecipato ad altri due contest, con l’allestimento Sunrise on the river: l’Aquavida aquascaping contest in cui mi sono aggiudicato un settimo posto nella categoria “Acuario medio” nonché un quindicesimo posto nella classifica generale su 150 partecipanti, e l’Aquatic Scapers Europe Contest nel quale mi sono aggiudicato un virtuale terzo posto, poiché sono stato squalificato per aver proposto lo stesso allestimento nel contest spagnolo prima citato.

19. Che progetti ha per il 2010?

Dal punto di vista acquariofilo senza dubbio portare avanti un nuovo progetto, magari diverso dai precedenti, cercando qualche nuova soluzione. Parallelamente mi piacerebbe allestire una vasca di piccole dimensioni, magari utilizzando qualche nuovo prodotto in modo da conoscerne pregi e difetti e condividere tali conoscenze con il resto degli appassionati.

20. Secondo molti acquariofili l'impressionismo dei layout da "Aquascape Contest" spesso si discosta troppo dal concetto di acquario, per alcuni addirittura l'aquascaping e l'acquariofilia sono due mondi che andrebbero definiti e mantenuti in distinzione netta e gli aquascaper non dovrebbero nemmeno venir considerati dei veri acquariofili. Sento spesso criticare le opere dei più famosi aquascaper in modo pesante e lapidario, vi accusano in particolare di realizzare acquari non sostenibili e dalla dubbia durata e manutenibilità, realizzati a volte per durare solo il tempo di una foto, vi accusano di interpretare in modo troppo consumistico questa passione senza nemmeno il dovuto rispetto per la fauna la quale parrebbe secondo costoro relegata sono a ruolo di elemento coreografico di contorno. Cosa si sente di voler dire a difesa del mondo dell'aquascaping?

Non sono molto d’accordo nel definire un confine netto tra acquariofila e aquascaping, in quanto ritengo che anche un acquario a tema (o più comunemente detto biotopo) possa essere creato concentrando parte dell’attenzione all’estetica. Deduco dalla domanda che mi ha posto che l’aquascape è visto come un qualcosa di estremo, finto. Ciò che a mio parere è importante trasmettere è che l’aquascape non è sinonimo di vasche spinte, assolutamente. Si possono creare bellissime vasche con legni opportunamente selezionati e pochissime varietà di piante, come epifite e muschi o specie scelte in base alla loro origine geografica. Per quanto riguarda la fauna, il fatto che non siano protagonisti dell’opera non significa che venga meno la loro cura: molti non sanno che spesso i pesci sono inseriti in una vasca esclusivamente per fare delle foto e poi tolti. Ammetto che uno stato di stress può essere causato dai frequenti interventi fatti in vasca come potature e cambi d’acqua, ma questo non giustifica tali opinioni. Ultima nota che ritengo doveroso scrivere è che un aquascaper è prima di tutto un bravo acquariofilo, in quanto deve gestire una vasca con processi molto più accelerati rispetto ad un acquario convenzionale e quindi deve conoscere a priori i numerosi aspetti e problematiche che caratterizzano il sistema acquatico in questione.

21. Che consigli si sente di dare brevemente ad un neofita che intenda avvicinarsi per la prima volta al fantastico mondo dell'aquascaping o più in generale del plantacquario?

Consiglio che mi sento di dare prima di tutto è documentarsi, leggere articoli e riviste non solo per imparare le tecniche di allestimento, ma soprattutto per conoscere le piante, capire le loro esigenze e potenzialità; affidarsi a dei prodotti commerciali di nota qualità, con i quali è più semplice ottenere dei buoni risultati. Infine non complicarsi la vita inutilmente acquistando prodotti la cui gestione è difficile, come ad esempio terre allofane. Ho allestito vasche semplicemente usando un buon fondo fertile e del ghiaino di quarzo ottenendo risultati comunque molto soddisfacenti.

22. Prima di salutarci desidera ringraziare pubblicamente qualcuno? C'è una qualche figura che reputa essere stata fondamentale per il suo cammino fin qui percorso nel mondo dell'aquascaping?

Con particolare piacere ringrazio Riccardo Gallego ed Elena Lion, titolari del negozio Zoolandia di San Daniele del Friuli, i quali mi supportano ormai da qualche anno in questa avventura. Riccardo, anche lui appassionato aquascaper mi ha trasmesso molte delle sue conoscenze, sia in merito alla progettazione e gestione, sia per quanto riguarda la scelta dei prodotti. Elena, degna figlia di un architetto, con la sua criticità mette a dura prova ogni mia realizzazione.
Proprio perché ho avuto questa bella esperienza, mi sento in dovere di consigliare agli appassionati, in particolare se neofiti, di cercare con cura e affidarsi ad un negoziante di fiducia. Come disse il poeta inglese Samuel Butler “si può apprendere un'arte solo nelle botteghe di coloro che con quella si guadagnano la vita”.




L'intervista è conclusa.

Lo staff di AquaExperience la ringrazia infinitamente per il tempo che ci ha dedicato.

 

 


 

 

Alcune creazioni di Andrea Ongaro...

 

 

Breath - 86° classificato su 1154 partecipanti (IAPLC 2007)

Breath by Andrea Ongaro

 

Jetstream - 70° classificato su 1170 partecipanti (IAPLC 2008)

Jetstream by Andrea Ongaro

 

Sunrise on the river - 266° classificato su 1342 partecipanti (IAPLC 2009)

Sunrise on the river by Andrea Ongaro

 

Two - Cubetto di appena 2 litri

Ongaro two

 

 


 

 

Per altre informazioni su Andrea Ongaro e la sua passione per l'Aquascape vi invitiamo a visitare il suo blog AquaArtGallery.

Fotogallery Intervista a: Andrea Ongaro

Ultimo aggiornamento (Domenica 07 Marzo 2010 23:02)

 

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