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Puntius padamya

 

Puntius padamya
(Kullander & Britz, 2008)

 

Puntius padamya - Male - Foto di: Andrea Perotti

 

 

Stupendo ciprinide sub-tropicale, va tenuto in piccoli gruppetti in acquari piantumati ma con ampi spazi liberi a disposizione per il nuoto. Diffuso in ambito acquariofilo da quasi 40 anni ha ottenuto finalmente la meritata classificazione sono nel 2008. Robusto e di facile mantenimento, adatto quindi anche a neofiti dell'acquariofilia.


Fotogallery Puntius padamya

Nome scientifico:

Puntius padamya


Nota al nome scientifico:

il percorso tassonomico seguito da questa specie è davvero particolare, direi unico ... vale sicuramente la pena ripercorrerlo. La prima osservazione ufficiale "registrata" della specie avvenne nel 1972 durante un raduno di un circolo acquariofilo ad Odessa, in Croazia, da cui il nome comune, ma non si fece chiarezza sulla provenienza di quegli esemplari che al momento vennero "etichettati" come ibridi .... forse arrivati casualmente in un negozio locale mischiati in mezzo ad una consegna di altri ciprinidi molto simili esteticamente e quindi poi finiti nella vasca di qualche ignaro appassionato e successivamente notati.... la specie fu comunque da subito riprodotta in acquario mantenedo le proprie caratteristiche morfologiche e cromatiche generazione dopo generazione, la specie iniziò così a diffondersi tra gli appassionati, successivamente fu presa in grande considerazione da alcuni allevamenti professionali, tant'è che già a partire dalla fine degli anni '70 iniziò ad avere una buona diffusione nel circuito commerciale dei pesci ornamentali, soprattutto in Asia ed in Europa dell'est, ma ancora nessuno capiva esattamente da dove la specie fosse "saltata fuori". I primi studi attribuirono a questo Ciprinide lo status di "ibrido", ovvero non una specie a sè stante bensì il probabile frutto di incroci avvenuti, presumibilmente in cattività, tra alcune differenti specie di Ciprinidi aventi elementi molto comuni dal punto di vista genetico, si riteneva inoltre che la specie appunto si fosse generata in cattività, anche perchè in natura non se ne trovava alcuna traccia. Gli studi si concentrarono sulle possibilità di ibridazione in particolare tra Puntius conchonius, Puntius cumingi, Puntius stoliczkanus e Puntius ticto. Non si riuscì comunque ad arrivare ad una conclusione certa in merito .... così iniziarono all'interno dell'ambiente a formarsi due differenti correnti di pensiero, delle quali la prima riteneva la specie figlia di una mutazione derivante da adattamenti a differenti condizioni di habitat accusata da Puntius stoliczkanus o da Puntius ticto, mentre la seconda corrente di pensiero credeva fermamente che si trattasse di una specie a sè stante, presente anche in natura, ma molto rara o forse addirittura recentemente estinta nell'habitat originario. Ci fu così un lungo periodo in cui la specie veniva identificata come Puntius ticto var. "Odessa", o come Puntius stoliczkanus var. "Odessa", o più genericamente come Puntius sp. "Odessa". Nel 2003 finalmente la svolta .... il ricercatore zoologo Ralf Britz durante una spedizione di ricerca in Myanmar (Birmania) settentrionale trova l'habitat naturale della specie e ne preleva alcuni esemplari per dare inizio ad una nuova serie di studi. Nel 2008 Ralf Britz e Sven O. Kullander decidono finalmente di classificare questo ciprinide come specie a sè stante, attribuendole il nome "padamya" in quanto la colorazione dei maschi in corteggiamento ricorda molto quella offerta da un particolare Rubino rinvenibile in Myanmar, che appunto ha nome padamya. Le conclusioni di Britz e Kullander tuttavia non sono certe al 100%, resta ancora il dubbio che la specie sia in realtà frutto di ibridazioni avvenute in natura tra differenti specie del Genere Puntius, oppure frutto di adattamento geografico di un'altra specie, tant'è che si sono riscontrate differenze anche non indifferenti in termini di colorazioni al variare anche di poco del punto di cattura in natura, l'attuale classificazione di questa specie risulta infatti "formale", quindi la questione è tutt'altro che risolta.


Nomi comuni:

Barbo di Odessa
Barbus odessa
Puntius odessa
Odessa barb
Scarlet barb


Famiglia:

Cyprinidae


Luogo d’origine:

Asia (rinvenibile in Birmania).


Morfologia:

corpo massiccio, compresso lateralmente all'altezza del peduncolo caudale, molto idrodinamico e con profilo dorsale arcuato in particolar modo negli esemplari adulti. Peduncolo caudale allungato con pinna caudale ben sviluppata e bipolata. Muso relativamente piccolo, con bocca disposta centralmente, occhi grandi e molto avanzati. Scaglie in forte evidenza, grazie ai profili neri che creano un forte contrasto cromatico. La pinna caudale è rosso/arancio nel centro e giallo/arancio in corrispondenza delle estremità dei due lobi. Le altre pinne risultano con lieve tonalità giallo/arancio e punteggiate di nero. La livrea di fondo corporea è grigio/argentea, con riflessi metallici ed una lieve tonalità di fondo verde/azzurrina, nei maschi però è presente un'ampia fascia color arancio/rossa che percorre longitudinalmente tutto l'animale in corrispondenza della sua linea laterale, coprendo tutto il fianco dalla zona degli opercoli branchiali fino alla pinna caudale compresa. Questa banda è solo appena accennata nelle femmine, più sbiadita e priva di tonalità rossicce, mentre risulta molto marcata nei maschi, soprattutto nei periodi riproduttivi, arrivando ad assumere una stupenda tonalità rosso rubino. Sui fianchi si trovano infine due macchie nere tondeggianti, delle quali una più ampia e sviluppata più verticalmente si trova subito dopo gli opercoli branchiali, mentre l'altra, più piccola e più circolare, si trova all'inizio del peduncolo caudale; queste macchie nere non sempre però risultano ben visibili.


Dimorfismo sessuale:

le femmine sono leggermente più grandi e più massicce rispetto ai maschi, i quali invece dal canto loro mostrano una colorazione più intensa, soprattutto sulle tonalità rossicce che risultano assenti nelle femmine, differenza cromatica che risulta particolarmente esaltata durante le fasi che precedono la riproduzione.


Dimensioni:

lunghezza massima di 7 cm per i maschi e di quasi 8 cm per le femmine.


Ciclo vitale:

da 3 a 5 anni.


Dimensioni Acquario:

un acquario dedicato da circa 80 / 90 litri netti, sviluppato prevalentemente in lunghezza, è adatto per allevarci un gruppetto di 6 / 7 esemplari. In caso invece di acquario comunitario occorre secondo me un litraggio maggiore, consiglio almeno 120 litri netti.


Valori consigliati per l’acquario d'allevamento:

- PH: 6.0 / 7.2
- GH: 5 / 18 °dGH
- Temperatura: 17 / 27 °C


Allestimento acquario d'allevamento:

ama acquari piantumati, ma con un adeguato spazio libero a sua disposizione per il nuoto, la soluzione ideale è quindi quella di piantumare principalmente a ridosso delle pareti laterali e di quella posteriore, lasciando la zona centro-anteriore priva di piante, o almeno senza piante alte. Puntius padamya mal tollera la luce forte e diretta, è quindi importante non eccedere con l'illuminazione ed offrire zone di riparo, ad esempio mediante impiego di piante galleggianti; per lo stesso motivo è meglio evitare di realizzare il fondo dell'allestimento con materiale bianco o comunque di colorazione molto chiara. Non si trova a suo agio in acque troppo ferme, meglio quindi eccedere con la filtrazione oraria in modo da garantire un'ottima circolazione dell'acqua.


Alimentazione:

onnivoro. In acquario accetta qualsiasi alimento (secco, liofilizzato, surgelato, vivo, etc...), è anche un buon consumatore di alghe. Offrite dieta varia e completa. Con regolari somministrazioni (due / tre vole a settimana) di vivo e/o surgelato le tonalità di questo pesce si intensificheranno sensibilmente e al tempo stesso si otterrano esemplari maggiormente predisposti alla riproduzione.


Livello di nuoto:

centrale.


Comportamento:

è un pesce di branco, necessita quindi di allevamento in gruppi di almeno 6 / 7 esemplari a sessi misti, in cui dare comunque prevalenza numerica alle femmine. Se inseriti in numero troppo esiguo possono denotare nervosismo e intolleranza verso gli eventuali coinquilini, specialmente verso quelli con pinne vistose e/o che tendano a muoversi lentamente nel medesimo livello di nuoto, epidosi chiaramente derivanti da situazione di stress.


Biocenosi:

se inserito in numero adeguato e con a disposizione uno spazio adatto alle sue caratteristiche di instancabile nuotatore Puntius padamya si dimostra un pesce socievole e pacifico, adatto quindi all'acquario di comunità.



La Riproduzione


Difficoltà d’ottenimento della riproduzione in cattività:

media.


Modalità riproduttiva:

ovipara.


Maturità sessuale:

non ci sono dati certi in merito.


Formazione della coppia:

non si formano coppie. All'interno del branco gli approcci sessuali avvengono in modo piuttosto casuale, e il legame tra due riproduttori dura solo il tempo necessario a deposizione e fecondazione delle uova. Spesso più maschi contemporaneamente si occupano di fecondare le uova rilasciate da una singola femmina.


Alimentazione della coppia:

aumentando le razioni di vivo e surgelato l'istinto riproduttivo si intensifica.


Valori consigliati per l’acquario riproduttivo e suo allestimento:

temperatura di almeno 23 °C e pH non superiore a 7.0. Per tentare la riproduzione partendo da una coppia di riproduttori consiglio di allestire una vaschetta dedicata, di almeno una trentina di litri netti. Mettete piante basse a fogliame fitto e del muschio, la femmina vi deporrà le uova che subito il maschio provvederà a fecondare. Filtrazione lenta o assente del tutto con protezioni a maglia fitta sulle bocchette d'aspirazione dell'eventuale filtro. Luce molto tenue.


Deposizione e schiusa:

il maschio corteggia la femmina, a volte con modi un po' bruschi, fino a convincerla a portarsi sulla zona più densamente piantumata ove, se tutto va per il verso giusto, avviene la deposizione e la successiva fecondazione. Le uova deposte in genere sono molte, svariate centinaia, ma occorre al più presto rimuovere i riproduttori altrimenti potrebbero avvenire delle predazioni. A 24 °C la schiusa sopraggiunge in circa 30 / 34 ore.


Primi giorni di vita degli avannotti:

appena nati i piccoli non hanno già quasi più traccia del sacco vitellino e per i primi giorni conducono vita bentonica, necessitando quindi di una buona presenza sul fondo di micro-organismi, insomma plancton. Se si ritiene che sul fondo i piccoli nati non possano trovare tutto il necessario potete iniziare da subito a somministrare minuscoli alimenti, ad esempio Infusori. Dopo circa 3 / 4 giorni gli avannotti dovrebbero iniziare a cercare il nutrimento anche in colonna, quello è il segnale per iniziare a somministrar loro anche naupli di Artemia salina, e successivamente secco specifico per avannotti finemente sbriciolato.


Ultimo aggiornamento (Domenica 03 Luglio 2011 17:49)

 

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