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Trigonostigma espei

 

Trigonostigma espei
(Meinken, 1967)

Trigonostigma espei - Foto scattata da Andrea Perotti in una vasca da lui allestita e gestita presso la sede di Acquarishop, Ranco

 

Piccolo e socievole ciprinide asiatico, va allevato in gruppi di almeno 7 / 8 esemplari altrimenti diviene rapidamente timido e stressato. E' un pesce facile e molto robusto, pertanto adatto anche al neofita, comunque per farlo stare davvero bene occorrerebbe allevarlo in acquari densamente piantumati, con presenza di zone di riparo dalla luce diretta e con acqua non troppo mossa, evitando di abbinarlo a specie troppo vivaci e/o aggressive.

Fotogallery Trigonostigma espei



Nome scientifico:

Trigonostigma espei


Nota al nome scientifico:

originariamente questa specie si chiamava Rasbora espei, secondo la prima descrizione ad opera di Meinken nel 1967. Successivi studi hanno portato alla creazione del Genere Trigonostigma, Genere che ha inglobato alcune specie prima appartenenti al Genere Rasbora; tra di esse anche Rasbora espei che è stata pertanto ufficialmente riclassificata in Trigonostigma espei nel 1999 da Kottelat e Witte.


Nomi comuni:

Lambchop rasbora
Rasbora espei
False harlequin Rasbora (attenzione: questo nome comune viene utilizzato in ambito commerciale anche per indicare la specie Trigonostigma hengeli)
Slim harlequin Rasbora
Espe's Rasbora


Famiglia:

Cyprinidae


Luogo d’origine:

Asia meridionale (rinvenibile in Thailandia e Cambogia).


Morfologia:

corpo affusolato, compresso all'altezza del peduncolo caudale e con profili dorsale e ventrale leggermente convessi. Muso appuntito con bocca di piccole dimensioni rivolta leggermente verso l'alto. Occhi ben proporzionati, con contorno dell'iride di un brillante color arancio. Corpo con tonalità di fondo grigio/verde, ma percorso sui lati da una striscia nera che parte dal peduncolo caudale e, a livello della linea laterale, percorre longitudinalmente la parte posteriore del corpo, fermandosi nella zona perpendicolarmente sotto i primi raggi della pinna dorsale, e lì allargandosi e prolungandosi verso il basso in direzione del ventre. Questa striscia nera annega in pratica in una vasta area di color arancione brillante, molto acceso, che parte anch'essa dal peduncolo caudale (sia sopra sia sotto alla striscia nera) e che si allarga nella parte del fianco che va dal punto in cui termina la striscia nera fino agli opercoli branchiali. Il ventre è leggermente più chiaro, mentre il profilo dorsale, se osservato dall'alto, appare grigio argenteo. Le pinne sono quasi tutte trasparenti, ad eccezione della zona mediana dei raggi della dorsale e dei raggi più esterni della caudale che mostrano una leggera tonalità arancio/rossiccia che si intensifica in esemplari maschi sessualmente attivi e/o in esemplari alimentati prevalentemente con vivo/surgelato. Pinna adiposa assente.


Dimorfismo sessuale:

allo stadio giovanile è pressochè impossibilie distinguerne il sesso, ma raggiunta la maturità sessuale la femmina aumenterà leggermente il volume ventrale apparendo più tozza rispetto al maschio, mentre nei maschi la colorazione sarà lievemente più accesa (se trattasi di esemplari sessualmente attivi). Non si tratta comunque di una differenza vistosa se non durante la fase immediatamente antecedente la deposizione, evento comunque molto raro da osservare in acquario. Per aiutarvi potete osservarne esemplari adulti dall'alto, quelli più snelli sono i maschi.


Dimensioni:

lunghezza massima 4,5 cm.


Ciclo vitale:

da 4 a max 6 anni.


Dimensioni Acquario:

un acquario da circa 60 litri netti, sviluppato prevalentemente in lunghezza, è adatto per allevarci un gruppetto di 7 / 8 esemplari.


Valori consigliati per l’acquario d'allevamento:

- PH: 5.0 / 7.4
- GH: 3 / 12 °dGH
- Temperatura: 22 / 27 °C


Allestimento acquario d'allevamento:

ama acquari molto piantumati, ma con un discreto spazio libero a sua disposizione per il nuoto, la soluzione ideale è quindi quella di piantumare principalmente a ridosso delle pareti laterali e di quella posteriore, lasciando la zona centro-anteriore priva di piante, o almeno senza piante alte. Trigonostigma espei mal tollera la luce forte e diretta, è quindi importante non eccedere con l'illuminazione ed offrire zone di riparo, ad esempio mediante impiego di piante galleggianti; per lo stesso motivo è meglio evitare di realizzare il fondo dell'allestimento con materiale bianco o comunque di colorazione molto chiara. La presenza di torba nel filtro, e di legni/radici nel layout saranno elementi molto graditi.


Alimentazione:

onnivoro. In acquario accetta qualsiasi alimento (secco, liofilizzato, surgelato, vivo, etc...) purchè dimensionalmente adatto alla sua piccola bocca. Offrite dieta varia e completa. Con regolari somministrazioni di vivo e/o surgelato le tonalità di questo pesce si intensificheranno sensibilmente.


Livello di nuoto:

centro-superiore.


Comportamento:

è un pesce di branco, necessita quindi di allevamento in gruppi di almeno 7 / 8 esemplari, meglio ancora se numericamente superiori.


Biocenosi:

pesce socievole e pacifico, adatto quindi all'acquario di comunità. Evitate però di abbinarlo a pesci di taglia troppo superiore e/o aggressivi. Inoltre non mettete specie iperattive ad occuparne il medesimo spazio di nuoto, altrimenti Trigonostigma espei tenderà a defilarsi mostrandosi timido e meno attivo.



La Riproduzione


Difficoltà d’ottenimento della riproduzione in cattività:

molto elevata.


Modalità riproduttiva:

ovipara.


Maturità sessuale:

non ci sono dati certi in merito.


Formazione della coppia:

non si formano coppie. All'interno del branco gli approcci sessuali avvengono in modo piuttosto casuale, e il legame tra due riproduttori dura solo il tempo necessario a deposizione e fecondazione delle uova.


Alimentazione della coppia:

aumentando le razioni di vivo e surgelato l'istinto riproduttivo si intensifica.


Valori consigliati per l’acquario riproduttivo e suo allestimento:

è raro ottenere anche solo la deposizione in cattività di questo ciprinide, chi volesse tentare deve allestire un piccolo acquario riproduttivo (una ventina di litri sono più che sufficienti) con acqua ambrata, acida, tenera, con una conducibilità molto bassa. Con un pH tra 5,0 e 6.0, una durezza tra 0 e 3 °dGH ed un'acqua decisamente ambrata per la presenza di torba dovrebbero generarsi le condizioni ideali per stimolarne la riproduzione. Si può inserire direttamente sul fondo della torba in granuli e/o delle foglie di Ketapang essiccate. Fondo scuro o eventualmente assente. Inserire almeno un paio di piante di media altezza con foglie ampie (in vasetto se in assenza di fondale), ad esempio Cryprocoryne wendtii o Anubias barteri. La luce dev'essere molto tenue, consiglio però di posizionare l'acquario riproduttivo in vicinanza di una finestra in modo che venga colpito dai raggi solari per almeno due / tre ore al giorno. Filtrazione lenta, o del tutto assente, con protezioni a maglia fitta sulle bocchette d'aspirazione dell'eventuale filtro. I due riproduttori vanno alimentati nelle settimane precedenti all'inserimento con cibo vivo e/o surgelato in modo da intensificarne l'istinto riproduttivo. Se possibile scegliete la femmina più grossa presente nel branco ed il maschio più intensamente colorato. Anche i cambi parziali con acqua più fresca in genere risultano molto stimolanti, consiglio quindi di tenersi sulla fascia centrale del range della temperatura, ad esempio attorno ai 25 / 26 °C, inserire i riproduttori, alimentarli ancora per una giornata con generose razioni di alimento vivo e/o surgelato, e in serata effettuare un paio di cambi parziali ravvicinati (ad esempio a un'ora di distanza tra loro) del 20 / 25 % cadauno, con acqua della stessa tipologia ma avente due / tre °C in meno di temperatura, in modo da provocare un leggero abbassamento della temperatura generale (ovviamente in contemporanea modificate la regolazione dell'eventuale riscaldaore ... o staccatelo del tutto se la vasca si trova in un locale dalla temperatura accettabile, altrimenti il riscaldatore farebbe rapidamente tornare la temperatura dell'acqua al valore precedente ai cambi). Lasciate poi la vasca tranquilla, tenendo come unica fonte di luce la finestra.


Deposizione e schiusa:

come dicevo pocanzi la riproduzione di questo ciprinide in cattività non è semplice, quindi non è detto che seppur in condizioni potenzialmente perfette avvenga la deposizione. Il consiglio mio è di non insistere oltre due / tre giorni, provando piuttosto una volta superato tale limite a sostituire uno o entrambi i riproduttori (e ripetendo da capo la procedura dei cambi parziali con leggero abbassamento della temperatura). Potete anche eventualmente provare ad inserire contemporaneamente due o tre coppie, ed appena notate un maschio intento a corteggiare ed inseguire una femmina rimuovete tutti gli altri esemplari lasciando a loro due l'intera vasca. Comunque sia, se tutto va per il verso giusto, dopo un breve corteggiamento i due riproduttori si portano sotto a una foglia, in genere la più ampia tra quelle presenti, la femmina vi depone le uova (molto appiccicose) attaccandole sulla sua pagina inferiore, e subito si fa da parte lasciando posto al maschio che provvede alla loro fecondazione, le uova che durante questa fase dovessero cadere dalla foglia finendo sul fondo verrebbero all'istante predate dai riproduttori stessi. Appena avvenuta la deposizione i riproduttori vanno rimossi altrimenti anche le uova appiccicate alla foglia saranno in pericolo, per maggior sicurezza potete posizionare sul fondo della vaschetta del muschio (ad esempio Vesicularia dubyana) tenuto giù da una rete a maglia fitta, in modo che la rete possa venire attraversata dalle uova in caduta ma non dai riproduttori, in tal modo anche molte delle uova cadute si salverebbero.
Il totale delle uova deposte può variare di molto in ragione dell'età della femmine, dell'alimentazione seguita nelle giornate immediatamente precedenti e della temperatura dell'acqua, preferisco quindi non sbilanciarmi sul loro ammontare, anche perchè i dati raccolti sulla riproduzione di questa specie sono ad oggi ancora troppo esigui; discorso analogo sul tempo necessario per l'ottenimento della schiusa, il quale è tra l'altro a sua volta influenzato dai valori dell'acqua (in particolare dalla presenza di Ossigeno, il quale è importante ma non deve comunque essere eccessivo) e dalla temperatura.


Primi giorni di vita degli avannotti:

anche in questo caso non ci sono purtroppo al momento sufficienti dati raccolti per poter dare indicazioni certe. Vi rimando alla scheda su Trigonostigma heteromorpha, specie affine, sulla gestione degli avannotti non dovrebbero esserci sostanziali differenze tra T. heteromporpha e T. espei.



 

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