Cerca nel sito

Intervista a Gianni Ghezzi

 

Intervista a: Gianni Ghezzi

 

AquaExperience ha intervistato Gianni Ghezzi, grande esperto di Ciclidi africani e titolare dell'allevamento 'Le Onde', vero punto di riferimento in Italia per molti appassionati ciclidofili.


Scorcio interno 'Le Onde' - Foto per gentile concessione: Gianni ghezzi

 

Fotogallery Intervista a Gianni Ghezzi

 

1. Buongiorno Gianni, la sua attività è molto nota ed apprezzata e lei è considerato in Italia dagli appassionati uno tra i maggiori esperti di Ciclidi africani. Per chi non la conosce può tuttavia fare una sua breve presentazione? Quando nasce il Gianni Ghezzi acquariofilo, e quando è scaturita in lei l’idea di creare “Le Onde”?

Buongiorno sono Gianni Ghezzi, ho 31 anni e lavoro in questo settore da 6 anni, ma sono acquariofilo dall'età di 5 anni. Inzialmente sono entrato in società in un ingrosso che successivamente ho ritirato, trasformandolo poi in allevamento con relativo negozio. Adesso, dopo 4 anni dal nostro insediamento, siamo in 4 persone più 2 collaboratori esterni.


2. Ci può elencare brevemente le caratteristiche attuali della sua attività? Metratura, numero vasche, totale litri al chiuso, totale litri all’aperto, etc…

La nostra serra comprende 400 vasche per circa 50000 litri complessivi più dei laghetti esterni, per un totale di 110000 litri, che vengono adibiti per lo più all'allevamento e all'ingrasso durante il periodo estivo.


3. Le Onde è nato già da subito come allevamento specializzato in Ciclidi africani o tale peculiarità è arrivata progressivamente in una fase successiva?

Già dall'inizio Le Onde si è specializzato nell'allevamento dei ciclidi africani, migliorandosi anno dopo anno. Negli ultimi 2 anni ci siamo specializzati anche nell'allevamento e nella commercializzazione di ciclidi sud e centro americani e discus selvatici, e nell'importazione e vendita di altri pesci rari, quali loricaridi, predatori, piranha, etc... Questo per poter offrire alla clientela la piu'ampia scelta possibile di pesci d'acqua dolce; siamo inoltre in costante contatto con i migliori allevatori ed esportatori, per poter proporre sempre le ultime novità e gli esemplari di massima qualità.

 

Alcune foto dell'interno di 'Le Onde'

 

Scorcio interno 'Le Onde' - Foto per gentile concessione: Gianni Ghezzi

 

Scorcio interno 'Le Onde' - Foto per gentile concessione: Gianni Ghezzi

 

Scorcio interno 'Le Onde' - Foto per gentile concessione: Gianni Ghezzi

 

Scorcio interno 'Le Onde' - Foto per gentile concessione: Gianni Ghezzi

 

 

4. Noto tra gli addetti ai lavori (negozi di acquariofilia non settorializzati come il suo, animal store, garden center con reparto animali, etc…) molta ignoranza in merito alle esigenze ed alle caratteristiche comportamentali dei Ciclidi africani. Un livello di preparazione davvero desolante e disarmante. Ciò, unitamente alla splendida livrea che in genere questi pesci sanno offrire, fa si che spesso vengano essi scelti con troppa superficialità, soprattutto da neofiti, e/o proposti senza assolutamente prima verificare che l’acquirente sia in possesso di un acquario idoneo e di un minimo di esperienza in merito alla gestione di questi particolari pesci. Solitamente non vengono date le necessarie informazioni precauzionali e così accade che l’esito di tali incauti acquisti è spesso disastroso. La presenza sul territorio di attività come Le Onde è una vera fortuna ma ciò logicamente non è sufficiente. Non sarebbe il caso di creare ed applicare normative apposite che possano in un qualche modo arginare il problema e possibilmente sensibilizzare maggiormente chi vende? In alcune nazioni ad esempio è vietato vendere un pesce ornamentale ad un minorenne che non sia accompagnato da un genitore o dal suo tutore… ciò potrà significare tutto o niente, ma sicuramente è già un qualcosa che denota una certa sensibilizzazione in merito al problema, sensibilizzazione che in Italia mi sembra piuttosto lontana dal realizzarsi.

Sinceramente penso che delle normative per regolarizzare la vendita dei pesci e sensibilizzare sia chi vende che chi acquista sarebbero un'ottima soluzione anche se, come per tutte le cose, il problema starebbe poi nell'applicazione e nella messa in pratica di tali norme. Purtroppo ci sono venditori che non hanno interesse a crescere o a migliorarsi, non tenendo conto che lavorando con animali vivi non si finisce mai di imparare. La cosa positiva, però, è che sempre più utenti privati prestano sempre maggior attenzione a quello che acquistano, non sottovalutando le esigenze proprie dei pesci.


5. Nel panorama acquariofilio italiano l’interesse per i Ciclidi africani mi sembra in lenta ma costante ascesa, tuttavia però di entità ancora limitata se confrontato con altre nazioni europee, ad esempio la Germania. Concorda con queste mie considerazioni?

Concordo con le Sue affermazioni ma posso anche constatare che in Italia l'interesse e la passione verso i ciclidi è cresciuta costantemente negli ultimi anni, mentre in Nazioni come Germania, Francia e Olanda, il mercato dei ciclidi sta incontrando una certa staticità e anche qualche battuta d'arresto. Il gap verso gli altri paesi rimane sempre, ma è stato notevolmente ridotto.


6. Gli esemplari di uso più comune vengono riprodotti in allevamento, o si tratta prevalentemente di pesci di cattura?

Gli esemplari più comuni sono di allevamento, la nostra azienda sta però facendo un notevole sforzo per offrire le specie più comuni con una linea genetica elevata. Cerchiamo, quindi, di lavorare con riproduttori selvatici in modo da poter offrire pesci di generazione F1 o al massimo F2.


7. Quali sono le nazioni ove è maggiormente praticato l’allevamento a scopo commerciale/ornamentale dei Ciclidi africani? Ove risiedono i maggiori importatori?

Le nazioni dove viene maggiormente praticato l'allevamento di pesci ornamentali sono la Germania per quanto riguarda i ciclidi Africani e la Francia e l'Olanda per quanto riguarda i ciclidi sudamericani. Negli ultimi anni sono nati, però, diversi allevamenti con un elevato standard di qualità negli Stati Uniti. I maggiori importatori, invece, risiedono in Germania e in Olanda.


8. In merito al prelievo di esemplari in natura, gli stati africani interessati dal fenomeno applicano misure per la prevenzione delle specie più a rischio andandone a regolamentare il prelievo e l’esportazione oppure c’è totale disattenzione da parte degli organi competenti su tale tema? So ad esempio che molte specie sono purtroppo ormai introvabili in natura e sopravvivono solo in acquari di appassionati, è questo soprattutto il caso del Lago Vittoria.

Gli Stati africani (non tutti) hanno già delle leggi che tutelano la pesca e il commercio dei pesci, il grosso problema, però, è l'alto livello di corruzione che fa si che tali norme vengano regolarmente infrante. Il Lago Vittoria è un caso diverso in quanto l'estinzione o la rarefazione di numerose specie è dovuta all'inserimento negli anni '60 della "Perca del Nilo", anche se, da recenti studi, la situazione del Lago Vittoria sta lentamente migliorando. La causa principale della diminuzione dei ciclidi negli stati africani è, invece, il forte incremento demografico sulle coste dei laghi che ha aumentato l'utilizzo di ciclidi per scopi alimentari. Completamente differente è la situazione in Sudamerica, dove le leggi esistono e vengono fatte rispettare ma il grosso problema è invece la distruzione indiscriminata degli habitat naturali. Ad esesmpio, ultimamente, il governo brasiliano ha approvato la realizzazione di una centrale idroelettrica sul Rio Xingu, che creerà un lago artificiale di oltre 500 kmq, sconvolgendo radicalmente l'equilibrio del fiume e (spero di sbagliarmi) condannerà all'estinzione pesci endemici, conosciuti da tutti, quali ad esempio Hypancistrus Zebra e Potamotrygon Leopoldi.


9. Come avviene tecnicamente la stabulazione dei pesci di cattura una volta giunti a Le Onde? Immagino serva un lungo periodo di osservazione prima di poter dichiarare vendibili gli esemplari.

In realtà tutto dipende da come arrivano i pesci, generalmente i pesci africani sono molto più robusti ed hanno bisogno solamente di un blando trattamento antibiotico. I pesci sudamericani, anche per i diversi valori chimici dell'acqua dei luoghi di provenienza, sono generalmente più delicati e necessitano di più tempo di stabulazione. Normalmente, però, sono vendibili nell'arco di due settimane al massimo.


10. Può capitare che pesci “wild” di provenienza africana siano veicolo di parassiti fastidiosi o addirittura pericolosi e trasmissibili anche all’uomo? Come ci si deve regolare in tal senso?

Direi che potrebbe capitare ma sono casi molto rari. In caso dovesse succedere bisogna rivolgersi all'azienda sanitaria di competenza e specificare la provenieza del pesce. Questa problematica va estesa a tutti i pesci e non solamente agli africani.


11. Quale tipologia di filtrazione adotta nelle sue vasche di allevamento e di accrescimento? In una mia recente visita presso la sua attività ho notato un largo impiego di filtri ad aria.

Noi utilizziamo una soffiante ad aria di 4,5 Kw/h, che alimenta tutta la serra, sia per praticità nella gestione che per convenienza.


12. Come vede le nuove (2009) normative europee per la regolamentazione della spedizione di animali vivi, recepite e rese operative anche in Italia? Spedire il vivo è ora decisamente più costoso, ma il tasso di mortalità è realmente diminuito?

Il tasso di mortalità è effettivamente diminuito ma non per le nuove normative, bensì per la maggiore attenzione nell'imballaggio e nel trasporto da parte degli allevatori. Ciò che ha fatto realmente diminuire la mortalità degli animali è l'impiego di anestetici di ultima generazione studiati appositamente per i lunghi trasporti, mentre i vecchi anestetici utilizzati fino a qualche anno fa erano drivati da quelli utilizzati in acqua cultura, adatti solo per brevi tempi di esposizione, e quindi creavano gravi problemi soprattutto a livello epatico ai pesci durante il trasporto.


13. Sconsiglia comunque l’acquisto di pesci on-line nei mesi più freddi e più caldi dell’anno oppure le nuove normative hanno regolamentato ed implementato l’attenzione degli spedizionieri e l’efficacia dell’imballaggio a tal punto da rendere ora sicura la spedizione con qualsiasi situazione meteorologica?

Le nuove normative non parlano di condizioni metereologiche in cui spedire; noi come azienda concordiamo con il cliente sia i modi che i tempi di spedizione. I problemi, comunque, non sono nè negli imballaggi, nè nelle condizioni metereologiche, bensì nella celerità o meno nella consegna da parte dei corrieri.


14. Le Onde è considerato dagli appassionati “Il Paradiso dei Ciclidi”, vi si possono trovare anche specie rare o addirittura estinte in natura?

Io spero che venga considerato "il paradiso dei ciclidi", anche se non spetta a me giudicare. Da noi si possono trovare anche specie rare o estinte in natura quali, ad esempio, alcune specie del lago Vittoria (Platytaeniodus degeni Uganda). Recentemente abbiamo iniziato anche un progetto di allevamento di ciclidi del Madagascar, i quali sono, per la maggior parte, o estinti o prossimi all'estinzione.


15. Vista particolarità e rarità di alcune specie in suo possesso, immagino che le sarà capitato di mettere a disposizione degli esemplari per osservazioni scientifiche. Ci sono sul nostro territorio studiosi/ittiologi che si occupano di Ciclidi africani?

Purtroppo è capitato troppo poco! Comunque sia l'Università di Pisa che il museo naturale di Calci stanno facendo un ottimo lavoro a livello di Ciclidi e soprattutto grazie all'intervento del Professor Roberto Barbuti. Nell'ultimo anno, grazie soprattutto agli ottimi rapporti lavorativi che abbiamo in Svezia, abbiamo cominciato un proficuo scambio di informazioni con l'Università di Stoccolma.


16. Le è capitato di possedere specie non ancora classificate e quindi ancora da descrivere?

Si ci è capitato, soprattutto con specie provenienti dal Sudamerica (in particolare Loricaridi) dove la bio-diversità è altissima. Nei pesci africani, invece, c'è ancora un po' di confusione, soprattutto per l'altissima variabilità geografica delle specie.


17. Ed invece esistono specie che desidererebbe vedere nelle sue vasche ma che non è mai riuscito a reperire sul mercato?

Personalmente mi piacerebbe molto avere alcune specie provenienti dal Madagascar, perchè quelle che abbiamo ora non sono abbastanza per formare un buon gruppo di riproduttori. Un pesce che, purtroppo, per via della scarsissima reperibilità, non sono mai riuscito ad allevare, è il Retroculus xinguensis.


18. Cambiano di molto le esigenze realizzative (layout e litraggio) e chimiche (valori acqua e tipo di filtraggio) tra un “classico” allestimento Malawi ed un “classico” allestimento Tanganika? Quale tra i due il più semplice da gestire e quale il più appagante?

Diciamo che, anche se è difficile generalizzare, le esigenze di lay out e di litraggio, più che variare da lago a lago, variano da specie a specie, ad esempio nel Lago Malawi abbiamo specie di dimensioni ridotte e strettamente vegetariane (quali ad es Pseudotropheus demasoni), per cui per un acquario monospecifico sono sufficienti 200 litri d'acqua, mentre predatori che arrivano a 40 cm (Champsochromis caeruleus) necessitano di vasche di almeno 1000 litri. Il livello di difficoltà nella gestione degli acquari dipende tutto dalle specie inserite. Dal mio punto di vista i pesci del Lago Malawi sono più appaganti dal punto di vista estetico, mentre i pesci del Lago Tanganyika e Sudamericani sono più affascinanti dal punto di vista comportamentale. Ovviamente questa è solo una considerazione personale.


19. Immagini di dover convincere tutti i lettori di questa intervista a rinunciare all’idea di un piccolo acquario di comunità e/o al plantacquario, scegliendo invece un allestimento dedicato ai Ciclidi africani. Cosa direbbe loro? Cosa rende veramente appagante l’acquario “African Lake”? I ridotti costi/tempi di gestione e manutenzione? L’osservazione dei comportamenti riproduttivi? I colori vivaci e le manifestazioni di territorialità? O cos’altro?

Personalmente non credo di dover convincere nessuno in quanto le specie di ciclidi conosciute sono talmente numerose e varie che rendono possibile qualsiasi tipo di allestimento, anche con piante.


20. Prima di concludere c’è qualcuno che desidera citare? Una qualche figura, Associazione, sito, che ha avuto un ruolo importante nel suo percorso formativo e che desidera ringraziare?

Sotto l'aspetto personale devo ringraziare, innanzi tutto, i miei genitori che non mi hanno mai ostacolato, sia come appassionato che nelle successive scelte lavorative fatte, anzi a tutt'oggi sono impegnati a tempo pieno nell'azienda.
Non posso non citare Jean Claude Nourissat che è stato uno dei piu' grandi appassionati ciclidofili, tant'è che lo considero un mito.
Sotto l'aspetto culturale e formativo, devo ringraziare l'AIC (Associazione Italiana Ciclidofili) e i forum "Malawitosi" e "Acquaportal" che tanto si prodigano nella diffusione di una corretta cultura acquariofila.




Bene, l’intervista è conclusa.
Lo staff di AquaExperience.it la ringrazia infinitamente per il tempo che ci ha dedicato.

 

 

Seguono le foto di alcune delle innumerevoli specie presenti in 'Le Onde'...

 

Discus heckel blu face - Foto per gentile concessione: Gianni Ghezzi

 

Cyphotilapia sp. - Foto per gentile concessione: Gianni Ghezzi

 

Callochromis macrops ndole - Foto di: Andrea Perotti

 

Lepidiolamprologus nkambae - Foto di: Andrea Perotti

 

Callochromis macrops ndole - Foto di: Andrea Perotti

 

Geophagus taeniopareius - Foto di: Andrea Perotti

 

Potamotrygon sp. red orinoco - Foto di: Andrea Perotti

 

Phractocephalus hemiliopterus - Foto di: Andrea Perotti

 

Cyphotilapia gibberosa moba - Foto di: Andrea Perotti

 

Pterophyllum sp. nanay - Foto di: Andrea Perotti

 

Paretroplus maculatus - Specie a forte rischio di estinzione - Foto di: Andrea Perotti

 

Platytaeniodis degeni - Specie estinta in natura - Foto di: Andrea Perotti

 

Otopharynx tetraspilus - Foto di: Andrea Perotti

 

Vieja argentea - Foto di: Andrea Perotti

 

 

 

Per ulteriori informazioni su 'Le Onde' consultare direttamente il relativo sito ufficiale

 

 

Lo staff di AquaExperience ricorda che i contenuti degli articoli e delle schede presenti in questo sito sono frutto di esperienze personali e pertanto spesso non ripercorribili con medesimi risultati in altre sedi e in altri acquari. Ciò che funziona perfettamente in un acquario potrebbe non funzionare per nulla in un altro. Lo staff di AquaExperience e gli autori del materiale in esso presentato non potranno quindi in alcun modo essere considerati responsabili per eventuali danni a persone, cose o animali derivanti dall'applicazione dei contenuti di tale materiale.