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Danio margaritatus

 

Danio margaritatus
(Tyson, 2007)

 

Danio margaritatus - Foto per gentile concessione: Katjusa Karlovini

 

Piccolo ciprinide di recente comparsa nel circuito commerciale dei pesci d'acquario. Ha una bellissima livrea ma è timido, esigente nell'alimentazione e non propriamente adatto all'acquario comunitario. Livello di diffcoltà: medio.

Fotogallery Danio margaritatus

 

Nome scientifico:

Danio margaritatus


Note al nome scientifico:

dal momento della sua scoperta acquariofila, ed in assenza di una descrizione tassonomica ufficiale, questo piccolo Ciprinide venne indicato come Microrasbora sp. "Galaxy" (Clarke, 2006), nome ancora molto utilizzato dagli appassionati e dagli importatori, successivamente in base alla prima descrizione ufficiale, avveuta nel 2007 ad opera di R. Tyson, questo piccolo ciprinide venne tassonomicamente classificato come Celestichthys margaritatus (Tyson, 2007). Tuttavia successivi studi condotti nel 2008 ad opera di K. Conway, W. Chen e R. Mayden dimostrarono che la descrizione effettuata da Tyson era imperfetta, la specie venne inserita nel neonato Genere Danio (Fang, 2003), e ne avvenne quindi la riclassificazione in Danio margaritatus. Il nome Celestichthys margaritatus è quindi ufficialmente decaduto e non è considerabile un sinonimo, ma al massimo un nome comune.


Nomi comuni:

Microrasbora Galaxy
Microrasbora sp. "Galaxy"
Galaxy Rasbora
Fireworks Rasbora
Chilli Rasbora
Celestial pearl Danio
Celestichthys margaritatus



Famiglia:

Cyprinidae


Sottofamiglia:

Danioninae


Luogo d’origine:

Asia (Myanmar e Tailandia settentrionale)


Morfologia:

corpo snello e compresso lateralmente, con profilo dorsale leggermente più convesso rispetto a quello ventrale (questa differenza è più visibile nelle femmine, nei maschi spesso la convessità del profilo ventrale è assente, o addirittura il ventre appare scavato verso l'interno, ciò solitamente non è un buon segnale e potrebbe indicare che il pesce necessità di un'alimentazione maggiore). Bocca molto piccola e disposta centralmente, occhio grande. Il corpo ha livrea di fondo blu scura nei maschi e un po' più tendente al verde nelle femmine, ed è completamente ricoperto da piccole macchiette ovali chiare di una colorazione che può variare dal giallo crema al color oro al bianco perla . Il profilo dorsale ha una leggera tonalità giallina, quello ventrale è quasi bianco nelle femmine e leggermente giallognolo (tendente al rossiccio in fase riproduttiva) nei maschi. Le pinne hanno tutte un profilo piuttosto arrotondato, con la dorsale molto arretrata disposta specularmante rispetto alla pinna anale. Le pinne pettorali, ventrali ed anale appaiono rosse, adornate da disegni di color nero, la pinna dorsale è trasparente ma presenta una evidente banda rosso fuoco bordata di nero che la percorre longitudinalmente, la pinna caudale è trasparente e leggermente bipolata ma presenta due strisce rosso fuoco bordate di nero tra loro parallele che la percorrono longitudinalmente in prossimità dei raggi più esterni.


Dimorfismo sessuale:

i maschi sono più intensamente colorati e più snelli (per ulteriori dettagli vedere "Morfologia").


Dimensioni:

max 2,5 cm.


Ciclo vitale:

la specie è stata scoperta dal punto di vista acquariofilo molto recentemente e quindi non si hanno ancora sufficienti dati statistici in merito. Si presume comunque, in base alle osservazioni fin qui avvenute, che il loro ciclo vitale possa andare da 3 a 4 anni.


Dimensioni Acquario:

occorre fare un'importante premessa... Danio margaritatus è un pesce che, se tranquillo, ben alimentato ed in salute, si rileva piuttosto statico (o almeno se confrontato con altre specie del suo Genere), non ha bisogno di grandi spazi in quanto una volta individuata una zona in cui si sente maggiormente sicuro il suo areale di vita tenderà a limitarsi a quell'intorno, può quindi apparire come una specie adatta a vivere anche in acquari molto piccoli; tuttavia c'è un grosso problema dato dalla competizione perenne tra maschi, due o tre maschi non possono condividere un piccolo ambiente in cui non possano evitare di interagire, in quanto in tal caso si avrebbero due possibili soluzioni, o uno dei maschi riuscirebbe nettamente e rapidamente ad instaurarsi in cima alla gerarchia del gruppo divenendone il dominante, ed in tal caso gli altri maschi vivrebbero molto male in quanto a lui sottomessi e pesantemente limitati nella possibilità di muoversi e di alimentarsi, oppure nel caso peggiore l'acquario si trasformerebbe in un vera e propria arena del wrestling con continui scontri tra i maschi nel vano tentativo di instaurare una gerarchia netta e stabile, i confronti potrebbero durare anche molto a lungo in quanto ogni volta il perdente di ogni confronto non avrebbe modo di allontanarsi (come invece avverrebbe in natura) restando sempre a contatto visivo con il rivale .... alla fine inizierebbero a comparire ferite e lesioni varie che pregiudicherebbero seriamente la loro aspettativa di vita. Questa situazione nasce dal fatto che in natura le femmine di questa specie sono pesantemente in superiorità numerica rispetto ai maschi, a seconda delle zone di prelevamento la "sex ratio" risulta a favore delle femmine da 3 : 1 ad un massimo di quasi 4 : 1, in conseguenza di ciò ogni maschio è instintivamente portato ad assumere la gestione riproduttiva di un piccolo gruppo di 3 / 4 femmine, creando quindi una sorta di harem, soprattutto se si tratta di esemplari di cattura; in un ambiente artificiale e limitato qual'è l'acquario è quindi difficile all'interno di un gruppo a sessi misti che ogni maschio riesca a ritagliarsi la necessaria esclusività riproduttiva e territoriale su alcune femmine senza andare in forte contrasto con altri maschi. Il consiglio che quindi vi do in caso di acquari di piccole dimensioni è di inserire un solo maschio, abbinandolo ad alcune femmine (ad esempio due o tre), in tal caso può essere sufficiente un'acquario di 30 litri, tenete comunque presente che si tratta di un pesce da branco e che a parer mio si tratterebbe comunque di una eccessiva forzatura. Se invece si vuole optare per la presenza contemporanea di più maschi consiglio allora di puntare ad un branco numeroso in modo che con la presenza di un numero maggiore di maschi la loro aggressività ne venga in parte mitigata, in quanto gli esemplari più forti andranno a suddividere la propria aggressività su un numero maggiore di rivali; suggerisco per questa eventualità un acquario di almeno 100 litri netti in cui inserire un branco composto da almeno 20 esemplari, all'interno del quale mantenere sempre un rapporto numerico tra femmine e maschi di circa 3 : 1, consiglio inoltre in tal caso di arredare l'acquario con nette divisioni territoriali, creando alcune zone distinte con vegetazione fitta, in tal modo gli scontri territoriali risulteranno parzialmente mitigati. Va comunque detto che non tutti i maschi mostrano queste caratteristiche comportamentali, alcuni sono molto più tranquilli e tolleranti rispetto ad altri, soprattutto se si ha a che fare con esemplari d'allevamento, quindi nati e cresciuti in cattività.


Valori consigliati per l’acquario d'allevamento:

- PH: 5.5 / 7.5
- GH: 3 / 12 °dGH
- Temperatura: 21 / 26 °C


Allestimento acquario d'allevamento:

ama acquari straricchi di piante ma con poco movimento d'acqua. La sua timidezza viene in parte mitigata evitando di eccedere con l'illuminazione e adottando materiale di fondo scuro. In caso di contemporanea presenza di più maschi occorre predisporre il layout in modo da ottenere nette divisioni territoriali dando ad ogni maschio una sua zona (vedere "Dimensioni Acquario").


Alimentazione:

onnivoro. In natura si nutre prevalentemente di microfauna ed alghe. In acquario, soprattutto se di cattura, può rifiutare inizialmente i mangimi commerciali a base di secco. Anche se di allevamento resta comunque un pesce piuttosto esigente in fatto d alimenazione, preferendo nettamente vivo e surgelato. Offrire dieta varia e completa, con almeno tre / quattro somministrazioni settimanali di vivo o surgelato, le quali vi permetteranno di ottenere esemplari più sani, più intensamente colorati e più predisposti alla riproduzione. Per star bene necessita di somministrazioni frequenti, almeno 3 al giorno. Se alimentati male i maschi inizieranno ben presto a perdere la convessità del profilo ventrale mostrando al contrario un ventre scavato.


Livello di nuoto:

centro-inferiore.


Comportamento:

pesce gregario e pacifico, ama vivere in gruppi numerosi in cui solitamente si instaura una ben determinata gerarchia tra i maschi presenti. In acquario, soprattutto se è presente in numero esiguo, si rivela timido e tende ad evitare di nuotare in acqua aperta preferendo sostare in zone molto piantumate ove si senta maggiormente al sicuro. Al contrario di altre specie congeneri non è un gran nuotatore, tende quasi più a muoversi (spesso non in modo fluido bensì a scatti) per linee oblique e/o quasi verticali anzichè orizzontali.


Biocenosi:

per questa specie (più che per molte altre) mi sento di consigliare fortemente la scelta dell'acquario dedicato monospecifico, o per lo meno di un acquario in cui Danio margaritatus non abbia da parte di altre specie concorrenza alimentare diretta e contrasto territoriale nel medesimo livello di nuoto. Non è un gran nuotatore e se abbinato a specie più scaltre e rapide ad alimentarsi può arrivare a soffrire in modo notevole la loro concorrenza alimentare, inoltre in presenza nel proprio livello di nuoto di pesci troppo vivaci ed in continuo movimento finisce per assumere un profilo marginale rivelando tutta la sua timidezza. Pensateci attentamente e datemi retta, dedicategli un acquario tutto per loro ... non ve ne pentirete. In alternativa abbinatelo solo a specie di fondo e/o di superficie di piccola taglia.
Oltre a questo discorso tenete poi ovviamente conto delle sue ridottissime dimensioni, evitate quindi tassativamente l'abbinamento a pesci di taglia troppo superiore in quanto altrimenti si correrebbe seriamente il rischio di assistere a spiacevoli casi di predazioni.


La Riproduzione


Difficoltà d’ottenimento della riproduzione in cattività:

di bassa difficoltà. In acquari dedicati monospecifici molto piantumati e ben maturi può riuscire spontaneamente senza alcun nostro intervento dall'esterno. Se però si vuole ottimizzare il risultato ottenendo un maggior numero di avannotti per riproduzione allora consiglio di allestire a parte un piccolo acquario da dedicare specificatamente alla riproduzione ed alla successiva fase di accrescimento degli avannotti.


Modalità riproduttiva:

ovipara.


Maturità sessuale:

non si hanno dati certi in merito.


Formazione della coppia:

non si formano coppie stabili e durature, l'interazione tra due riproduttori dura solo il tempo necessario a deposizione e fecondazione delle uova.


Alimentazione della coppia:

aumentando in quantità e frequenza le somministrazioni di vivo e surgelato l'istinto riproduttivo si intensifica.


Valori consigliati per l’acquario riproduttivo e suo allestimento:

- PH: 5.0 / 7.0
- GH: 0 / 5 °dGH
- Temperatura: 22 / 24 °C
- Litraggio della vaschetta riproduttiva: almeno 15 litri

Consiglio di disporre sul fondo della vaschetta delle piante basse a fogliame sottile e dei muschi, coprendo poi il tutto con una rete/griglia a maglia sufficientemente fitta da permettere il passaggio delle uova ma non dei riproduttori. Luce tenue. Filtraggio molto lento o del tutto assente con protezioni a maglia fitta sulle bocchette d'aspirazione dell'eventuale filtro.


Deposizione e schiusa:

già da una o due settimane prima del loro inserimento i riproduttori vanno alimentati con razioni di vivo/surgelato più frequenti e/o più abbondanti. Scegliete il maschio più intensamente colorato (in genere il dominante) e la femmina più "cicciottela" (sintomo che probabilmente è già carica di uova). Una volta inseriti nella vaschetta riproduttiva, se tutto va per il verso giusto il maschio si mostra da subito interessato alla femmina ed inizia a "tampinarla", sfoggiando un repertorio fatto di parate e brevi inseguimenti. Se la femmina acconsente rilascia le proprie uova in prossimità del fondo, solitamente sopra alla vegetazione bassa, e subito il maschio provvede alla loro fecondazione.
Non si hanno sufficienti dati per poter affermare con certezza il numero massimo di uova che una femmina può rilasciare in una sola deposizione, dalle osservazioni raccolte comunque non dovrebbero superale le 40 unità. Possono venir deposte in unico lotto o in più riprese, sono leggermente appiccicose e misurano circa 1 mm di diametro.


Primi giorni di vita degli avannotti:

il tempo necessario per la schiusa è fortemente influenzato dalla temperatura dell'acqua, comunque in genere oscilla tra 3 e 6 giorni. Purtroppo nelle riproduzioni ad oggi avvenute e documentate si è sempre registrata una percentuale di schiusa molto bassa, solitamente non superiore al 30%. Al momento della schiusa i nuovi nati appaiono come larve piuttosto statiche, zavorrate al proprio sacco vitellino che fornirà loro i necessari nutrienti per i successivi 3 / 5 giorni. Terminato il riassorbimento del sacco vitellino farà la sua comparsa la motricità, da quel punto in poi avremo a che fare con guizzanti avannotti molto affamati e bisognosi. Per la loro sopravvivenza nei successivi 3 / 5 giorni sarà fondamentale la presenza di microfauna bentonica e la somministrazione di infusori, superata tale fase si potrà progressivamente passare all'Artemia salina ed al secco specifico per avannotti finemente sbriciolato.



Note finali: il successo commerciale di questa specie l'ha portata rapidamente a serio rischio d'estinzione, fortunatamente in Myanmar si è subito corsi ai ripari e dal 2007 ne è vietata l'esportazione di esemplari prelevati in natura, ma purtroppo i controlli non sono capillari ed il divieto viene spesso inpunemente infranto. Invito chi fosse in cerca di esemplari di questa specie ad accertarsi della loro provenienza, procedendo all'acquisto solo se dinanzi ad esemplari d'allevamento.

 

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