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Corbicula fluminea

 

Corbicula fluminea

(Müller, 1774)

 

 

Corbicula fluminea

 

Piccolo mollusco bivalve d’acqua dolce e leggermente salmastra. E’ prettamente bentonico (di fondo) e vive infossato in substrati morbidi. Si nutre filtrando continuamente l’acqua, ragion per cui è spesso ricercato per l’impiego in acquari in quanto può contribuire a ridurre il carico organico presente in sospensione. Tollera ampi range di temperatura ma è molto sensibile alla presenza di elementi inquinanti, quali eventuali residui di metalli pesanti spesso rinvenibili nell'acqua di rete.
Difficoltà d’allevamento: media.

Fotogallery Corbicula fluminea

Nome scientifico:

Corbicula fluminea


Nomi comuni:

Vongola d’oro
Vongola asiatica


Famiglia:

Corbiculidae


Luogo d’origine:

originario del sud-est asiatico e della Turchia, ma ormai molto diffuso per opera dell’uomo (volontariamente ed involontariamente) nelle acque interne di Europa centro-meridionale, America settentrionale, Messico ed Africa nord orientale. In Italia in particolare è rinvenibile soprattutto nei Fiumi Ticino, Po’, Brenta, nonché nel Lago di Garda. Recentemente segnalati ritrovamenti sui litorali laziali, in corrispondenza delle foci dei fiumi, in habitat variamente salmastri.
Spesso vengono introdotti volontariamente in bacini idrici e canali d’irrigazione come indicatori ecologici viventi. Questo bivalve è infatti molto sensibile a vari agenti inquinanti, motivo per cui una costante presenza e riproduzione di Corbicula fluminea è indice di condizioni acquatiche ottime e salutari. Al contrario una loro improvvisa moria indica la presenza di eccessiva concentrazione di agenti inquinanti disciolti in acqua. In particolare la si usa per verificare l’assenza totale di tracce di Cloro, di Bromo e di Uranio.


Morfologia:

le due valve sono tra loro identiche e leggermente ovali. Il periostraco è molto sottile ed evidenzia una successione di creste di accrescimento concentriche, leggermente rialzate ed equidistanti tra loro, e si presenta di colorazione giallo chiaro negli esemplari giovani. La sua colorazione si scurisce man mano che l’esemplare diviene adulto fino a raggiungere un marrone bruno negli esemplari più anziani. L’umbo è in genere bianco in quanto tende a perdere lo strato più superficiale causa sfregamento durante le aperture e chiusure delle valve. L’interno è porcellanato e di colore bianco con riflessi a volte violacei. Corpo molle di colore bianco. Sifoni molto corti, che riescono a sporgere dall’apertura per soli pochi millimetri.

Nota: facilmente Corbicula fluminea può essere confusa con Corbicula fluminalis, le due specie sono effettivamente molto simili e tra l’altro proliferano negli stessi habitat, spesso in colonie miste con all’interno presenti sia C. fluminea che C. fluminalis. La differenza morfologica più evidente che permette la distinzione visiva tra le due specie è data dalle creste d’accrescimento concentriche presenti sul periostraco. Esse infatti risultano meno rialzate e più nettamente separate in C. fluminea, più alte, arrotondate e contigue in C. fluminalis. C. fluminea è inoltre più piatta in confronto a C. fluminalis, rispetto alla quale presenta anche un umbo più voluminoso, ma si tratta di differenze non sempre molto evidenti. Tra l’altro secondo vari esperti queste due specie potrebbero in realtà essere due varianti di un’unica specie, pare infatti che possano incrociarsi generando prole fertile. Sono in corso degli studi finalizzati a chiarire meglio tale questione.


Dimorfismo sessuale:

inesistente in quanto si tratta di un animale ermafrodito, in grado anche all’occorrenza di auto fecondarsi. Tuttavia pare che in alcune colonie, in condizioni particolari di habitat, siano presenti anche esemplari a sessi separati. Potrebbe trattarsi di un’evoluzione della specie resa necessaria appunto dalla presenza di particolari condizioni di vita.


Dimensioni:

fino ad un massimo di 5,5 cm di diametro.


Ciclo vitale:

da 2 a 7 anni, a seconda della temperatura dell’acqua.


Dimensioni Acquario:

non hanno particolari esigenze di spazio, ma logicamente non bisogna esagerare. Consigliamo almeno 5 litri netti d’acqua per esemplare. In un acquario da 30 litri netti ne potremo quindi inserire un piccolo gruppetto di 5 / 6 esemplari. Resta sott’inteso che ciò che conta per questo bivalve non è l’altezza della vasca ma solo la quantità di fondale a sua disposizione.


Valori consigliati per l’acquario d'allevamento:

- PH: 6,5 / 7,6
- GH: 3 / 20 °dGH
- Temperatura: 2 / 30 °C


Note ai valori:

C. fluminea può tollerare a lungo leggeri livelli di salinità (massimo 6%), ragion per cui può risultare idonea anche ad acquari salmastri, ove però denota decisamente una minor attività riproduttiva. Salinità maggiori sono tollerate fino ad un massimo di 13% ma solo per brevi periodi di tempo, successivamente ai quali sopraggiunge la morte dell'animale.

C. fluminea è sensibilissima alla presenza di Cloro, attenzione quindi ad utilizzare acqua di rete non correttamente trattata e decantata, o ne morirà.


Allestimento acquario d'allevamento:

fondo morbido sabbioso e/o argilloso per facilitarne l’infossamento. Acqua ben ossigenata. E’ preferibile inserire le C. fluminea (e tutti i Bivalvi in genere) in acquari già maturi e avviati da tempo. Non vi sono altri particolari suggerimenti in merito.


Alimentazione:

è un mollusco filtratore fitoplancton dipendente. Vive filtrando continuamente l’acqua, dalla quale trattiene microfauna e particelle organiche in decomposizione. Per questo motivo è preferibile inserirli in acquari già avviati da tempo, in quanto più ricchi di fitoplancton.


Livello di "nuoto":

fondo, vive infossato nel substrato.


Comportamento

animale molto statico ed innocuo. Vive infossato nel substrato, con l’umbo verso il basso e l’apertura della valve verso l’alto, in modo da riuscire a mantenere i due corti sifoni appena al di fuori del substrato.
Di tanto in tanto si sposta in cerca di zone più ricche di fitoplancton, e gli spostamenti avvengono in genere nel substrato. Gli spostamenti sono resi possibili grazie alla presenza di un piccolo piede muscolare con il quale l’animale può darsi la spinta necessaria, ne risulta una serie di movimenti frammentati che in pratica determinano un rotolamento dell’animale attraverso il substrato. In caso di acquari piantumati può quindi provocare il sollevamento e/o distacco di piante non ben radicate e/o dall'esile apparato radicale.


Biocenosi:

bivalve assolutamente innocuo. Può essere introdotto in acquari comunitari. Evitate però l’abbinamento ad animali ghiotti di molluschi, come ad esempio quasi tutti i Ciclidi, i cobitidi dei Generi Padogobius, Botia e Chromobotia, i Badidi dei Generi Dario e Badis e le lumache carnivore come ad esempio Anentome helena. Evitate inoltre l’abbinamento con Carpe (Ciprinus carpius) e Pesci rossi (Carassius auratus).


La Riproduzione



Difficoltà d’ottenimento della riproduzione in cattività:

difficoltà minima. Se trova le condizioni ideali questo piccolo bivalve è molto prolifico.


Modalità riproduttiva:

ovovivipara.


Maturità sessuale:

la maturità sessuale si ha a partire dal raggiungimento di un diametro di 8 / 10 mm, quindi piuttosto precocemente. Il tempo necessario per il raggiungimento di tale misura non è però quantificabile con tolleranza ristretta in quanto fortemente condizionato dalla temperatura dell’acqua. In genere comunque viene raggiunta tra i 5 e i 10 mesi di vita.


Formazione della coppia:

in questa specie non si formano vere e proprie coppie. Le riproduzioni avvengono piuttosto casualmente e con una certa caoticità durante fasi di aggregazione della colonia. In questa specie sono rinvenibili sia esemplari a sessi separati che esemplari ermafroditi in grado di riprodursi autonomamente. Per questo motivo è a volte sufficiente l’inserimento di un solo esemplare in un biotopo con condizioni favorevoli, per provocare letteralmente una rapida invasione da parte di questo bivalve.


Valori consigliati per l’acquario riproduttivo:

PH e GH come acquario d’allevamento. La temperatura deve essere invece portata oltre 15 °C. In natura infatti questi bivalvi si riproducono solo a partire dalla tarda primavera e fino al sopraggiungere dell’autunno, quindi in corrispondenza di un aumento della temperatura dell’acqua, fattore che ne fa accelerare il metabolismo stimolandone così l’istinto riproduttivo. La temperatura ideale per la loro riproduzione risulta essere 16 / 24 °C.


Deposizione e Fecondazione:

sinceramente sulla tecnica riproduttiva di Corbicula fluminea ho trovato pareri discordanti, anche molto discordanti, seppur provenienti da persone molto esperte e competenti in materia. Il problema pare nascere da una probabile mutazione evolutiva che la specie sta attraversando. Ecco così che in alcune colonie si trovano prevalentemente esemplari ermafroditi, in grado all’occorrenza di auto fecondarsi rilasciando in contemporanea gameti femminili e maschili, in altre colonie gli esemplari ermafroditi non sono invece più in grado di riprodursi autonomamente in quanto non riescono più ad emettere uova e spermatozoi in tempi ravvicinati, e devono quindi necessariamente accoppiarsi con altri esemplari, infine in altre colonie pare vi sia la presenza di individui a sessi separati.
In tutti questi casi la fecondazione delle uova avviene sempre comunque in corrispondenza delle cavità branchiali.


Schiusa e Primi Giorni:

le uova una volta fecondate restano nelle cavità branchiali fino alla loro schiusa. Successivamente alla schiusa le larve restano ancora qualche giorno all’interno del genitore, ma non più nelle cavità branchiali bensì sotto le valve, e poi espulse quando già presentano una fisionomia completa, che gli dia la possibilità di essere da subito autonomi nell’alimentazione. Il numero di uova prodotte varia notevolmente a seconda dell’età del riproduttore e della temperatura dell’acqua, in genere comunque può variare da poco più di un centinaio a oltre 2 mila unità. Un singolo esemplare può procreare fino a 70 mila piccoli all’anno. Al momento del rilascio i piccoli misurano circa 1 mm. Sono già del tutto identici ai genitori ed autonomi nell’infossarsi e nell’alimentarsi.

Ultimo aggiornamento (Domenica 03 Gennaio 2010 14:34)

 

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