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Lepomis gibbosus

 

Lepomis gibbosus

(Linnaeus, 1758)

 

 

Lepomis gibbosus

 

Bellissima specie originaria del Nord America ma successivamente importata in Europa ed ormai molto diffusa anche nei nostri fiumi. Richiede l'allevamento in piccoli gruppi, ed in acquari molto capienti. In spazi esigui si mostra infatti molto irruento ed aggressivo, anche nei confronti delle piante. Facile da riprodurre in cattività. Difficoltà d'allevamento: media.

 

Fotogallery Lepomis gibbosus

 

 

Nome scientifico:

Lepomis gibbosus


Nomi comuni:

Persico Sole
Gobbo


Famiglia:

Centrarchidae


Luogo d’origine:

America Settentrionale (U.S.A.). Dalla fine dell’ ‘800 introdotto ad opera dell’uomo anche in Europa, in particolare in Italia ed in Inghilterra, attualmente è rinvenibile in tutta l’Europa Centrale, in laghi e fiumi a scorrimento lento.


Morfologia:

corpo molto rotondeggiante, con profilo dorsale gibboso, e decisamente compresso lateralmente. Pinna caudale molto corta, peduncolo caudale breve e massiccio, muso prominente con bocca di piccole dimensioni. Pinna dorsale molto sviluppata, con i primi raggi più sporgenti e tramutati in robusti aculei utilizzati dall’animale come arma di difesa e/o dissuasione. Ben sviluppate anche le rimanenti pinne. La livrea del corpo mostra una tonalità di fondo verde/bronzea piuttosto scura arricchita da numerose e vistose screziature e da iridescenze varie, con colorazioni e riflessi che vanno dall’arancione all’azzurro, dal giallo al ramato, dal marrone al verde brillante. Un grosso ocello orlato di rosso è posizionato dietro l'opercolo branchiale.  La colorazione è leggermente più vistosa e marcata negli esemplari dominanti e nei maschi in prossimità della riproduzione.


Dimorfismo sessuale:

in età adulta i maschi sono leggermente più massicci, inoltre nel periodo riproduttivo la livrea dei maschi diviene più brillante e marcata.



Dimensioni:

gli esemplari prelevati in acque europee si assestano su misure comprese tra 15 / 22 cm, gli esemplari prelevati in America (ove vivono in paludi) possono invece raggiungere taglie decisamente superiori, arrivando in casi eccezionali a sfiorare i 40 cm.


Ciclo vitale:

da 8 a 12 anni.


Dimensioni Acquario:

Lepomis gibbosus ha bisogno di vivere in gruppo, ciò gli consente di mitigare la propria aggressività grazie ai confronti gerarchici all’interno del branco ed alla conseguente presenza di un esemplare dominante che indurrà gli altri ad un atteggiamento più moderato e sottomesso. L’ideale è quindi tenerne un gruppetto di almeno 6 / 7 esemplari per i quali occorrerà un acquario di capienza non inferiore a 250 litri netti, sviluppato prevalentemente in lunghezza.



Valori consigliati per l’acquario d'allevamento:

- PH: 7,0 / 7,5
- GH: 8 / 15 °dGH
- Temperatura:  4 / 24 °C

 

Nota: la temperatura dell’acqua deve poter seguire le 4 stagioni, non mettete quindi alcun riscaldatore in modo che l’acquario segua la temperatura del locale nel succedersi delle stagioni. L’ideale sarebbe ospitare questi pesci in vasche ubicate in locali non riscaldati, assicurando nella fase invernale un periodo di almeno 6 / 8 settimane con temperatura dell’acqua inferiore ai 13 °C; se necessario quindi munite la vasca di refrigeratore specifico per acquario.



Allestimento acquario d'allevamento:

questi pesci hanno bisogno di spazio, non adottate quindi layout troppo ingombranti. Le piante sono gradite, soprattutto le specie in grado di raggiungere la superficie, ma optate per specie robuste e coriacee. Il fondo non deve essere di colorazione troppo chiara e l’acqua deve essere poco mossa. Evitate arredi spigolosi e/o taglienti in quanto in caso di spavento questo pesce tende a compiere scatti improvvisi ed incontrollati in tutte le direzioni, durante i quali può capitare che impatti violentemente contro eventuali ostacoli.

In previsione di future riproduzioni predisponete ampie zone di fondale non piantumate e sgombere da eventuali arredi, il maschio le sceglierà come luogo di deposizione delle sue femmine e vi scaverà una conca, se invece non vi fossero sufficienti zone sgombere non piantumate il maschio non esiterebbe, una volta scelto un punto, a sradicare e spostare qualsiasi cosa vi si trovi sopra.

E’ una specie sviluppatasi in zone palustri, ama quindi acqua ferma e stagnante. Lo potete dunque anche allevare in grossi acquari privi di filto, ove però dovrete effettuare con regolarità cambi d’acqua parziali abbastanza corposi.


Alimentazione:

specie onnivora , ma a prevalenza carnivora. In natura si nutre di piccoli invertebrati, uova, avannotti e piccoli pesci, insetti, vermi, e moderatamente anche di vegetali. In acquario accetta senza particolari problemi tutti i più comuni mangimi commerciali. Offrite dieta varia e completa, con forte prevalenza proteica (vivo, surgelato e liofilizzato). Se volete evitare che distrugga e/o mangi le piante presenti in acquario somministrate spesso anche verdure sbollentate e ridotte in poltiglia (molto graditi i piselli, ma anche zucchine, cetrioli e spinaci), e piccoli pezzetti di frutta (molto gradita la mela).


Livello di nuoto:

tutti i livelli con preferenza per quello centro inferiore.


Comportamento:

in giovane età ama vivere in gruppi molto numerosi, ma successivamente al raggiungimento della maturità sessuale (2° anno di vita) i grandi branchi giovanili si frammentano e vanno così a formarsi piccoli gruppi all’interno dei quali si stabilisce poi una gerarchia forte e ben delineata, con un solo maschio dominante il quale sarà l’unico a potersi accoppiare con le femmine presenti nella piccola comunità. Per questo motivo è assolutamente sconsigliato aggiungere uno o più esemplari di L. gibbosus all’interno di un acquario in cui la gerarchia è ormai stabile da tempo e ben delineata, in quanto i nuovi arrivati verrebbero quasi certamente aggrediti con vigore e spesso uccisi. La presenza di una gerarchia chiara e stabile consente a questa specie di contenere la propria indole aggressiva portandola ad assumere un atteggiamento più mansueto. Se invece li si tiene in numero troppo ridotto la componente aggressiva e distruttiva di questo Centrarchide emerge chiaramente ed inevitabilmente.



Biocenosi:


consiglio di allevare questa specie in acquario dedicato monospecifico. Se invece volete inserirlo in acquario comunitario optate per coinquilini di pari taglia, ed evitate di inserire crostacei e gasteropodi, se non a scopo alimentare.


La Riproduzione


Difficoltà d’ottenimento della riproduzione in cattività:

bassa, in vasche di dimensioni adeguate è facile ottenerne la riproduzione.


Modalità riproduttiva:

specie ovipara.


Maturità sessuale:

viene raggiunta all’età di 2 anni.


Formazione della coppia:

non si formano vere coppie stabili, all’interno del branco in genere il maschio dominante si accoppia con più femmine accorpando le loro uova in un unico nido.



Alimentazione della coppia:

un’alimentazione abbondante e con ancora maggior componente proteica può fungere da stimolante alla riproduzione.



Valori consigliati per l’acquario riproduttivo:

come acquario d’allevamento, unica raccomandazione è quella di aumentare progressivamente la temperatura portandola a superare i 16 °C fino a raggiungere temperature comprese tra 20 e 25 °C. Nelle acqua del territorio italiano infatti la fregola di Lepomis gibbosus coincide con l’arrivo della primavera e prosegue fino al culmine dell’estate.


Allestimento acquario riproduttivo:

come acquario d’allevamento. Importantissima la presenza di ampie zone di fondale non piantumate e perfettamente sgombere, con substrato non troppo compattato.


Deposizione e Fecondazione:

individuato il punto di fondale ideale, il maschio vi scava una buca piuttosto ampia. Per lo spostamento di eventuale pietre utilizza la bocca, mentre per scavare utilizza prevalentemente poderosi colpi di coda. Terminata la preparazione del luogo di deposizione inizia il corteggiamento, fatto di curiose evoluzioni di nuoto e di vibrazioni della caudale, la femmina più predisposta (già carica di uova) si porta al suo fianco nella buca. A quel punto entrambi i riproduttori rilasciano, in più riprese,  i propri gameti i quali finiscono per depositarsi all’interno della buca. Poco dopo il maschio è già pronto per un altro accoppiamento e parte il corteggiamento alla seconda femmina e così via. Durante queste fasi ogni femmina del gruppo, a turno,  subisce il corteggiamento da parte del maschio, ma soltanto quelle cariche di uova accetteranno di portarsi nella buca con lui per la deposizione. Durante le fasi di corteggiamento e di inseguimento delle femmine, solitamente gli altri maschi presenti passano furtivamente sulla buca cercando di fecondare qualche uovo, sfidando le ire del dominante.

Ogni femmina, a seconda dell’età del soggetto e della temperatura dell’acqua, può deporre fino ad un massimo di 1000 uova.

Terminate tutte le deposizioni il maschio dominante resta di guardia alla buca colma di uova, scacciando con vigore qualsiasi intruso, madri comprese. Tale atteggiamento protettivo durerà fino alla schiusa ed al completamento del riassorbimento del sacco vitellino da parte delle neonate larve.

 

Va tuttavia precisato che affinché si possano realmente osservare in cattività tutte queste meravigliose cure parentali occorrono vasche di grandi litraggi. Diversamente in spazi troppo angusti il maschio dominante difficilmente si sentirà tranquillo e il nervosismo potrebbe indurlo a cessare prematuramente le cure parentali abbandonando la prole al proprio destino, o peggio ancora decidere di divorarla.



Schiusa delle uova e primi giorni di vita degli avannotti:

il tempo necessario per la schiusa è fortemente influenzato dalla temperatura ed  in genere avviene tra il 3° ed il 6° giorno. Appena nate le piccole larve sono statiche e restano ferme nel fondo della buca. Il nutrimento in questa fase è assicurato dal sacco vitellino. La temperatura dell’acqua influisce notevolmente sul metabolismo delle piccole larve e quindi, indirettamente, anche sul tempo necessario perché esse completino il riassorbimento del sacco vitellino. Tale fase infatti può durare da 4 ad anche 10 giorni. Terminato il riassorbimento del sacco vitellino i piccoli sono ormai avannotti dalla colorazione simile a quella degli adulti. Il padre continuerà ancora a sorvegliarli per qualche giorno cercando di evitare che si disperdano allontanandosi dalla buca, ma in breve tempo non sarà più in grado di gestire la situazione e dovrà lasciarli andare. A quel punto la sua funzione protettiva sarà esaurita e non verranno più praticate cure parentali. Consiglio, giunti a questo punto, di separare i piccoli dagli adulti evitando così spiacevoli casi di predazioni.

L’accrescimento dei piccoli è consigliabile farlo in vasca dedicata, priva di filtro, gestita con piccoli cambi parziali quotidiani (ad esempio 5% al giorno o 10% ogni due giorni) e ricca di microfauna (muschi ed alghe). Gli avannotti mostrano subito le stesse preferenze alimentari tipiche degli adulti, somministrate quindi piccoli invertebrati (ad esempio Artemia salina) ed introducete delle piccole chioccioline acquatiche (ad esempio Physa spp. e Lymnaea spp.) le quali deporranno continuamente minuscole uova assai gradite ai piccoli Lepomis gibbosus. Integrate pure con mangime secco in scaglie di ottima qualità, finemente polverizzato.

Somministrando molto alimento vivo il tasso di crescita degli avannotti è assai rapido.

Ultimo aggiornamento (Sabato 03 Aprile 2010 22:02)

 

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