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Paracheirodon innesi

 

Paracheirodon innesi

(Myers, 1936)

 

Paracheirodon innesi - Foto by: Maschiro

Femmina di Paracheirodon innesi carica di uova - Foto by: Vallisneria

 

Bellissimo e simpatico pesciolino di ridotte dimensioni, da tenere in branchi numerosi. Robusto, pacifico, gregario, ideale per chi alle prime armi cerca un pesce vivace e facile. Adatto anche ad acquari di dimensioni piccole, preferibilmente non meno di 30 litri netti comunque, vista l’esigenza di doverne inserire un gruppetto. Difficoltà d’allevamento: davvero ridotta, pesce facile e robusto, consigliato anche a neofiti.

 

 

Fotogallery Paracheirodon innesi

Nome scientifico:

Paracheirodon innesi


Nomi comuni:

Neon
Tetra Neon


Famiglia:

Characidae


Luogo d’origine:

America Meridionale (Amazzonia, parte superiore del Rio delle Amazzoni e suoi affluenti, soprattutto fiume Solimões)


Morfologia:

ventre bianco perlato, da metà del ventre fino all'attacco della caudale è color rosso sangue, poco più su, in corrispondenza della linea laterale, sull'intero fianco, dagli opercoli branchiali fino all'inizio della caudale, è presente una sottile fascia longitudinale di un acceso color azzurro elettrico. Pinne trasparenti. Presente la piccola pinna adiposa.

Note: Paracheirodon innesi viene spesso confuso e scambiato con Paracheirodon axelrodi (detto Cardinale), a distinguerli è la linea laterale rossa, la quale nel P. innesi parte da metà corpo arrivando all’attaccamento della caudale, mentre nel P. axelrodi percorre l’intero fianco, dagli opercoli branchiali fino alla caudale.

Dimensioni:

fino a 3 cm


Dimorfismo sessuale:

da adulta la femmina è distinguibile dalla pancia leggermente più tondeggiante, inoltre nelle femmine la linea laterale color azzurro elettrico è leggermente curva, mentre nei maschi è più dritta. Non sono comunque differenze apprezzabili facilmente e con certezza.


Ciclo vitale:

da 4 a 5 anni



Dimensioni minime acquario:

almeno 50 litri netti per 5 / 6 esemplari, almeno 100 litri per gruppi più numerosi e/o per acquari non monospecifici, privilegiando nella scelta vasche sviluppate in lunghezza (no acquari cubici)


Valori Acquario Allevamento:

- PH 6 / 7
- GH 5 / 8 °dGH
- Temperatura 20 / 26 °C


Allestimento acquario allevamento:

ama acquari con un buon filtraggio e ricchi di vegetazione


Alimentazione:

carnivoro in natura, in acquario accetta qualunque mangime commerciale sia in scaglie sia in granuli. E’ importante offrirgli una alimentazione completa e varia, comprendente anche alimento vivo (ad es. larve di Zanzara), in quanto solo integrando alimenti vivi nella sua dieta si otterranno esemplari sani, longevi e idonei alla riproduzione.


Livello di nuoto:

centrale


Comportamento:

pesce gregario, pacifico e di gruppo, va introdotto sempre in gruppetti di almeno 5 / 6 esemplari. E’ bellissimo vederli nuotare in gruppo in quanto inizialmente tendono a spostarsi tutti assieme mantenendosi vicini tra loro, questa caratteristica viene poi di sovente persa con il tempo, soprattutto se non vengono avvertiti più pericoli. Il turbinio di colori e riflessi metallici generato da un branco di P. innesi è sempre uno spettacolo per gli occhi dell’osservatore.


Biocenosi:

ideale per acquari di comunità con pesci di pari taglia o anche più grandi, a patto però che grandi e piccoli siano cresciuti assieme. Spesso capita che acquariofili ignari alle prime armi abbinino improvvisamente dei Paracheirodon innesi a dei pesci ben più grandi (ad esempio Pterophyllum scalare) già adulti con la conseguenza di vedere i piccoli P. innesi divorati in men che non si dica.


Note varie:

Purtroppo P. innesi e P. axelrodi sono a volte vittime di una malattia che può colpire esclusivamente queste due specie, al punto di essersi guadagnato il soprannome di "malattia dei Neon", si tratta di Plistophora hyphessobryconis, attualmente incurabile.



La Riproduzione


Difficoltà:

abbastanza elevata


Modalità riproduttiva:

specie ovipara


Maturità sessuale:

viene raggiunta entro l'anno d'età.


Formazione della coppia:

in questa specie non si ha la tendenza a formazione di coppie fisse, le riproduzioni avvengono "casualmente" mediante rilascio dei liquidi riproduttivi in contemporanea da parte di più esemplari durante delle fasi di aggregazione temporanea in acque aperte. In cattività è in genere sufficiente abbinare un maschio ed una (o più di una) femmina per tentarne la riproduzione.


Alimentazione della coppia:

per stimolarne l’istinto riproduttivo è consigliabile variare la dieta offerta aumentando progressivamente la somministrazione di cibo vivo e surgelato.


Valori consigliati per l’acquario riproduttivo:

- PH 6.0 / 6.5
- GH 3 / 4 °dGH
- Temperatura 18 / 22 °C
- Capacità minima 10 litri


Allestimento Acquario Riproduttivo:

come già detto, la riproduzione avviene mediante semplice rilascio in acqua dei liquidi riproduttivi. Ciò è solitamente sufficiente ad ottenere la fecondazione di quasi tutte le uova le quali subito dopo si adagiano sul fondale. I genitori se ne disinteressano ed anzi, se le notano, le mangiano. E’ quindi meglio disporre sul fondo dell’acquario riproduttivo molto muschio (ad esempio Vesicularia dubyana) in cui le uova si incastreranno riuscendo almeno in parte a salvarsi. Occorre inoltre la presenza di piante a foglie sottili, ad esempio Limnophyla spp. e Saggitaria spp.. E' bene regolare al minimo il filtro e mettere del materiale a maglia fittissima a protezione delle bocchette di aspirazione, ciò eviterà che le uova e larve vengano in parte aspirate dal filtro. Fornire poca illuminazione.


Deposizione e fecondazione:

come già detto, la riproduzione avviene mediante semplice rilascio in acqua dei liquidi riproduttivi, non vi è quindi di fatto rapporto sessuale. Se tutto va bene la deposizione e la fecondazione delle uova avverranno in orario serale, in più riprese, nell’arco anche di sei / sette ore. Subito dopo la deposizione i riproduttori vanno rimossi altrimenti potrebbero cibarsi delle uova. Le uova vengono lasciate disseminate sul fondale. Nel giro di 24 / 48 ore avviene la schiusa. Per i primi due / tre giorni i piccoli si nutrono del sacco vitellino, dopo di che iniziano a spostarsi in cerca di cibo.


Gli avannotti:

i tre giorni successivi al termine del sacco vitellino sono i più critici, indispensabile per la sopravvivenza degli avannotti sarà la presenza in vasca di microfauna (reperibile soprattutto nel muschio). Superati questi tre giorni critici iniziano ad accettare i naupli di Artemia salina appena schiusi, anche se le ridottissime dimensioni della bocca non li agevola di sicuro. Dopo una settimana di naupli d’Artemia si può iniziare a somministrare anche cibo commerciale in scaglie finemente polverizzato.

Ultimo aggiornamento (Lunedì 23 Novembre 2015 15:25)

 

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