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Gymnocorymbus ternetzi

 

Gymnocorymbus ternetzi

(Boulenger, 1895)

 

Gymnocorymbus ternetzi

 

Caracide socievole e molto robusto. Affascinante da osservare per le modalità di comportamento sociale e riproduttivo. Va allevato in piccoli gruppi di almeno 5 / 6 esemplari, altrimenti diviene timido e stressato mostrando un rapido scolorimento delle bande verticali nere che ne contraddistinguono la livrea. Adatto ad acquari con capacità di almeno 60 litri netti, meglio più grandi se di comunità.
Difficoltà d’allevamento: specie facile da allevare, consigliata anche ai neofiti.

Fotogallery Gymnocorymbus ternetzi

Nome scientifico:

Gymnocorymbus ternetzi


Nomi comuni:

Tetra Nero
Pesce vedovo
Tetra gonnellino


Famiglia:

Characidae


Luogo d’origine:

Sud America (Amazzonia, rinvenibile in Rio Negro, Rio Guapore e Rio Paraguay)



Morfologia:

corpo alto e compresso lateralmente con pinna anale eccezionalmente sviluppata. Livrea argentata che va scurendosi man mano che ci si avvicina alla pinna caudale. Una banda verticale grigio-nera attraversa l'occhio, altre due, nere, ornano verticalmente il fianco. Ma mano che il pesce “invecchia” la livrea tende ad uniformarsi verso un grigio chiaro più o meno uniforme mentre le bande nere tendono a sbiadire virando anch’esse al grigio.

Sono da alcuni anni in vendita dei Gymnocorymbus ternetzi colorati artificialmente (arancioni, rosa, verdi, azzurri, ecc…). La varietà porta la dicitura “Gymnocorymbus ternetzi colour”. Sono esemplari assai più delicati, proprio a causa della manipolazione subita, tra l’altro la colorazione, dopo 6 / 10 mesi inizia inesorabilmente a sbiadire fino alla quasi completa scomparsa.

Recentemente è giunta sul mercato anche una varietà con pinne a velo. Anche in questo caso trattasi di varietà assolutamente non rinvenibile in natura.


Dimorfismo sessuale:

poco visibile ad occhio nudo; da adulte le femmine tendono ad avere il ventre più ingrossato, ed inoltre la loro pinna anale appare in genere meno sviluppata rispetto a quella dei maschi, ma non sempre si tratta di differenze evidenti.


Dimensioni:

fino a 7 cm


Ciclo vitale:

5 anni


Dimensioni minime acquario:

almeno 60 litri netti per un piccolo gruppo di 5 / 6 esemplari


Valori Acquario Allevamento:

- PH 6,2 / 7,8
- GH 5 / 20 °dGH
- Temperatura 20 / 27 °C


Allestimento acquario allevamento:

predilige acquari non eccessivamente illuminati (quindi meglio non eccedere con l’impianto d’illuminazione) con fondo scuro. E’ un pesce capace di rapidissime e repentine accelerazioni, meglio quindi evitare di allevarlo in acquari aperti in quanto potrebbe anche improvvisamente balzare fuori dall’acquario.


Alimentazione:

carnivoro in natura, in cattività i G. ternetzi si tramutano in pratica in onnivori, soprattutto gli esemplari d’allevamento, e accettano senza alcun problema tutti i più comuni alimenti commerciali, secchi, liofilizzati, surgelati, vivi. Importante offrir loro una dieta varia e completa, vi ripagheranno sia in vivacità sia in brillantezza di livrea.


Livello di nuoto:

centrale


Comportamento:

tra i Caracidi conosciuti in ambito acquariofilo è di gran lunga il più facile da allevare, il più robusto e il meno aggressivo, seppur l’aspetto, che ricorda vagamente un mini Piranha, faccia pensare l’opposto. Va allevato in gruppi di almeno 5 / 6 esemplari (meglio se maggiori), ciò vi permetterà di osservarne le caratteristiche di vita sociale. Noterete spesso i maschi confrontarsi in modo vivace ma innocuo, per contendersi l’attenzione delle femmine e per stabilire una certa gerarchia. Con l’avanzare del suo ciclo vitale le tre bande verticali nere tendono a sbiadire virando verso un grigio che progressivamente diverrà sempre più chiaro. Se questa decolorazione viene notata in un esemplare giovane prendetelo come un campanello d’allarme, è spesso sintomo di infelicità e/o stress.


Biocenosi:

pesce pacifico e tollerante, non da mai problemi, ideale per acquari comunitari.


La Riproduzione



Difficoltà:

facile


Modalità riproduttiva:

specie ovipara


Maturità sessuale:

viene raggiunta all'incirca ad un anno d'età.


Formazione della coppia:

in questa specie non si ha la tendenza a formazione di coppie fisse, le riproduzioni avvengono "casualmente" mediante rilascio dei liquidi riproduttivi in contemporanea da parte di più esemplari durante delle fasi di aggregazione temporanea in acque aperte. In cattività è in genere sufficiente abbinare un maschio ed una femmina per tentarne la riproduzione, cercando di scegliere una femmina che presenti già un ventre bello gonfio, cioè pieno di uova.


Alimentazione della coppia:

per stimolarne l’istinto riproduttivo è consigliabile variare la dieta offerta aumentando progressivamente la somministrazione di cibo vivo e surgelato.


Valori consigliati per l’acquario riproduttivo:

- PH 6,5 / 7.0
- GH 5 / 15 °dGH
- Temperatura 24 / 25 °C
- Capienza minima 40 litri netti


Allestimento Acquario Riproduttivo:

come già detto, la riproduzione avviene mediante semplice rilascio in acqua dei liquidi riproduttivi. Ciò è solitamente sufficiente ad ottenere la fecondazione di quasi tutte le uova le quali subito dopo si adagiano sul fondale. I genitori se ne disinteressano ed anzi, se le notano, le mangiano. E’ quindi meglio disporre sul fondo dell’acquario riproduttivo molto muschio (ad esempio Vesicularia dubyana) in cui le uova si incastreranno riuscendo almeno in parte a salvarsi. E' bene regolare al minimo il filtro (o staccarlo del tutto) e mettere del materiale a maglia fittissima (ad esempio "tulle" o "organza") a protezione delle bocchette di aspirazione, ciò eviterà che le uova prima, e le piccole larve dopo, vengano in parte aspirate dal filtro. Conseguentemente, per almeno le prime due settimane successive alla eventuale deposizione, andranno fatti regolarmente piccoli cambi parziali quotidiani (10% al dì).
Per infondere tranquillità ai riproduttori l’acquario riproduttivo deve essere poco illuminato, preferibile coprire parte della superficie con piante galleggianti.


Deposizione e fecondazione:

si consiglia di inserire la coppia nell’acquario riproduttivo in orario serale, dopo di che lasciateli il più tranquilli possibile. Se tutto va bene tra i due inizieranno subito vivaci giochi amorosi e la mattina seguente avverrà la deposizione. Contemporaneamente la femmina rilascerà le uova (che possono arrivare anche ad alcune centinaia) ed il maschio rilascerà in acqua il proprio liquido seminale. Il seme rilasciato dal maschio è incredibilmente abbondante e può causare letteralmente un imbiancamento dell’intera acqua dell’acquario con conseguente eccesso di proliferazione batterica (eventualità pericolosa per l’integrità delle uova), per questo motivo è meglio predisporre già un contenitore con acqua identica a quella della vasca, in quanto sarete probabilmente costretti a cambiarne subito anche più del 50%.
La schiusa delle uova fecondate avviene dopo circa 24 / 32 ore. A questo punto è preferibile già levare i riproduttori. Le piccole larve per tre, quattro giorni saranno statiche e si nutriranno del sacco vitellino, poi inizieranno a muoversi in cerca di cibo.


Gli avannotti:

a partire dal terzo / quarto giorno successivo alla schiusa possiamo già iniziare a somministrare naupli di Artemia salina appena schiusi. La somministrazione dei naupli di Artemia deve essere frequente ed abbondante. Dopo ulteriori due settimane si può iniziare a somministrare anche mangime in scaglie polverizzato.

Ultimo aggiornamento (Domenica 03 Gennaio 2010 14:46)

 

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