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Caridina cantonensis

 

Caridina cantonensis

(Yu, 1938)

 

Caridina cantonensis va. crystal red

 

Simpatico e "prezioso" gamberetto d’acqua dolce, buon consumatore di alghe. Adatto anche ad acquari di ridottissime dimensioni, va allevato in branchi evitando l’abbinamento a pesci troppo grandi e/o carnivori. Difficoltà d’allevamento: media.

 

 

Fotogallery Caridina cantonensis

Nome scientifico:

Caridina cantonensis


Nomi comuni:

a seconda della variante d’allevamento (vedere note in "Morfologia").


Famiglia:

Atyidae


Luogo d’origine:

Asia (Cina meridionale, Hong Kong).


Morfologia:

come in tutte le specie del Genere Caridina il corpo dell’animale è interamente coperto da una corazza detta "Esoscheletro". In Caridina cantonensis l’esoscheletro ha una colorazione giallo tenue e risulta ben visibile grazie alla perfetta trasparenza dell'animale. Sul corpo sono inoltre presenti delle bande verticali scure color marrone/nero. Anche gli occhi sono scuri color marrone/nero.
L’esoscheletro è composto dal "Carapace" (parte anteriore a difesa supplementare del capo ove è collocato il cuore) e dal "Cefalotorace" (a tutela del capo e del resto del corpo e diviso in più parti mobili). Durante la crescita dell’animale l’esoscheletro necessita di essere sostituito più volte per far posto ad una nuova corazza che sarà di volta in volta più grande. Se quindi vi capita di scorgere nel vostro acquario il corpo esanime di una Caridina aspettate a disperarvi, potrebbe trattarsi semplicemente del suo esoscheletro. In tal caso non preoccupatevene e lasciate pure in vasca l’esoscheletro, in questo modo esso fungerà da nutrimento per le Caridine presenti le quali hanno così modo di recuperare importanti sali minerali, indispensabili proprio per i processi di formazione dei successivi esoscheletri.

Nota: la colorazione naturale di questo simpatico gamberetto vi capiterà raramente di osservarla in acquario, infatti le svariate varianti cromatiche proposte in vendita sono ben diverse dalla forma originaria, vediamone alcune delle principali.

- “Black Tiger”: le bande verticali nere sono molto più larghe, al punto che alcuni esemplari sembrano ad un primo sguardo interamente neri. Occhi in genere chiari. Si tratta di una variante ottenuta mediante attenta e prolungata selezione in allevamento.
- “Red Tiger”: le bande verticali sono rosse e piuttosto allargate. Occhi scuri. Si tratta anche in questo caso di una variante ottenuta mediante attenta e prolungata selezione in allevamento.
- “Blue Tiger”: corpo interamente blue con bande verticali nere/marroni. Occhi giallo/arancio. Si tratta di una variante ottenuta a seguito di mutazione genetica e successivamente isolata mediante selezione in allevamento.
- “Blond Eyes” (o “Orange Eyes Tiger”): derivano da mutazione genetica delle “Blue Tiger”, presentano corpo interamente blue/azzurro trasparente ed occhi color giallo/arancio.
- “Crystal Red”: sicuramente la variante più conosciuta e diffusa in ambito acquariofilo, corpo a bande verticali alternate bianche e rosse. Occhi neri o a volte rosso scuri. Si tratta di una variante che ha origine da difettosità genetica, successivamente isolata mediante attenta selezione in allevamento.
- “Crystal Black” (o “Biene”): corpo a bande verticali alternate bianche e nere. Occhi neri. Si tratta anche in questo caso di una variante che ha origine da difettosità genetica, successivamente isolata mediante attenta selezione in allevamento.


Dimorfismo sessuale:

da adulta la femmina è distinguibile dall’addome più voluminoso, che tende a conferirgli un aspetto decisamente più tozzo e massiccio rispetto al maschio. Le femmine adulte sono anche leggermente più lunghe dei maschi.


Dimensioni:

dai 2,5 ai 3 cm i maschi, dai 3 ai 3,5 cm le femmine.


Ciclo vitale:

dai 2 ai 3 anni.


Dimensioni Acquario:

non hanno particolari esigenze di spazio, ma logicamente non bisogna esagerare. Consigliamo almeno 3 litri netti d’acqua per esemplare. In un acquario da 15 litri netti ne potremo quindi inserire un piccolo gruppetto di 4 / 5 esemplari.


Valori consigliati per l’acquario d'allevamento:

- PH: 6,5 / 7,5
- GH: 5 / 15 °dGH
- Temperatura: 18 / 25 °C


Note ai valori:

- si consiglia di mantenere la durezza carbonatica (KH) entro e non oltre 10 °dKH
- molto sensibile al Nitrato (NO3) che è quindi consigliabile tenere a concentrazioni basse
- tollera poco l’uso di fertilizzanti, di alghicidi, di lumachicidi e di prodotti curativi/preventivi per pesci in genere


Allestimento acquario d'allevamento:

è una specie quasi alga-dipendente che per star bene deve avere sempre a disposizione piante, legni ed arredi vari da ripulire. L’allestimento dell’acquario deve quindi essere finalizzato alla soddisfazione di tale peculiarità. La preferenza nella scelta delle piante deve premiare quelle varietà che, più di altre, garantiscano una costante presenza di microfauna e di proliferazioni algali: muschi (ad esempio Vesicularia dubyana) e Cladophora sp. saranno scelte ottimali. Consiglio di evitare acquari aperti causa tendenza all’evasione. Le fessure delle bocchette d’aspirazione del filtro non dovranno essere troppo larghe altrimenti le Caridine non esiteranno ad attraversarle, soprattutto quelle più piccole.


Alimentazione:

specie onnivora, si nutre di tutto ciò che di commestibile trova in acquario con predilezione per microfauna ed alghe, molto utile proprio nella lotta a quest’ultime tranne che dai vetri causa impossibilità d’appiglio. Non disdegna di cibarsi di pesci morti. All’occorrenza si può somministrare specifici alimenti per Caridine e Neocaridine o cialde a base vegetale per pulitori di fondo.


Livello di nuoto:

tutti i livelli con predilezione per il fondo.


Comportamento:

gamberetto pacifico da inserire in gruppi numerosi, altrimenti diviene eccessivamente timido.


Biocenosi:

non abbinare le Caridine a pesci di taglia eccessiva e tendenzialmente carnivori (ad esempio Pterophyllum scalare e altri Ciclidi in genere) in quanto potrebbero venir da essi attaccate e divorate.



La Riproduzione


Difficoltà d’ottenimento della riproduzione in cattività:

abbastanza facile da ottenere.


Modalità riproduttiva:

specie ovipara.


Maturità sessuale:

viene raggiunta già al 3° mese.


Formazione della coppia:

se in gruppo numeroso e in habitat idoneo le Caridina cantonensis si accoppiano frequentemente, non esistono casi di formazione di coppie fisse, i rapporti sessuali si susseguono meccanicamente senza uno schema preciso. In genere al momento della deposizione ogni femmina si accoppia in successione con vari maschi.


Alimentazione della coppia:

l’aumento della disponibilità di alimenti stimola la riproduzione delle Caridine.


Valori consigliati per l’acquario riproduttivo:

- PH: 6,0 / 7,0
- GH: 3 / 10 °dGH
- KH: 0 / 5 °dKH
- Temp.: 20 / 25 °C


Allestimento acquario riproduttivo:

consiglio di tentare la riproduzione di questo simpatico gamberetto in un acquario dedicato (anche soli 10 litri di capienza sono sufficienti), ove inserire un gruppetto di giovani esemplari con presenti un paio di maschi per ogni femmina. Fondamentale la presenza di vegetazione che garantisca un apporto costante di microfauna e di proliferazioni algali, ideali allo scopo Cladophora aegagropila (che è già di per sé un’alga) e muschi vari (ad esempio Vesicularia dubyana). Il filtro della vaschetta deve essere sottodimensionato e sulle rispettive griglie d’aspirazione deve essere posta una copertura di sicurezza a maglia fine per evitare l’assorbimento dei piccoli nel filtro stesso.


Deposizione e Fecondazione:

la femmina espelle le uova a piccoli gruppi a più riprese, ed ogni volta il maschio più pronto e più vicino provvede alla loro fecondazione. Una volta fecondate la madre provvede a metterle al sicuro, di gruppo in gruppo, sotto al proprio ventre, potendole tenere adese grazie all’azione di una serie di alette inferiori, dette "pleopodi". I pleopodi, oltre ad una funzione contenitiva, servono ad ossigenare continuamente le uova grazie ad un continuo movimento delle alette stesse.
Le uova in totale non sono molte, in genere tra 20 e 30 unità, e verranno trattenute al sicuro dalla madre sotto al proprio ventre fino al momento della schiusa.


Schiusa e Primi Giorni:

la schiusa avviene dopo circa 15 / 18 giorni. Nell’esatto momento della schiusa la madre divarica i pleopodi e libera i piccoli, già autosufficienti e del tutto simili agli adulti. Le piccole Caridine devo disporre da subito di alghe e microfauna in abbondanza. Possiamo per sicurezza somministrare con moderazione degli infusori liquidi specifici. Le piccole Caridine sono da subito morfologicamente identiche agli esemplari adulti, e seguono la stessa dieta normalmente seguita dagli adulti.


Ultimo aggiornamento (Giovedì 04 Febbraio 2010 00:18)

 

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