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Physa marmorata

 

Physa marmorata

(Guilding, 1828)

 

Physa marmorata

 

Piccola chiocciola che spesso prolifera “involontariamente” nei nostri acquari. Si nutre di alghe e detriti ed è perciò ospite gradito a patto di mantenerne il numero degli esemplari a livelli non eccessivi. Ama acque stagnanti. Difficoltà d’allevamento: pressoché nulla.

 

 

Fotogallery Physa marmorata

Nome scientifico:

Physa marmorata


Nome comune:

nessuno segnalato


Famiglia:

Physidae


Luogo d’origine:

prevalentemente in Europa, ma rinvenibile anche in America, Asia ed Africa.


Morfologia:

conchiglia conica, color giallo bronzeo, ricoperta da venature e piccoli punti. Corpo bruno color grigio più o meno scuro.

Una caratteristica tipica di tutte le Physa è il ridotto spessore del guscio il quale è praticamente quasi trasparente lasciando spesso intravedere il muscolo dell’animale.

Spesso le chiocciole del Genere Physa (soprattutto Physa acuta) vengono confuse con esemplari del Genere Lymnaea, per distinguere i due Generi occorre osservare attentamente il guscio, in Physa la conchiglia è sinistrosa e le spire si svolgono quindi verso destra, mentre in Lymnaea avviene esattamente l’opposto con guscio destroso e spire che si svolgono verso sinistra, inoltre in Lymnaea il guscio termina in modo decisamente più appuntito.


Dimorfismo sessuale:

non esiste distinzione sessuale trattandosi di animali ermafroditi, in cui sono quindi presenti entrambi gli apparati sessuali.


Dimensioni:

fino a 13 mm


Ciclo vitale:

non si hanno dati certi in merito.


Dimensioni minime acquario:

non ci sono indicazioni in merito. Qualsiasi dimensione va bene per questa specie. Il loro numero si regolerà poi in modo naturale in base allo spazio ed alla quantità di nutrienti a disposizione.


Valori consigliati acquario d’allevamento:

- PH 6,5 / 8
- GH 8 / 35 °dGH
- Temperatura 2 / 26 °C


Allestimento acquario d’allevamento:

si trova a suo agio in acquari con notevole presenza vegetale, sia in piante che in alghe. In acquari aperti possono capitare casi di evasione notturna, preferibile quindi ospitare questa specie in acquari chiusi. Proliferando in natura nei tratti ad acqua stagnante è consigliabile evitare di inserirla in acquari avente un filtraggio orario eccessivo ed acqua troppo mossa.


Alimentazione:

Physa marmorata è saprofaga (in termini volgari "detrivora") con però una netta preferenza per il consumo delle alghe, in acquario risulta quindi molto utile in quanto va ad eliminare ogni residuo di mangime e la patina algale presente su foglie ed arredi.


Livello di “nuoto”:

fondo e vetri


Comportamento:

maggiormente attiva durante le ore notturne. Tuttavia la si nota facilmente brucare alghe d’appertutto anche in orari diurni. Passa le sue giornate a ripulire instancabilmente vetri, foglie ed arredi.


Biocenosi:

evitare l’abbinamento con specie notoriamente predatrici di lumache, ad esempio i Badidae del Genere Badis , i Cobitidi dei Generi Botia e Chromobotia, e i “pesci palla” del Genere Tetraodon. Si tratta di pesci che in natura ci cibano prevalentemente di chiocciole, lumache e piccoli invertebrati in genere, ed anche in cattività mantengono tali preferenze alimentari.



La Riproduzione


Difficoltà:

pressoché nulla


Modalità riproduttiva:

specie ovipara, si tratta di un animale ermafrodito il quale però non è in grado di riprodursi autonomamente, deve quindi avvenire l’accoppiamento tra due esemplari.

Nota: in natura, se ritenuto necessario (ad esempio in presenza di forte e pericoloso inquinamento ambientale, o in presenza di troppi predatori) per la sopravvivenza della specie, può a sua discrezione velocizzare il proprio metabolismo in modo da potersi riprodurre il più rapidamente possibile, in taluni casi "disperati" possono avvenire casi di "partenogamia", ovvero riproduzioni autonome asessuate, senza bisogno di rapporto sessuale tra due esemplari, grazie ai quali un singolo esemplare può riuscire a fecondare le proprie stesse uova. In tal caso gli esemplari dati alla luce denoteranno però un ciclo vitale assai più breve del dovuto mostrandosi vulnerabili a varie problematiche e patologie, ciò a causa di un patrimonio genetico irrimediabilmente impoverito.


Deposizione e schiusa:

ad ogni deposizione il numero di uova oscilla tra 5 e 30, esse vengono appiccicate a grappolo sulla pagina inferiore delle foglie delle piantine o anche sui vetri dell’acquario, e ricoperte di uno spesso strato gelatinoso, sono quasi trasparenti e quindi poco visibili, motivo per il quale spesso vengono introdotte involontariamente in acquario inserendo piante nuove tra le cui foglie già sono presenti a nostra insaputa. Non si hanno dati certi in merito al periodo necessario per la schiusa delle uova, in quanto tale dato è fortemente influenzato dalla temperatura dell'acqua. Appena nate le piccole chiocciole misurano al massimo un millimetro ma sono già del tutto autosufficienti. Fin da subito iniziano a consumare le stesse tipologie di alimenti che consumano gli adulti, non esistono quindi particolari consigli "dietetici" in merito, basta che siano presenti a sufficienza piante ed alghe.


Avvertenze:

in condizioni ideali (soprattutto in termini di quantità di nutrienti a loro disposizione) si riproducono continuamente ed il loro numero può quindi rapidamente raggiungere livelli incontrollabili e problematici. Vi è inoltre il rischio di un loro insediamento negli elementi filtranti, causa ridottissime dimensioni dei nuovi nati che permette loro di passare nelle griglie d'aspirazione del filtro. Comunque in acquari correttamente gestiti, senza eccessivi accumuli di cibo avanzato e di foglie in marcescenza, il loro numero solitamente si autoregola a livelli accettabili, in base a quantità di nutrienti e di spazio a disposizione. In genere quindi una loro eccessiva proliferazione è sintomo di una non ottimale gestione dell'acquario (troppo carico organico).

Ultimo aggiornamento (Mercoledì 20 Giugno 2012 14:32)

 

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