Cianobatteri - Come contrastarli


Cianobatteri - Come contrastarli

 

h2o2 vs ciano


I cianobatteri sono batteri fotosintetici, la cui spesso unica attività è rappresentata dalla produzione di ossigeno, resa possibile dalla trasformazione dell’energia luminosa in energia chimica. Vengono spesso erroneamente scambiati per forme algali e quindi comunemente chiamati anche alghe azzurre e/o alghe verdi. In acquario appaiono quasi sempre in forme mucillaginose di colore variabile dal verde brillante, all’azzurro, al rosso porpora, a seconda del tipo e della quantità di pigmenti accessori in esse incorporati. La colorazione più soventemente rinvenibile in acquario è comunque di sicuro quella verde brillante.

In acquariofilia i cianobatteri sono considerati una vera piaga, davvero ostici da combattere e da vincere.

 



La loro comparsa è spesso legata ad un eccesso di irradiazione luminosa, all’uso di abbinamenti di temperature di colore non perfettamente azzeccate, a luci troppo vecchie con uno spettro luminoso ormai sfalzato, all’esposizione della vasca alla luce solare diretta, o anche ad altre innumerevoli cause, spesso correlate tra loro, ad esempio una concentrazione di CO2 troppo bassa, uno stop vegetativo di alcune piante con conseguente accumulo di micro e macro nutrienti in acqua, etc... In pratica, pensandoci bene, le stesse cause che portano di sovente ad un’eccessiva proliferazione algale.


I sistemi per combatterli sono sostanzialmente due:

A. Non dargli più luce
B. Portare l’acqua alla saturazione da Ossigeno



Metodo A

In un mio acquario fecero la comparsa i cianobatteri susseguentemente ad un cambio di illuminazione. Avevo da poco aggiunto un altro neon portandomi da 0,9 watt/litro ad 1,05 watt/litro, in contemporanea provai anche a giocare con le posizioni dei vari neon per trovare il miglior compromesso tra resa cromatica e risposta vegetale. Sicuramente queste improvvise variazioni generarono un provvisorio stop vegetativo nelle piante presenti, con conseguente accumulo di micro e macro nutrienti in vasca. Tra l’altro in quella vasca non erogavo CO2, la cui concentrazione si aggirava intorno ai 15 / 20 ppm. Le prime piante ad essere aggredite furono quelle a crescita più lenta, i muschi, soprattutto quelli più esposti alla luce diretta. In seguito cominciarono ad essere aggredite anche le epifite. Quando il “contagio” passò anche alle piante a stelo ed al ghiaietto capii che la situazione mi stava sfuggendo di mano.

Provai a ridurre il fotoperiodo per un paio di settimane ma non servì a nulla, anzi il tentativo peggiorò ulteriormente la situazione in quanto provocò un ulteriore prolungato rallentamento metabolico della piante.

A quel punto non ebbi più scelta e decisi di adottare la cosiddetta “terapia del buio”.

Lasciai spente completamente le luci dell’acquario, per vari giorni, provvedendo anche a foderare tutte le pareti della vasca con fogli di giornale, in modo da ostruire completamente il passaggio di qualsiasi eventuale altra fonte di luce, artificiale o solare che fosse.

Ho documentato gli effetti del buio sui cianobatteri mediante alcune foto scattate ad un cespuglio di Taxiphyllum sp. ... a volte una foto spiega più di mille parole.


Al momento dell’inizio della terapia la situazione era la seguente

 

h2o2 vs ciano


Dopo 4 giorni di buio totale i cianobatteri erano già notevolmente regrediti, la situazione era la seguente

h2o2 vs ciano


Dopo ulteriori 2 giorni la loro presenza era ridotta ai minimi termini, come si può vedere nella foto seguente

h2o2 vs ciano




La situazione avrebbe richiesto ancora due o tre giorni di buio, ma purtroppo ho dovuto sospendere la terapia in quanto le altre piante presenti in vasca apparivano troppo debilitate e ho temuto di perderle tutte, soprattutto quelle a crescita rapida presentavano evidenti segni di sofferenza. Mi sono quindi visto costretto a sospendere il buio curativo ad un passo dal successo finale.
Consiglio a chi debba applicare questa strategia d'attacco frontale ai ciano batteri di farlo in un momento di massimo splendore delle piante, quindi sicuramente non nei giorni immediatamente successivi alla loro potatura (fu quello il mio errore).
La presenza dei cianobatteri si era comunque ridotta drasticamente, apparendo limitata solo ad alcune porzioni di muschio e ad alcune foglie di Bolbitis heudotii.

Mi è bastato a quel punto potare le ultime parti ancora “infette” per ottenerne la scomparsa.



Metodo B.

Occorre utilizzare allo scopo Perossido d’Idrogeno (H2O2) al 3%, comunemente denominato “Acqua Ossigenata”al 3%, 10 volumi, rinvenibile sia in Farmacia che dal Droghiere, nonché ormai in quasi tutti i più comuni supermercati.

h2o2 vs ciano



I sistemi sono sostanzialmente due, o aggredire le singole proliferazioni in modo mirato oppure trattare l’intera vasca.
Il primo sistema, detto a “Spot”, prevede di "irradiare" di H2O2 una ad una le zone più infestate, a filtro spento per aumentare la superficie ed il tempo di contatto, ed è a parer mio più indicato per combattere le proliferazioni algali, soprattutto le BBA (alghe nere a pennello). Non lo ritengo personalmente valido sui cianobatteri in quanto trattasi di proliferazioni tanto microscopiche, allo stadio iniziale, da risultare invisibili ad occhio nudo, sarebbe quindi impossibile riuscire a colpire tutti i ceppi “sparando” H2O2 un po’ qua e un po’ la, finiremmo per colpire solo le formazioni più grandi e visibili saltando quelle più piccole, in tal modo non risolveremmo completamente il problema, il quale a breve si ripresenterebbe puntuale. Per tanto non mi soffermerò sul sistema a spot.

Il sistema globale è sicuramente il più efficace in quanto permette di colpire tutti i ciano batteri presenti nella vasca, non risparmiandone nessuno.

Nel mio ultimo acquario l’ho utilizzato con successo.

Premetto che in quella vasca era in corso una sperimentazione (e lo è tuttora) , stavo provando ad utilizzare quotidianamente dei fertilizzanti creati per dosaggi bisettimanali, in pratica stavo (e sto) cercando di trovare il giusto mix che mi permettesse di evitare sia carenze che eccessi di nutrienti in vasca. In quel periodo tenevo sotto particolare attenzione i muschi in quanto sono generalmente i primi a venir aggrediti dai cianobatteri. Appena ho notato una leggera comparsa di formazioni cianobatteriche (che oltre ai muschi interessò anche alcuni sassetti) non ho esitato ed ho trattato l’intera vasca con H2O2.

Per raggiungere la saturazione da Ossigeno occorre inserire 1 ml di H2O2 ogni circa 2 litri d’acqua, tuttavia ho preferito prima indebolire le proliferazioni con cicli a dosaggi inferiori in modo da arrivare al momento fatidico con già il “nemico” in pessime condizioni.

Questo sistema permette di trattare tutta la vasca senza spegnere il filtro e senza la necessità di dover rimuovere la fauna presente.
L’H2O2 va inserito in vasca mediante una siringa, dirigendo il prodotto direttamente sul flusso di mandata della pompa, in modo da ottenerne una miglior distribuzione. E’ preferibile che i pesci non siano proprio a ridosso del punto in cui spruzziamo l’H2O2 altrimenti potrebbero risentirne. Io ho inserito in vasca l’estremità di una bacchetta della tenda durante le somministrazioni, muovendola leggermente, con il risultato di avere sempre i pesci che, per timore, stazionavano nel punto più lontano possibile.

Ho suddiviso il trattamento in 4 fasi:

Fase 1. Ho somministrato 1 ml di H2O2 ogni 4 litri d’acqua, trattandosi di un acquario da 92 litri netti ho quindi spruzzato in vasca 23 ml di Acqua Ossigenata. Dopo circa 3 ore ho cambiato il 5% dell’acqua.

Fase 2. Dopo tre giorni ho ripetuto la fase 1. Compreso il cambio del 5% dell’acqua.

Fase 3. Dopo altri 3 giorni ho aumentato la dose del 50%, andando ad inserire 1 ml di H2O2 ogni 3 litri d’acqua. In pratica 34,5 ml di H2O2. Dopo circa 3 ore ho cambiato il 10% dell’acqua.

Fase 4. Dopo altri 3 giorni ho aumentato ulteriormente la dose andando ad inserire 1 ml di H2O2 ogni 2 litri d’acqua. In pratica 46 ml di H2O2. Dopo circa 3 ore ho cambiato il 25% dell’acqua.


In tutto quindi 4 somministrazioni, grazie alle quali ho annientato (spero definitivamente) i cianobatteri. A due settimane dal termine del trattamento non ce n’è traccia. Non ho riscontrato nessun problema né sulla fauna presente (Hyphessobrycon eos, Hemigrammus armstrongi, Otocinclus sp., Hisonotus leucofrenatus) né tantomeno sulla flora (Rotala rotundifolia, Microsorum pteropus, Vesicularia dubyana, Taxiphyllum sp., Bolbitis heudelotii, Eleocharis parvula, Hemianthus callitrichoides, Echinodorus tenellus).

Durante la fase 3 e, ancor più, durante la fase 4, ho registrato un notevole fenomeno di produzione e rilascio di bollicine d’Ossigeno, soprattutto laddove erano più presenti proliferazioni algali e cianobatteriche (legni e muschi).


h2o2 vs ciano

h2o2 vs ciano

h2o2 vs ciano

h2o2 vs ciano


Durante la fase 4 ho notato un po’ di fermento tra i pesci, il branco di caracidi sembrava spaventato e quindi un pochino agitato, stavano tutti vicini apparendo in leggera apprensione, gli Otocinclus invece, osservandoli da vicino, mostravano una respirazione piuttosto accelerata. Comunque tutto è filato liscio e, dopo il cambio parziale del 25%, la situazione è tornata alla normalità.

Durante il trattamento erano presenti in vasca anche alcune proliferazioni algali sia di filamentose che di BBA, il trattamento con H2O2 ne ha provocato un notevole ridimensionamento … cosa assai gradita. In particolare ho notato che le BBA si sono notevolmente schiarite risultando poi molto più facili da rimuovere manualmente.




Avvertenze:


Questo articolo non detta regole certe, ciò che può andar bene in una vasca con determinate condizioni può andar male in altre vasche, AquaExperience ed il suo staff non sono quindi in alcun modo responsabili per eventuali danni a persone, animali e cose scaturiti da tentativi di applicazione dei metodi illustrati in questo articolo.


Con l'H2O2 non si scherza, usatelo con cautela e solo come "ultima spiaggia", e con la consapevolezza che con il suo impiego si può solo tamponare temporaneamente un problema che, se non identificato e corretto alla radice, si ripresenterà a breve nella quasi totalità dei casi, e con la medesima sintomatologia.


Evitare trattamenti di H2O2 se in acquario sono presenti bivalvi ed altri animali filtratori, per loro il trattamento può avere conseguenze letali già a ridotti dosaggi.




Ultimo aggiornamento (Mercoledì 05 Gennaio 2011 00:26)