Poropanchax normani

 

Poropanchax normani
(Ahl, 1928)

 

Photo by Andrea Perotti

 


Piccolo poecilide africano dalla colorazione molto particolare, soprattutto l'iride la cui stupefacente tonalità blue iridescente gli è valso il nome comune di pesce "blue eyes". Al contrario di quanto da molti affermato, è in realtà un pesce molto robusto ed adattabile, ma spesso vittima dello stress a causa della sua notevole timidezza, ragion per cui va tenuto in gruppi numerosi, possibilmente in acquari dedicati monospecifici, seppur con i dovuti accorgimenti risulti idoneo anche all'acquario comunitario. Non ama acquari eccessivamente illuminati e necessita di una buona presenza di piante acquatiche, anche galleggianti, tra le quali trovare riparo.
E' una specie onnivora che accetta di buon grado qualunque alimento per pesci d'acquario, ma è importante inserire nella loro dieta anche del vivo. Difficoltà d’allevamento: media.

Fotogallery Poropanchax normani

 

 


Nome scientifico:

Poropanchax normani


Sinonimi:

Aplocheilichthys normani
Micropanchax normani


Nomi comuni:

Lampeye Killifish
Norman's Lampeye
Blue eyes


Famiglia:

Poeciliidae


Sottofamiglia:

Aplocheilichthyinae


Luogo d’origine:

Africa (Benin, Camerun, Ciad, Costa D'Avorio, Gambia, Ghana, Guinea, Liberia, Niger, Nigeria, Rep. Centrafricana, Senegal, Sierra Leone, Sudan, Togo).


Morfologia:

corpo allungato, fusiforme, con peduncolo caudale tozzo e massiccio, bocca ampia rivolta verso l'alto, occhi grandi, molto avanzati e neri, tranne la parte superiore dell'iride che è di un accesissimo color blue elettrico. Colorazione corporea di base di un tenue grigio/turchese semi trasparente, che può arricchirsi di riflessi metallici e iridescenze blue sotto luci calde e/o in esemplari alimentati prevalentemente con vivo, soprattutto nei maschi sessualmente maturi e prossimi alla riproduzione. Pinne trasparenti, soprattutto nelle femmine, con solo una leggerissima quasi impercettibile tonalità giallina. La caudale è forte e semi circolare, la dorsale piuttosto arretrata e con attaccatura decisamente più breve rispetto alla ventrale.


Dimorfismo sessuale:

i maschi sono in forma adulta lievemente più grandi rispetto alle femmine, presentano inoltre le pinne leggermente più allungate, e se alimentati con prede vive presentano a maturazione sessuale acquisita delle iridescenze blu decisamente più marcate, oltre ad un lieve scurimento delle pinne, altrimenti trasparenti.
Pur essendo un poecilide, nel maschio non risulta visibile il gonopodio, come avviene per tutte le altre specie della sottofamiglia Aplocheilichthyinae.


Dimensioni:

lunghezza massima del maschio 4,0 cm, della femmina 3,5 cm


Ciclo vitale:

da 2 a quasi 4 anni, in ragione della temperatura dell'acqua che ne influenza il metabolismo


Dimensioni acquario:

in caso di allestimento dedicato monsopecifico se ne possono ospitare 10 / 12 esemplari (non di meno!) in un acquario di 40/50 litri netti, abbinando eventualmente una specie bentonica (di fondo, ad esempio dei piccoli Corydoras). In caso di vera e propria vasca comunitaria si consiglia di puntare su un acquario un pochino più capiente, da almeno 70/80 litri netti, poi ovviamente molto dipende dal tipo di allestimento e dalle altre specie presenti in vasca. Ricordatevi sempre che si tratta di un pesce molto timido, da inserire in gruppi numerosi, possibilmente senza la presenza di altre specie da branco che ne contendano il medesimo livello di nuoto.


Valori consigliati per l’acquario:

- PH: 6.5 / 7.2
- GH: 5 / 12 °dGH
- Temperatura: 21 / 26 °C


Allestimento acquario:

non ama la luce forte e diretta, e non ama stazionare in acque aperte prive di riparo, per queste motivazioni l'acquario ideale per questa specie deve prevedere una nutrita presenza di piante acquatiche a stelo, possibilmente anche piante galleggianti, in modo che possano trovarvi sia luoghi di riparo, nascondigli, sia la necessaria filtrazione della luce, quindi luoghi ombreggiati.
Per le stesse motivazioni è meglio evitare fondali troppo chiari, assolutamente da evitare quelli con sola sabbia bianca, in quanto riflettono la luce aumentando luminosità e riverbero in tutto il volume della vasca. Acqua mossa, ma non eccessivamente.
Trattandosi di un pesce in natura prevalentemente insettivoro, abituato a catturare al volo moscerini e zanzare mediante improvvisi balzi sopra il pelo dell'acqua, è meglio ospitarlo in acquari chiusi onde evitare il rischio di ritrovarsene ogni tanto uno morto stecchito sul pavimento di casa...

 

Photo by Andrea Perotti

 


Alimentazione:

specie onnivora e piuttosto vorace. Accetta la maggior parte dei mangimi per acquario, secco (in fiocchi o in granuli), surgelato e liofilizzato, pur che non si tratti di cibo che affonda rapidamente, in tal caso verrebbe in buona parte ignorato per via della difficoltà che questo pesce incontra nel tentare di alimentarsi di ciò che giace sul fondo, difficoltà derivante dalla conformazione della sua bocca, rivolta verso l'alto. Detto ciò resta la certezza che offrir loro piccole prede vive sia il TOP, quindi magari non quotidianamente, ma almeno un paio di volte alla settimana è opportuno somministrare del vivo, ne trarranno grande giovamento.
Io li alimentavo con un secco di alta qualità come cibo di base, alternandolo a rotazione con Artemia liofilizzata, Dafnie liofilizzate, tubifex (surgelati e vivi), larve di zanzara (surgelate e vive) e spirulina. L'importante è offrir loro una dieta varia e completa, con forte predominanza della componente proteica.


Livello di nuoto:

preferenza per la zona centro-superiore.


Comportamento:

pesce gregario da tenere in gruppi numerosi per mitigarne la marcata timidezza. Assolutamente pacifico ed innocuo verso le altre specie. Di giorno tende a restare in gruppi serrati tra le piante nel livello centrale di nuoto, mentre in orario serale con il calare dell'illuminazione predilige stazionare a pelo d'acqua, dove resta tutta la notte.
Molto vivace in acquario monospecifico ben allestito, timido e più statico se abbinato male, ad esempio con pesci iperattivi e/o che ne contendano il medesimo livello di nuoto (vedere anche 'Biocenosi').


Biocenosi:

assolutamente innocuo e pacifico verso qualsiasi altra specie, risulta quindi adatto all’acquario di comunità. Viste le sue ridotte dimensioni evitate però l’abbinamento a pesci troppo grandi e/o voraci, che potrebbero vederlo come una preda. Essendo inoltre un pesce molto timido è preferibile non abbinarlo ad altre specie da branco che tendano a condividerne il medesimo livello di nuoto, soprattutto se di indole iperattiva.

 


La Riproduzione


Difficoltà d’ottenimento della riproduzione in cattività:

ridotta, può avvenire spontaneamente anche in acquario comunitario senza particolari accorgimenti da parte nostra.


Modalità riproduttiva:

specie ovipara


Maturità sessuale:

non ho dati certi in merito all'età in cui viene raggiunta, si tratta di un tempo variabile in funzione soprattutto della temperatura, la quale influisce notevolmente sul metabolismo e quindi sul tasso di crescita dell'animale.


Formazione della coppia:

non si ha la formazione di coppie, le riproduzioni avvengono, in natura come in cattività, senza una regola fissa, in momenti di aggregazione del branco.


Alimentazione consigliata in ottica riproduttiva:

sicuramente includendo nella dieta piccole prede vive (ad esempio tubifex e larve di zanzara) si va a stimolare l'istinto riproduttivo di questi pesci.


Valori consigliati per l’acquario riproduttivo e suo allestimento:

non ho dati certi in merito. Per esperienza personale i miei esemplari hanno deposto più volte senza che io modificassi un bel nulla nei valori e nella gestione dell'acquario, nel quale non stavo tra l'altro tentandone la riproduzione. Avevo la temperatura attorno ai 22 / 23 °C, il pH attorno al 7.0 / 7.2, ed il KH attorno a 7 / 8 °dKH. Le uova non mi si sono mai schiuse, o se lo hanno eventualmente fatto non me ne sono accorto, nel senso che non ho mai visto avannotti girare per l'acquario, probabilmente le piccole larve non sono sopravvissute, il che può essere avvenuto per mancanza di condizioni idonee, o per predazione, ma sono solo ipotesi.
Le uova vengono comunque rilasciate in più giornate, poche unità al giorno per circa una settimana, sul fogliame delle piante a stelo, nel mio caso si trattava di Heteranthera zosterifolia. In casi simili, se si desidera curare le uova cercando di farle schiudere, si potrebbe potare le piante sulle quali sono state deposte, e trasferire le talee in un'altra vaschetta, nella quale siano presenti condizioni in linea con quelle della vasca originaria, in tal modo quando nasceranno le larve perlomeno non correranno pericolo di predazione ed il relativo tasso di mortalità risulterà sicuramente inferiore. Il trasferimento delle talee che veicolano le uova va fatto evitando che queste restino fuori dall'acqua, quindi le talee vanno trasferite tenendole sempre in sommersione, basta usare un contenitore riempito con acqua dell'acquario.
In merito al tempo necessario per la schiusa, per il riassorbimento del sacco vitellino nelle larve e per l'alimentazione degli avannotti non mi sento in grado di dare consigli in quanto appunto non ho mai riprodotto questa specie; in rete comunque si trovano molti articoli dettagliati dai quali potrete trarre tutte le informazioni che vi necessitano.

 

Ultimo aggiornamento (Giovedì 15 Ottobre 2015 22:25)