Nematobrycon palmeri
(Eigenmann, 1911)
Caracide di piccole dimensioni da allevare in gruppi di almeno 6 / 7 esemplari in acquari non inferiori ai 70 litri netti. I maschi sono a volte molto territoriali. E’ uno dei Caracidi più longevi. Livello di difficoltà: minimo, consigliato anche ai neofiti.
Nome scientifico:
Nematobrycon palmeri
Nome comune:
Tetra Imperatore
Famiglia:
Characidae
Luogo d’origine:
America Meridionale, Colombia (fiumi Atrato e Rio San Juan e loro affluenti)
Morfologia:
la sua livrea è molto particolare, su una tonalità di fondo grigio-argentea spiccano due larghe bande, affiancate e parallele, che vanno dagli opercoli branchiali sino all'attacco della pinna caudale, tra le due bande quella superiore è azzurra mentre quella inferiore è nera. La pinna anale presenta le estremità colorate di giallo con una linea nera che separa la parte di pinna anale non colorata da quella gialla. La caudale presenta i raggi centrali neri e molto allungati. Diversità di colore degli occhi tra maschi e femmina (vedere "dimorfismo sessuale").
Dimorfismo sessuale:
gli occhi dei maschi sono azzurri, quelli delle femmine verdi. I raggi centrali della caudale sono più lunghi e sporgenti, questa caratteristica è più netta nei maschi.
Dimensioni:
fino a 5,5 cm
Ciclo vitale
8 anni
Dimensioni minime:
70 litri netti per un gruppetto di 6 / 7 esemplari
Valori Acquario Allevamento:
- PH 5,5 / 7
- GH 5 / 15 °dGH
- Temperatura 22 / 26 °C
Allestimento acquario allevamento:
ama acquari ricchi di piante e non eccessivamente illuminati, anche il fondo non deve essere troppo chiaro, altrimenti si troverà a disagio e il suo comportamento sociale ne risentirà negativamente.
Alimentazione:
carnivoro in natura, in acquario è in pratica onnivoro ed accetta qualsiasi mangime sia secco (scaglie e granuli) che vivo/surgelato. Offrire una dieta varia e completa. Accetta anche piccoli pezzetti di verdura.
Livello di nuoto:
centrale
Comportamento:
va allevato in gruppetti di almeno 6 / 7 individui con presenti esemplari di entrambi i sessi, in acquari di almeno 70 litri netti. I maschi si sfidano per stabilire la gerarchia, le lotte possono sembrare anche violente ma di solito si limitano a parate e minacce e terminano pochi giorni dopo l’inserimento nel nuovo acquario. Possono però capitare esemplari maschi particolarmente territoriali e aggressivi, anche verso le femmine e verso gli altri pesci di differenti specie presenti in acquario, dei veri rompiscatole al punto tale che a volte ci si vede costretti a levare il soggetto in questione riuscendo così a riportare la quiete in vasca. Per questa motivazione molti appassionati preferiscono tenere solo femmine, oppure un solo maschio abbinato ad un gruppetto di femmine, le quali sono molto più tranquille.
Biocenosi:
adatto per acquari di comunità, abbinandolo ad altri Caracidi di pari taglia. Ottimo compagno anche per Ciprinidi di piccola/media taglia e per Phterophyllum scalare (Ciclide).
La Riproduzione
Difficoltà:
specie non molto prolifica ma comunque facile da riprodurre in cattività.
Modalità riproduttiva:
specie ovipara
Maturità sessuale:
viene raggiunta all'incirca ad un anno d'età.
Formazione della coppia:
in questa specie non si ha la tendenza a formazione di coppie fisse, le riproduzioni avvengono "casualmente" mediante rilascio dei liquidi riproduttivi in contemporanea da parte di più esemplari durante delle fasi di aggregazione temporanea in acque aperte. In cattività è in genere sufficiente abbinare un maschio ed una (o più di una) femmina per tentarne la riproduzione.
Alimentazione della coppia:
per stimolarne l’istinto riproduttivo è consigliabile variare la dieta offerta aumentando progressivamente la somministrazione di cibo vivo e surgelato. Per uno stimolo ulteriore si consiglia, in contemporanea, di aumentare la temperatura dell’acqua di 1,5 / 2 °C, fino ad un massimo di 28 °C.
Valori consigliati per l’acquario riproduttivo:
- PH 5,5 / 7
- GH 5 / 15 °dGH
- Temperatura 27 / 28 °C
- Capacità minima 40 litri
Allestimento Acquario Riproduttivo:
come già detto, la riproduzione avviene mediante semplice rilascio in acqua dei liquidi riproduttivi. Ciò è solitamente sufficiente ad ottenere la fecondazione di quasi tutte le uova le quali subito dopo si adagiano sul fondale. I genitori se ne disinteressano ed anzi, se le notano, le mangiano. E’ quindi meglio disporre sul fondo dell’acquario riproduttivo molto muschio (ad esempio Vesicularia dubyana) in cui le uova si incastreranno riuscendo almeno in parte a salvarsi. E' bene regolare al minimo il filtro e mettere del materiale a maglia fittissima (ad esempio "tulle" o "organza") a protezione delle bocchette di aspirazione, ciò eviterà che le uova vengano in parte aspirate dal filtro.
Deposizione e fecondazione:
come già detto, la riproduzione avviene mediante semplice rilascio in acqua dei liquidi riproduttivi, non vi è quindi di fatto rapporto sessuale. Le uova deposte vanno ad adagiarsi sul fondale. Non sono molte, solitamente tra 50 e 100 unità, se quindi vogliamo essere sicuri di vedere nascere qualche avannotto è meglio levare i riproduttori appena avvenuta la deposizione. La schiusa avviene dopo circa 30 ore e per i primi 3 / 4 giorni le larve si nutrono del sacco vitellino.
Gli avannotti:
finito il riassorbimento del sacco vitellino gli avannotti (molto piccoli) vanno alimentati con alimenti vivi di ridottissime dimensioni, ad esempio Rotiferi ed Infusori. Dopo circa una settimana si può iniziare a somministrare anche naupli di Artemia salina appena schiusi.
Note: si ringrazia Davide Robustelli di Acquarishop per gli esemplari messi a disposizione in occasione di alcune foto
Ultimo aggiornamento (Lunedì 08 Febbraio 2010 17:29)