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Brachygobius xanthozona

 

Brachygobius xanthozona

(Bleeker, 1849)

 

Brachygobius xanthozona - Foto per gentile concessione: Alexander Robert Brown

 

Piccolo pesce asiatico molto territoriale ed esigente, sia per quanto concerne l’alimentazione sia per la preparazione dell’acqua e del layout. Vive bene in acqua leggermente salmastra. Difficoltà d'allevamento: media, specie sconsigliata ai neofiti.

 

Fotogallery Brachygobius xanthozona

 

 


Nome scientifico:

Brachygobius xanthozona


Nome comune:

pesce ape


Famiglia:

Gobiidae


Luogo d’origine:

Asia (Borneo, Sumatra, Giava)


Morfologia:

corpo cilindrico e piuttosto tozzo. Bocca ampia. Il corpo ha colorazione giallo-arancio ed è attraversato verticalmente da quattro bande marrone-scuro, quasi nere, molto ampie. Presenta due pinne dorsali disposte allineate, l'una dopo l'altra.

Nota: tutti i Brachygobius sono molto simili tra loro e facilmente confondibili, Brachygobius xanthozona può essere ad esempio facilmente confuso con Brachygobius doriae (Gunther, 1868), o con Brachygobius kalibiliensis (Inger, 1958) o altri ancora. Per distinguere con sicurezza la specie occorre contare i raggi della pinna anale, in B. xanthozona sono presenti una spina e 8 raggi. Tuttavia se pensiamo che esistono 10 differenti tipi di Brachygobius e che possono incrociarsi tra loro generando ibridi si evince che spesso riuscire a distinguerne con certezza la specie risulta davvero un'impresa ardua.


Dimorfismo sessuale:

i maschi hanno colorazione più vivace


Dimensioni:

fino a 5 cm


Ciclo vitale:

non si hanno dati certi in merito.


Dimensioni acquario:

se davvero ben allestito anche in un acquario di soli 30 litri (monospecifico) possono convivere 7 / 8 esemplari.


Valori consigliati per l’acqua:


- PH: 7,5 / 8,5
- GH: 18 / 30 °dGH
- Temperatura: 24 / 29 °C


Brachygobius xanthozona
può vivere anche in acqua dolce ma certo non sarebbe nelle condizioni ideali e inevitabilmente si mostrerebbe più debole e quindi più esposto al rischio di malattie. Per lui la situazione ideale, in cattività, è quella dell’acquario leggermente salmastro, si consiglia quindi un’aggiunta di 1 grammo di sale specifico per ogni litro d’acqua.


Allestimento acquario d'allevamento:

Importante realizzare un allestimento ricco di divisioni territoriali e nascondigli, soprattutto cavità e caverne. Deve essere anche presente molta vegetazione il che non è semplice in acquari salmastri, in genere Vesicularia sp. e Myriophyllum sp. non hanno problemi in simili condizioni d'acqua, a patto di non superare la soglia di 1008 g/dm3 di densità.
Questo pesce non ama troppa luce, quindi si consiglia di non eccedere con l’illuminazione della vasca, di inserire piante galleggianti e di evitare fondali eccessivamente chiari.


Alimentazione:

sono predatori carnivori difficili da alimentare in acquario, è quasi impossibile abituarli al secco ed ai granuli, ed in genere accettano solo vivo e congelato (Artemia salina, Chironomus, Daphnia, tubifex, blackworms, Moina, Bosmina, copepodi e anfipodi d'acqua dolce, e altre tipologie di microfauna). Occorre però che il mangime si muova in giro per l’acquario in modo da apparire ai loro occhi come una preda da aggredire, il cibo che si deposita sul fondo verrà ignorato. Indispensabile quindi un’ottima movimentazione dell’acqua in profondità. E’ comunque un pesce tendenzialmente molto statico e che quindi mangia pochissimo, tenetene conto ed evitate di sovralimentarli in quanto finireste per inquinare la vasca mettendone a rischio l’equilibrio biologico.


Livello di nuoto:

fondo, arredi e vetri


Comportamento:

è un pesce apparentemente tranquillo e molto statico ma molto territoriale, non tollera la convivenza con altre specie o meglio non tollera che altri pesci violino la "sua zona" in quanto molto geloso del proprio territorio. Inoltre essendo in natura un predatore tende inesorabilmente ad "assaggiare" qualsiasi cosa gli passi davanti (soprattutto le pinne dei coinquilini), meglio quindi allevarlo in acquario monospecifico. Anche nei confronti degli altri Brachygobius resta comunque spiccatamente territoriale, li vedrete spesso litigare tra di loro per la spartizione del territorio, ma solitamente senza gravi conseguenze. Per migliorare la situazione occorre evitare il sovraffollamento della vasca rispettando quanto indicato in "Allestimento acquario d'allevamento".


Biocenosi:

non tollera la convivenza con altre specie o meglio non tollera che altri pesci violino la "sua zona" in quanto molto geloso del proprio territorio. Inoltre essendo in natura un predatore tende inesorabilmente ad "assaggiare" qualsiasi cosa gli passi davanti (soprattutto le pinne dei coinquilini), meglio quindi allevarlo in acquario monospecifico.



La Riproduzione


Difficoltà d'ottenimento della riproduzione:

abbastanza difficile.


Modalità riproduttiva:

specie ovipara.


Maturità sessuale:

non si hanno dati certi in merito.


Formazione della coppia:

non si ha monogamia, gli accoppiamenti avvengono quasi casualmente all’interno del branco. In genere però all'osservatore può sembrare che si formino delle coppie fisse, ciò effettivamente avviene ma esse durano in realtà solo fino al momento della riproduzione, superata la quale la coppia di fatto è sciolta.


Alimentazione della coppia:

non si hanno dati certi in merito.


Valori consigliati per l’acquario riproduttivo:

- PH: 7,5 / 8,5
- GH: 18 / 30 °dGH
- Temperatura: 21 / 22 °C
- Dimensioni acquario: almeno 10 litri netti


Allestimento Acquario Riproduttivo:

L'allestimento deve prevedere almeno una cavità che possa avere le sembianze di una caverna, o di un cunicolo, ottenibile mediante utilizzo di piccoli vasi rovesciati o mezzi gusci di cocco rovesciati o anforette. Per stimolare l'istinto riproduttivo nella coppia prescelta occorre diminuire sensibilmente il livello dell’acqua e, in contemporanea, cambiare il 50% di quella restante con acqua di rete non biocondizionata e a temperatura inferiore, in modo da far scendere (progressivamente !!!!) la temperatura fino a 21 / 22 °C.


Deposizione e fecondazione:


le uova vengono deposte in genere all'interno di piccole cavità o caverne messe a disposinione dei riproduttori (vedi "Allestimento Acquario Riproduttivo"), in genere la loro quantità varia da un minimo di 100 ad un massimo di 150 unità, appena deposte il maschio provvede alla loro fecondazione. Da questo momento è il maschio a prendersi cura delle uova sorvegliandole incessantemente e scacciando chiunque si avvicini troppo al punto della deposizione. Per evitare rischi è quindi preferibile rimuovere la femmina subito dopo la deposizione. La schiusa avviene dopo circa 4/5 giorni. Avvenuta la schiusa va rimosso anche il padre onde evitare rischi di predazioni.


Gli avannotti:

Il riassorbimento del sacco vitellino cessa in pratica appena avvenuta la schiusa, i piccoli vanno quindi subito sfamati con alimenti vivi di ridottissime dimensioni, ad esempio Rotiferi ed Infusori. Dopo una settimana dalla schiusa si può iniziare a somministrare naupli di Artemia salina appena schiusi.

ATTENZIONE: non inserite Lemna minor (pianta galleggiante comunemente detta "Lenticchia d'acqua") nella vasca da riproduzione in quanto gli avannotti tendono ad "incollarsi" alle sue foglioline in modo indissolubile, trovandovi la morte.

Ultimo aggiornamento (Venerdì 17 Febbraio 2012 11:48)

 

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