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Theodoxus fluviatilis

 

Theodoxus fluviatilis
(Linnaeus, 1758)


Theodoxus fluviatilis - Photo by: Andrea Perotti

 

Piccolo gasteropode ampiamente diffuso in tutta Europa e nell'Asia sud-occidentale. Per vivere bene necessita di acqua basica e non troppo tenera, di fondi rocciosi e di costante presenza di diatomee, suo principale alimento. Si riproduce poco risultando tutt'altro che invasiva e non rovina le piante. Ospite ideale per allestimenti d'acqua fredda o a clima temperato, inadatto invece all'acquario tropicale a causa della temperatura eccessiva che ne riduce notevolmente il ciclo vitale. Specie consigliata anche a neofiti dell'acquario.

Fotogallery Theodoxus fluviatilis


Nome scientifico:

Theodoxus fluviatilis


Sinonimi:

-    Nerita fluviatilis (Linnaeus, 1758) [1]
-    Theodoxus velox (Anistratenko, 1999) [1]
-    Theodoxus brauneri (Lindholm, 1908) [1]
-    Theodoxus lutetianus (Montfort, 1810) [1]


Sottospecie:

-    Theodoxus fluviatilis fluviatilis (Linnaeus, 1789) [1]
-    Theodoxus fluviatilis fluviatilis fontinalis (Brard, 1815) [1]
-    Theodoxus fluviatilis littoralis (Linnaeus, 1789) [1]
-    Theodoxus fluviatilis sardous (Menke, 1830) [1][5]
-    Theodoxus fluviatilis subthermalis (Issel, 1865) [1][5]
-    Theodoxus fluviatilis thermalis (Dupuy, 1851) [1][5]
-    Theodoxus fluviatilis transversetaeniatus (AJ Wagner, 1928) [1][5]
-    Theodoxus fluviatilis dalmaticus [1]
-    Theodoxus fluviatilis eusino (Clessin, 1885) [1]


Nomi comuni:

River Nerite


Famiglia:

Neritidae


Origine e distribuzione:

Theodoxus fluviatilis ha la distribuzione più ampia tra tutte le specie del genere Theodoxus [1]. E' diffusa in tutta Europa (ad eccezione delle Alpi e della Norvegia) e in Asia sud-occidentale [1]. A causa principalmente dell'inquinamento, ma anche dell'inserimento di specie esotiche predatrici/concorrenziali e del riscaldamento globale terrestre, la specie è in forte regressione e a rischio di estinzione in Germania, Svizzera, penisola iberica e Rep. Ceca [1], così pure in Olanda, Slovenia e Lettonia (ove è stata dichiarata specie protetta) [3]. Rinvenibile anche in Iraq e negli altopiani iraniani [5].


Morfologia:

si tratta di un piccola lumaca dotata di spessa chiocciola opercolata, e con una branchia [1]. La conchiglia, emisferica e con cuspide basso [4], è fortemente calcificata e con tre spirali [1], delle quali l'ultima molto più ampia rispetto alle altre [2][4], fino a rappresentarne il 95% dell'intero guscio [4]. Le suture sono di profondità variabile e l'apertura è a forma di "D" [4].
Una particolarità di questa specie è rappresentata dal fenomeno d'assorbimento delle pareti interne del guscio, il che consente un progressivo aumento dello spazio disponibile all'interno del guscio man mano che l'animale cresce [3]. Questo fenomeno di assorbimento permette anche di lasciare più spazio a disposizione per l'assunzione di cibo [3].
In termini di livrea la conchiglia si presenta essenzialmente di colore biancastro o giallastro scuro, con motivi reticolati di varie forme e colori, a volte in parte in bande, a volte in modo più uniforme, tutte variazioni comunque legate ad adattamenti a differenti fattori ambientali [1]. La conchiglia può presentarsi parzialmente corrosa [1].
La lunghezza della conchiglia è in genere 5-9 mm [1][3][4], ma può anche arrivare fino a 11 mm, raramente fino a 13 mm [1]. L'altezza della conchiglia è 4-7 mm [1]. Gli esemplari delle popolazioni d'acqua salmastra/marina presentano in genere dimensioni minori e colorazioni della conchiglia decisamente più scure, spesso tendenti al nero [3].
L'opercolo è duro, piatto, proteico e di colore in genere rosso chiaro con nervature larghe, margine rosso [3] e senza apofisi [1].

 

Theodoxus fluviatilis - Photo by: Andrea Perotti

 

Il corpo dell'animale è chiaro, di colore bianco-giallo, con molte macchiette nere, in particolare sul muso [4], spesso disposte in successione assumendo la sembianza di linee continue. Il muso è largo ed alla sua base si trovano i tentacoli cefalici, capaci di grande estensione e ritrazione, che includono gli occhi, neri, nella parte basale [4]. Il mantello è molto spesso, il piede mobile bianco [4].

Nota 1: T. fluviatilis somiglia moltissimo a Smaragdia viridis (Linnaeus, 1758), specie marina comune su molte coste rocciose mediterranee. Se ne distingue per la presenza di sottili strie radiali e per il margine columellare della fauce, che è liscio e non seghettato [2].


Dimorfismo sessuale:

si tratta di animali a sessi separati, ci sono quindi esemplari maschi ed esemplari femmine, e la riproduzione avviene mediante rapporto sessuale [1][3][4]. L'organo copulatore maschile si trova sul lato destro del corpo, vicino alla base, in posizione abbastanza nascosta, gli organi riproduttivi femminili si trovano all'interno della cavità del mantello ove sono presenti due aperture, una per l'inseminazione e l'altra per lo scarico delle uova [3].
Detto ciò il dimorfismo sessuale resta comunque molto difficile da cogliere da un semplice esame visivo esterno.


Dimensioni massime

può raggiungere una lunghezza massima di 1,3 cm [1], ma solitamente non supera 0,9 cm [1][3][4].


Ciclo vitale:

da 2 a 3,5 anni in natura [1][3][5], difficilmente più di 2 anni in acquario [3][5].


Dimensioni minime acquario di mantenimento:

non ha molto senso in questo caso parlare in termini di litraggio, quel che veramente conta è la disponibilità di alghe a livello bentonico. Un acquario di soli 20 litri, con costante presenza di diatomee su fondo e vetri, può infatti essere perfettamente in grado di soddisfare le esigenze di una nutrita comunità di T. fluviatilis, così come all'opposto una vasca da 200 litri, tenuta maniacalmente pulita e priva di aghe, potrebbe rivelarsi insufficiente anche ad un singolo esemplare.


Valori consigliati per l'acquario di mantenimento:

l'areale di distribuzione della specie è talmente ampio da rendere difficoltoso dare un'indicazione di massima per il mantenimento in acquario. Sovrapponendo i risultati di alcuni rilievi effettuati in natura in vari habitat d'acqua dolce propri della specie in Turchia [5], Finlandia [1][5], Germania [5] ed Italia si ottiene quanto segue...

PH : 7,3 / 8,9
GH : 10 / 16 °dGH
KH: 3 / 11 °dKH
Cond.: 120 / 420 µS/cm2
Temp.: 4 / 23 °C

si consiglia quindi una vasca d'acqua fredda [5], o a clima temperato, con la temperatura lasciata libera di seguire le naturali fluttuazioni stagionali. Se invece optate per una vasca a temperatura costante regolata da un termostato consiglio di stare al di sotto dei 21 °C, per non accorciare eccessivamente il ciclo vitale di questi animali.



Nota 2: T. fluviatilis non tollera la presenza di inquinamento organico e la carenza di Ossigeno (al di sotto dei 2 ppm di O2 non è in grado di sopravvivere) [1].

Nota 3: si legge un po' dappertutto che T. fluviatilis può vivere in acqua salmastra e, addirittura, in acqua marina. C'è un fondo di verità in queste affermazioni, ma occorre prestare attenzione e ragionare sottospecie per sottospecie. T. fluviatilis pare infatti sia originaria del Mar Nero [3], e che solo successivamente abbia iniziato a colonizzare le acque dolci risalendo le foci dei fiumi, l'adattamento e l'evoluzione hanno però portato col tempo le popolazioni d'acqua dolce a modificare sempre più la composizione dei propri tessuti, e quindi la gestione degli scambi osmotici con l'ambiente circostante. In conseguenza di tutto ciò se prendessimo ora degli esemplari d'acqua dolce e li mettessimo in acqua salmastra, o addirittura marina, li faremmo notevolmente soffrire portandoli finanche alla morte; per gli stessi motivi esemplari d'estuario non vanno trasferiti improvvisamente in acqua dolce. Occorre quindi rispettare e riproporre in acquario le condizioni di salinità dello specifico biotopo di prelievo dei propri esemplari. Gli esemplari rinvenibili nei fiumi europei difficilmente riescono a tollerare a lungo salinità superiori a 1,5 g/kg [3], popolazioni di acqua salmastra vivono invece con salinità attorno ai 15 g/kg nel Mar Baltico [1] e fino a 18 g/kg nel Mar Nero [1][3]. La sottospecie più tollerante in questo senso è sicuramente Theodoxus fluviatilis littoralis (Linnaeus, 1789), rivenibile in mare (in zone costiere e in prossimità delle foci di fiumi) fino a profondità anche di 50 / 60 metri [1].


Allestimento acquario mantenimento:

questa specie richiede un fondale roccioso. Vive su ciottoli e massi, le cui coperture algali ne rappresentano la principale fonte di sostentamento [1][5]. Raramente sosta su legno morto o sulle foglie delle piante acquatiche, mentre dedica molto tempo al raschiamento delle diatomee dalle superficie vetrate [1][5]. La presenza di piante acquatiche, soprattutto se trattasi di specie fitodepuranti ed ossigenanti, aiuterà comunque a creare l'ambiente ideale per queste piccole chioccioline, le quali mal tollerano carenza di Ossigeno e presenza eccessiva di composti azotati.
L'acqua non dove presentare una movimentazione eccessiva nei livelli inferiori, tuttavia è bene prevenire eccessivi accumuli di sporcizia sul fondale, la specie è infatti piuttosto sensibile alla presenza di elementi inquinanti il cui accumulo sul fondo può avere conseguenze anche letali. T. fluviatilis non evade, al massimo può staccarsi dal pelo dell'acqua di 1 cm [5], quindi la si può tranquillamente ospitare anche in vasche aperte.


Alimentazione:

si tratta di una specie onnivora a forte prevalenza alghivora/detrivora. Si nutre principalmente di alghe di copertura del fondo e dei vetri, in particolar modo di diatomee [1][5]. La sua radula è specializzata per macinare anche il più duro fitoplancton, rendendolo più facile da digerire [3]. Anche i detriti derivanti da piante morte e/o da carcasse di animali in decomposizione fanno parte della sua dieta abituale [3]. Non rovina assolutamente le piante. Alimenti aggiuntivi da noi somministrabili, come ad esempio cialde per pesci vegetariani, pellets affondante, wafer di spirulina o verdure sbollentate, vengono in genere totalmente ignorati [5]. Si alimenta sia di giorno sia di notte, pur mostrandosi comunque più attiva col buio [5].


Livello di "Nuoto":

fondo e vetri.


Comportamento:

non fa altro che nutrirsi 24 ore al giorno. Si muove piuttosto lentamente e passa la quasi totalità del proprio tempo a ripulire ciotoli e vetri dalle coperture algali. Sale poco sulle piante preferendo substrati duri, stabili e a superficie liscia [1][5]. Non evade [5]. In inverno non va in letargo.
Insolito il comportamento riproduttivo, sono animali monogami, si riproducono una sola volta nella vita, e di solito muoiono poco dopo [3].


Biocenosi:

invertebrato assolutamente pacifico ed innocuo, adatto quindi all'acquario di comunità. Evitare l’abbinamento a grossi Ciclidi e a pesci notoriamente ghiotti di lumache come ad esempio Badis badis, i pesci palla del Genere Tetraodon, i Cobitidi dei Generi Botia e Chromobotia ed i Crostacei di medie/grandi dimensioni, oltre ovviamente a lumache predatrici, come ad esempio Anentome helena. Stando su allestimenti d'acqua fredda, più consoni alla specie, evitate l'abbinamento con Perca fluviatilis flevescens (Pesce persico europeo) ed Astacus astacus (Gambero di fiume europeo), suoi principali predatori in natura [3].


La riproduzione


Difficoltà d'ottenimento della riproduzione:

media.


Modalità riproduttiva:

specie ovipara a sessi distinti.


Maturità sessuale:

il tempo necessario al suo raggiungimento è fortemente legato alla temperatura. Più essa è elevata più rapidamente sopraggiungerà la maturità sessuale. In un contesto da acquario tropicale ad esempio, con temperature attorno ai 24/25 °C, la si ottiene in appena 4 mesi [5], in condizioni da acquario a clima temperato, con temperature difficilmente superiori a 21 °C, in circa 10 / 12 mesi [1], in acquari d'acqua fredda infine si rendono in genere necessari da 18 a 24 mesi [3][5]. Comunque sia la maturità sessuale sopraggiunge quando l'animale misura circa 7 mm di lunghezza [5].


Formazione della coppia:

questo gasteropode si riproduce in genere una sola volta, all'approssimarsi della parte finale del proprio ciclo vitale. Le coppie si formano spontaneamente all'interno della comunità e solitamente la femmina muore pochi giorni dopo il completamento della deposizione.


Allestimento acquario riproduttivo:

predisporre delle protezioni sulle bocchette d’aspirazione dell’eventuale filtro (ad esempio mediante tessuto a maglia molto fitta, come calza in nylon, spugna, rete da guadino, etc...), onde evitare che gli esemplari appena nati e di minuscole dimensioni ne vengano risucchiati. Per l'allestimento ed i valori consigliati valgono le stesse indicazioni già fornite in merito all'acquario di mantenimento, con l'unica raccomandazione di mantenere una temperatura superiore ai 14/15 °C.


Accoppiamento e deposizione delle uova:

come già spiegato in 'Dimorfismo sessuale' la sacca ovarica della femmina presenta due aperture, una predisposta all'accoglimento dei gameti maschili, l'altra destinata all'espulsione delle uova all'atto della loro deposizione [3]. Tra i due riproduttori avviene quindi un vero e proprio rapporto sessuale, durante il quale i gameti maschili entrano nella sacca ovarica della femmina andando a fecondare le uova già presenti al suo interno [3].  Una volta fecondate le uova vengono deposte tra gli interstizi dei ciotoli presenti sul fondale, o in minute cavità [5], in vari piccoli agglomerati composti ciascuno da un numero di uova che può a quanto pare variare da 10 [1] ad oltre 50 [5].
All'atto della deposizione il diametro delle singole uova ammonta a 0,5 / 1,2 mm [1][5], ed il loro numero totale può variare tra 50 e massimo 200 unità [3]. La vera particolarità sta però nel fatto che da ogni singolo agglomerato deposto si otterrà lo sviluppo di un solo uovo, mentre tutte le altre uova presenti serviranno unicamente da nutrimento per l'unico embrione in fase di sviluppo [1][3][5], il quale tuttavia può anche risultare costituito da due parti semisferiche, destinate poi a separarsi al sopraggiungere della schiusa, dando vita in tal caso a due esemplari anzichè uno solo [3]. Può capitare che singole uova restino incollate all'esterno della chiocciola della madre, in prossimità dell'apertura, in tal caso esse non si schiuderanno e resteranno probabilmente li a vita.


Theodoxus fluviatilis - Photo by: Andrea Perotti

 

Schiusa e primi giorni:

il tempo necessario per l'ottenimento della schiusa è un fattore notevolmente influenzato dalla temperatura dell'acqua, ad esempio a 25 °C occorrono 30 giorni [1][5], a 20 °C ne occorono 65 [1][5], a temperature inferiori possono rendersi necessari anche 100 giorni [3].
Lo sviluppo dei piccoli avviene comunque totalmente all'interno dell'uovo, non c'è quindi alcuna forma larvale [3]. Una volta che le uova si schiudono i piccoli posso venir considerati a tutti gli effetti adulti in miniatura, sono già completamente formati e del tutto autonomi nel procacciarsi il cibo [3]. Le esigenze alimentari sono da subito le medesime degli esemplari adulti, sarà quindi indispensabile la presenza di diatomee e biofilm algali bentonici.

 

 

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Riferimenti

 

Rif. [1]: http://en.wikipedia.org/wiki/Theodoxus_fluviatilis

 

Rif. [2]: http://www.liceofoscarini.it/didattic/conchiglie/gasteropodi/specie/TheodoxusFluviatilis.htm

 

Rif. [3]: http://animaldiversity.ummz.umich.edu/site/accounts/information/Theodoxus_fluviatilis.html

 

Rif. [4]: http://species-identification.org/species.php?species_group=mollusca&menuentry=soorten&id=977&tab=beschrijving

 

Rif. [5]: http://www.allesumdieschneck.de/html/theodoxus_fluviatilis.html

 

 

 

 

 

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