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Gennaio 2012 - Acquario del mese

 

Gennaio 2012 - Acquario del mese

 

Acquario del mese AE Gennaio 2012 - Layout e foto di: Alessandro Di Stefano

 

L'acquario del mese AE di Gennaio 2012 è il 75 litri lordi dell'utente "ale di stefano", un allestimento roccioso minimalista in cui l'autore ha voluto omaggiare la natura e la sua forza. Scopriamone assieme la tecnina di gestione e la filosofia compositiva.

 

 

Fotogallery Gennaio 2012 - Acquario del mese

 

 

Vasca: Ferplast tank 60

Misure: 62 x 34 x 38 (cm)

Capienza lorda: 75 lt.

Avviato in: 26 Gennaio 2011

Illuminazione: 2 neon T5 da 24w Philips (6500 K + 4000 K)

Fotoperiodo: 10 ore (10:00 - 20:00)

RIscaldatore: Hydor 50 watt

Filtraggio: Tetratec ex400 (cannolicchi + spugna)

Impianto CO2: impianto Askoll con micronizzatore Pollen Glass TYPE-2 ADA

Substrato: Akadama, Tropica Plant Nutrition Plus Capsules, Laterite

Additivi: Tropica Plant Nutrition Plus liquid, Seachem Nitrogen, Seachem Potassium, Seachem Phosphorus

Valori: Temp. 22 °C, KH 7 °dKH, pH 6.6 (ad inizio fotoperiodo) e 6.8 (a fine fotoperiodo)

Rocce: Seiryu Stone ADA

Note in merito alla gestione: cambio d'acqua settimanale del 30% - 40% con acqua di rubinetto decantata e trattata con biocondizionatore Prime. Reintegro acqua evaporata con acqua osmotica.


Fauna presente:

- Trigonostigma heteromorpha
- Caridina multidentata


Flora presente:

- Hemianthus callitrichoides "Cuba"
- Riccia fluitans
- Lilaeopsis brasiliensis

 

 

Altre foto della vasca...:

 

Layout e foto di: Alessandro Di Stefano

Layout e foto di: Alessandro Di Stefano

Layout e foto di: Alessandro Di Stefano

 

 

 

L'allestimento durante le fasi di sviluppo...:

 

Layout e foto di: Alessandro Di Stefano

Layout e foto di: Alessandro Di Stefano

 

 

La parola ad Ale Di Stefano...:


"Mi chiamo Alessandro ed ho 21 anni. Fin da piccolo passavo ore ed ore nella coltivazione e nella collezione di piante locali: ricordo che ero letteralmente rapito dalla forma e dai colori delle piante spontanee ed a loro riservavo un angolino nel giardino di casa. In particolare amavo i fiori di Borragine e di Tarassaco ma non disdegnavo qualsiasi altra piantina che mi capitava tra le mani andando a sovraffollare il già piccolo spazio dedicato.
Nello stesso tempo la mia passione per il mondo sommerso è cresciuta di pari passo ed il salto dalla  boccia ad un acquario di piante vere è stato molto breve.
Il mio primo acquario l'ho realizzato con dei vetri di recupero ed è tuttora in funzione come caridinaio per red cherry. La natura, si sà, crea dipendenza e dal 2007 mi ritengo a tutti gli effetti un "drogato" nel senso che dedico il mio tempo libero all'esplorazione di luoghi ancora incontaminati come le sorgenti del fiume Pescara [i suoi fitti canneti e le pozze d'acqua rappresentano l'ambiente ideale per la sosta (e nidificazione) degli uccelli acquatici come la Folaga o l’Airone cenerino (Ardea cinerea) e per la riproduzione della trota Fario (Salmo trutta), del gambero di fiume (Austropotamobius pallipes) e dei tritoni], la foce del fiume Sangro [che ospita tra la vegetazione ripariale numerosi rettili tra cui la testuggine terrestre (Testudo hermanni)] e per finire gli Appennini rappresentati dal Gran sasso, dai Monti della Laga e dalla Majella dove il tempo sembra essersi fermato [questi monti ospitano  diversi parchi e riserve, dove trovano rifugio il camoscio d'Abruzzo (Rupicapra pyrenaica ornata) il lupo (Canis lupus signatus), l'orso bruno marsicano (Ursus arctos) e bellissime piante tra cui la stella alpina appenninica (Leontopodium nivalis)]. Ho cercato di raccogliere queste escursioni pubblicando, di tanto in tanto, qualche foto sul mio blog aquablog17.blogspot.com.

 

Foto di: Alessandro Di Stefano

 

L'acquario rappresenta, quindi, l'anello di congiunzione tra questi posti magici e il caos della vita cittadina.

Con questo allestimento ho cercato di trasmettere un qualcosa che nel mondo d'oggi è molto spesso sottovalutato: mi riferisco alla forza della natura.
Il mio obbiettivo è stato fin da subito quello di ricreare tramite le fratture delle rocce il fenomeno dell'erosione da parte del vento e dell'acqua. L'acquario è di tipo commerciale: ho optato per la serie Tank-Ferplast in quanto la ritengo un buon compromesso tra prezzo e qualità. Ho preferito inoltre avere una vasca aperta in modo da facilitare gli interventi di manutenzione e poter ammirare, dall'alto, le delicate turbolenze create dall'acqua in movimento.
Il sistema di filtraggio, affidato ad un Tetra ex400, ha subìto diverse modifiche: nel primo periodo ho provveduto ad incrementare il movimento dell'acqua con un altra pompa con l'obbiettivo di ridurre l'iniziale film batterico superficiale, successivamente ho modificato l'interno del filtro principale eliminando il carbone attivo e la lana prefiltrante con lo scopo di incrementare lo spazio dedicato al filtraggio biologico.
Per quanto riguarda l'illuminazione la scelta è ricaduta su una plafoniera "generica" che sebbene può sembrare a prima vista sottodimensionata e troppo stretta per offrire alle lampade una buona superficie riflettente ha svolto egregiamente il proprio compito.
Queste "mancanze" (come il superamento del fantomatico watt a litro) invece, mi hanno permesso di gestire la vasca in modo tranquillo e bilanciato evitando di spingere troppo sull'acceleratore.
Bisogna considerare, infatti, che gestire una vasca "spinta" con dell'Akadama nuova è molto rischioso per cui ho deciso di non bruciare le tappe ed ho fatto maturare il substrato lentamente con cambi d'acqua e integrazioni. Come integratori ho utilizzato delle capsule Tropica (che contengono anche macronutrienti) e delle sfere di laterite (importante fonte di Fe con il vantaggio di trattenere il fosfato nel fondo).
Un capitolo a parte la riservo alla fertilizzazione liquida: non è stato facile trovare il giusto equilibrio tra i nutrienti a causa della scarsa massa vegetale, che soprattutto all'inizio ha favorito l'esplosione delle filamentose: in questi casi però deve venir fuori lo spirito dell'osservatore!
Ho imparato sulle mie spalle che per risolvere un problema non serve spendere una fortuna nell'acquisto di costosi test (di dubbia efficenza) ma occorre sedersi in silenzio di fronte all'acquario. Molte volte basta questo semplice espediente per capire qual'è l'intervento da effettuare. Nel mio caso è bastato introdurre  talee di piante a crescita veloce ed incrementare la quantità dei cambi per risolvere la questione.
La manutenzione, essenziale, è ridotta ad una leggera potatura delle piante, alternando il taglio della HC alo sfoltimento della Riccia. La somministrazione della CO2 è stata invece affidata ad un impianto Askoll con micronizzatore in vetro soffiato del tipo Pollen Glass.

In conclusione questa realizzazione mi ha saputo trasmettere grandi emozioni ed ancora una volta il mio ruolo si è ridotto a quello di spettatore. L'unico rammarico è stato quello di aver capito troppo tardi che per realizzare un layout fuori dall'acqua bisogna tenere a mente alcuni parametri:

- le piante cambieranno aspetto e dimensioni adattandosi alla vita sommersa
- l'aspetto del layout si modifica nel tempo, non solo a causa delle piante, ma soprattutto a causa della diversa percezione degli arredi sommersi (generalmente si viene a perdere gran parte di quell'armonia tanto studiata in fase di allestimento)

il risultato, in questo allestimento, è quello di un generale effetto di sottodimensionamento da parte delle rocce che sono state in parte ricoperte dalla crescita dei vegetali. Ne consengue un aspetto di vuoto nella parte superiore che potrà essere mascherato dall'utilizzo di piante a stelo.

Chiudo ringraziando lo staff di AquaExperience.it con la speranza di aver trasmesso una buona dose di pazienza, virtù che non deve mai venire a mancare.
"

 

 

Complimenti ad Alessandro da parte di tutto lo staff di AquaExperience.it

Ultimo aggiornamento (Sabato 28 Gennaio 2012 00:59)

 

Lo staff di AquaExperience ricorda che i contenuti degli articoli e delle schede presenti in questo sito sono frutto di esperienze personali e pertanto spesso non ripercorribili con medesimi risultati in altre sedi e in altri acquari. Ciò che funziona perfettamente in un acquario potrebbe non funzionare per nulla in un altro. Lo staff di AquaExperience e gli autori del materiale in esso presentato non potranno quindi in alcun modo essere considerati responsabili per eventuali danni a persone, cose o animali derivanti dall'applicazione dei contenuti di tale materiale.