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Bolbitis heudelotii

 

Bolbitis heudelotii
(Alston, 1934)


Bolbitis heudelotii - Foto by: Andrea Perotti

Pianta epifita poco esigente ma molto decorativa. Va fissata a supporti con filo da pesca o di cotone e può essere facilmente gestita e dimensionata a piacimento con mirate potature, risultando quindi molto versatile in acquario.

 

 

Fotogallery Bolbitis heudelotii

 

Nome scientifico:

Bolbitis heudelotii


Nomi comuni:

Bolbitis heudotii
Felce del Congo
Felce acquatica africana
African water fern
Congo fern
Creeping fern


Famiglia:

Lomariopsidaceae


Origine:

Africa sud-occidentale (prevalentemente in Senegal, Congo, Etiopia e Rep. Sudafricana, )


Morfologia:

classica felce in grado di vivere sia emersa che in completa sommersione. La sua struttura portante è costituita da un rizoma strisciante, molto robusto, dal quale dipartono lunghe fronde pennate con fogliame alternato color verde scuro.
Ogni singola fronda può raggiungere in emersione i 40 cm di lunghezza, ma tenendola in acquario completamente sommersa difficilmente supererà i 30 cm. Allo stadio giovanile le fronde si presentano come steli spogli arrotolati su sè stessi all'apice, che solo successivamente si distendono mostrando il fogliame iniziale.
Trattandosi di una "pteridophyta" le foglie presentano sulla lamina inferiore numerosi sporangi raggruppati in gruppi e che servono alla riproduzione naturale della pianta (vedere "Modalità di Riproduzione").  Se coltivata sotto luce intensa e con elevata somministrazione di CO2 il fogliame diviene in genere più chiaro e traslucido, quasi trasparente.
Raramente e solo in particolari condizioni la pianta può sviluppare piccole piantine avventizie dagli apici delle fronde, fenomeno comunque del tutto naturale e che non deve assolutamente allarmarci.

Bolbitis heudelotii - Foto by: Andrea Perotti

Bolbitis heudelotii in pieno perlage - Foto by: Andrea Perotti

 

La Crescita:

pianta a crescita da lenta a media a seconda di luce, CO2 e fertilizzazione.


Valori Acquario:

PH: 5,0 / 7,2
GH: 0 / 15 °dGH
Temperatura: 20 / 28 °C
Luce: da debole a forte


Allestimento Acquario:

è una pianta utilizzabile prevalentemente come epifita, quindi la strutturazione del fondo non ha particolare importanza.


Fertilizzazione:

poco esigente, cresce bene sia in vasche "Low" che in vasche molto spinte con protocolli di fertilizzazione avanzati. seppur mostrando differenze a livello di morfologia e tasso di crescita.


Posizione In Acquario:

a discrezione dell'acquariofilo; potendola gestire e dimensionare a proprio piacimento mediante mirate potature si presta infatti al posizionamento in qualsiasi zona della vasca.
Sappiate però che ama stare in acqua mossa e che se non viene soddisfatta tale sua esigenza è facilmente preda di proliferazioni algali sul fogliame, soprattutto alghe nere a pennello, se necessario quindi posizionatela in prossimità dell'uscita del filtro.


Modalità di Riproduzione:

come tutte le felci Bolbitis heudelotii non produce fiori e si riproduce mediante rilascio di spore da appositi sporangi posti sul lato inferiore delle foglie, ma si tratta di un evento abbastanza raro in acquario e osservabile tra l'altro solo da piante piuttosto "anziane". Nel nostro caso quindi il metodo più rapido e sicuro per riprodurre Bolbitis heudelotii è la divisione del rizoma (da effettuare mediante forbici o cutter ben affilati), basta infatti un piccolo pezzetto di rizoma per generare in breve tempo nuovi germogli e quindi ottenere una nuova pianta. La semplice potatura va invece realizzata eliminando le foglie più lunghe le quali vanno recise alla base (a pochi millimetri dal rizoma) mediante forbici ben affilate.


Inserimento in Acquario:

in acquario va gestita e collocata come epifita, occorre quindi fissarne (con filo da pesca o di cotone) il rizoma ad un supporto (legno o pietra) ed attendere che da esso si formino i nuovi germogli. Consiglio al momento dell'inserimento di defogliare quasi completamente la pianta lasciando il rizoma quasi del tutto nudo (mantenete solo i germogli più piccoli), in tal modo la pianta si adatterà più facilmente al nuovo habitat generando fogliame già morfologicamente adatto alle nuove condizioni offerte.
Se non volete ricorrere al fissaggio con filo potete anche semplicemente incastrare la pianta tra gli arredi ... il rizoma col tempo si fisserà autonomamente e saldamente ai supporti limitrofi emettendo anche numerose piccole radici che aiuteranno la pianta sia nella fase di ancoraggio che nell'assunzione di nutrienti.
Seppur non sia la soluzione ottimale potete anche optare per lasciare la pianta semplicemente appoggiata (zavorrandola all'occorrenza) sul fondale ed evitando di interrarne il rizoma, col tempo la pianta produrrà delle esili radici molto scure che si faranno strada nello strato superficiale del fondo permettendo un minimo di ancoraggio; in tal caso però il fondo dovrà essere mantenuto ben pulito, presentare una granulometria piuttosto fine ed essere preferibilmente inerte.


Ultimo aggiornamento (Giovedì 22 Luglio 2010 08:30)

 

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