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Pangio kuhlii

 

Pangio kuhlii

(Valenciennes, 1846)

 

Pangio kuhlii

 

Simpatico e curioso pesce anguilliforme di origine asiatica. Va allevato in branchi numerosi con fondo fine non tagliente e ricca vegetazione. Difficoltà d'allevamento: bassa. Specie consigliata anche a neofiti.

Fotogallery Pangio kuhlii


Nome scientifico:

Pangio kuhlii (ex Acanthophthalmus Kuhlii)


Note sul nome scientifico:

all’interno della famiglia dei Cobitidae il genere Pangio raggruppa varie specie, alcune davvero molto simili e difficilmente distinguibili, al punto da generare spesso dubbi in merito alla corretta classificazione di alcune di esse. In tale ottica è doveroso segnalare che è attualmente aperta una disputa tra ittiologi per tre di queste specie: Pangio myersi (Harry, 1949), Pangio semicinta (Fraser & Brunner, 1940) e appunto Pangio kuhlii, è in corso uno studio finalizzato a decretare se trattasi di tre specie distinte oppure di diverse varianti di un’unica specie, eventualità assai probabile. Quindi Pangio kuhlii potrebbe a breve essere nuovamente riclassificato con assegnazione di una nuova denominazione.


Nomi comuni:

Pangio
Occhio spinoso


Famiglia:

Cobitidae


Luogo d’origine:

Asia Sud Orientale (Sumatra, Giava, Borneo, Malacca e Malesia)



Morfologia:

corpo anguilliforme, compresso sui fianchi in corrispondenza dell'attacco della pinna caudale. Bocca rivolta verso il basso e adornata da piccoli barbigli. Il corpo presenta una colorazione giallo-arancio attraversata, ad eccezione del ventre, da bande nere, le quali si sdoppiano a volte sui fianchi. Le pinne sono trasparenti e gli occhi protetti da una spessa membrana. Vicino ad ogni occhio è presente una piccola spina retrattile.


Dimorfismo sessuale:

invisibile ad occhio nudo, nel periodo riproduttivo tuttavia le femmine sono facilmente riconoscibili per il ventre gonfio fino alla quasi trasparenza, il che permette di intravedere le uova


Dimensioni:

fino a 12 cm


Ciclo vitale:

da 15 a 25 anni.



Dimensioni minime acquario:

almeno 30 litri netti per un gruppetto di 5 esemplari.


Valori acquario allevamento:

- PH 6 / 7
- GH 5 / 10 °dGH
- Temperatura 23 / 28 °C


Allestimento acquario d'allevamento:

il fondale dell’acquario deve avere almeno un settore ricoperto di sabbia fine, o per lo meno di ghiaietto a granulometria ridotta (1 / 3 mm.) e privo di spigoli vivi. E’ bene disporre un arredo ricco di nascondigli (molte piante e legni). Le bocchette di aspirazione del filtro devono essere “schermate” con tessuto a maglia fitta (ad esempio Tulle o Organza) altrimenti si corre il rischio che i Pangio kuhlii le attraversino finendo spesso per andare inconsapevolmente verso morte certa, è questo un comportamento dettato dalla loro ricerca incessante di zone ove sentirsi finalmente al sicuro.



Alimentazione:

in natura si nutre prevalentemente di piccoli vermi che ricerca scavando incessantemente nella sabbia del fondale, in acquario si adatta e diviene in pratica onnivoro nutrendosi di tutto ciò che riesce a trovare sul fondale (avanzi di cibo, microfauna, alghe, ecc…).


Livello di nuoto:

fondo


Comportamento:

ama vivere in gruppi numerosi passando il più del tempo attorcigliato ai propri simili in mezzo alle radici delle piante o semisepolto nel fondale. Se introdotto in numero esiguo diviene subito estremamente timido e tende a nascondersi anche perennemente, al punto di non uscire mai più dalla tana scelta fino a morire di fame. Cercate sempre quindi di introdurne almeno 6 / 8 esemplari facendo il conto di un esemplare ogni almeno 5 litri netti d’acqua. Ama scavare nel fondale sia per cercare alimenti sia per occultarsi alla vista degli altri pesci sentendosi così al sicuro.


Biocenosi:

assolutamente pacifico verso qualsiasi compagno di vasca, idoneo quindi all’inserimento in vasche comunitarie evitando però di abbinarlo a pesci troppo aggressivi.


Note varie:

il precedente nominativo del Genere Pangio, ovvero Acanthophthalmus, era stato assegnato per contraddistinguere la presenza di due aculei posti appena sotto gli occhi. Questi aculei sono normalmente ritratti sotto pelle e vengono estesi come arma di difesa nei momenti di pericolo. Occorre fare attenzione durante i trasferimenti con guadino in quanto il pesce, spaventato, tende ad estrarre gli aculei che spesso finiscono nella concitazione del trasferimento per provocare ferite al pesce stesso oppure a far si che esso si impigli nella fitta rete del guadino. In tal caso non cercate di liberarlo con vigore o l’aculeo potrebbe tranciarsi provocando anche a volte la morte del pesce.



La Riproduzione



Difficoltà:

possibile in cattività, ma molto difficile.


Modalità riproduttiva:

specie ovipara.


Maturità sessuale:

non si hanno dati certi in merito.


Formazione della coppia:

non si ha monogamia, gli accoppiamenti avvengono quasi casualmente all’interno del branco.


Alimentazione della coppia:

non si hanno dati certi in merito.


Valori consigliati per l’acquario riproduttivo:

come acquario d’allevamento (PH 6/7 , GH 5/10 °dGH , T. 23/28 °C).
Capienza minima per inserimento di una coppia di riproduttori: 10 litri netti.


Allestimento Acquario Riproduttivo:

In linea con le indicazioni date per l’acquario d’allevamento. Consigliata la presenza di piante alte (che arrivino alla superficie) a foglie sottili (ad esempio Heteranthera zosterifolia).


Deposizione e fecondazione:

il rituale prevede che i due riproduttori nuotino affiancati, praticamente appoggiati tra l’oro sul lato, durante questa fase vengono rilasciate contemporaneamente le uova e il liquido seminale (gameti). Ciò è in genere sufficiente a garantirne la fecondazione in buona percentuale. La deposizione avviene in più riprese con un numero complessivo di uova che può arrivare fino a svariate centinaia. Solitamente le uova vengono di proposito rilasciate su legni sommersi e/o tra la vegetazione alta in prossimità della superficie, altre volte invece vengono semplicemente disseminate sul fondale. La schiusa avviene dopo circa 24 ore.


Gli avannotti:

non si hanno dati certi in merito. I pochi dati raccolti nelle occasionali riproduzioni avvenute in acquario riportano di un tasso elevatissimo di mortalità tra i piccoli nei primi giorni di vita, l’eventuale sopravvivenza di qualche esemplare dipenderà dalla disponibilità di microfauna. Per questi motivi è indispensabile un’elevata presenza di vegetazione e di alghe.


Ultimo aggiornamento (Venerdì 22 Gennaio 2010 22:55)

 

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